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​IL TEST DI RORSCHACH

Titolo: 

IL TEST DI RORSCHACH

Autori: 
Luciano Giromini, Alessandro Zennaro (a cura di)
Casa editrice: 
Il Mulino, 2019, Pp. 290, Euro 25,00

Questo nuovo libro sulla tecnica proiettiva Rorschach reca come sottotitolo Applicazioni e ambiti di intervento nel terzo millennio, indicando così chiaramente al lettore che si tratta di un testo che vuole proiettarsi verso il futuro delle applicazioni del test.

Sul Rorschach esiste una bibliografia immensa che progressivamente è cresciuta nel corso del tempo, testimoniando in tal modo l’interesse che tale strumento ancora oggi suscita, a quasi un secolo dalla scomparsa del suo ideatore, lo psichiatra svizzero Hermann Rorschach (nato il giorno 8 novembre del 1884, a Zurigo, e scomparso prematuramente il primo di aprile del 1922, a Herisau).

Il testo è frutto del lavoro di diversi autori (oltre trenta, e di differente approccio teorico) e si apre con l’Introduzione a firma di Gregory J. Meyer, Donald J. Viglione, Joni Mihura e Philip Erdberg. I primi due capitoli, scritti dai curatori, sono di grande interesse perché offrono al lettore la possibilità di uno sguardo globale sullo stato di salute della tecnica Rorschach, con un approfondimento sull’orientamento noto come evidence-based. Questa prima sezione del testo fa da premessa alle cinque grandi parti in cui si snoda la riflessione sul Rorschach, iniziando con il trattare le applicazioni della tecnica nell’ambito della salute mentale degli adulti e di bambini ed adolescenti. In entrambe le sezioni si enfatizza l’importanza dell’impiego del test di Rorschach nella prospettiva della valutazione globale del soggetto in esame – all’interno della cornice dell’approccio cosiddetto multimetodo -. Sottolineando la rilevanza dell’assessment terapeutico (capitolo quinto) si deve anche mettere in rilievo l’attenzione posta dagli autori sull’uso del test in funzione non solo della conoscenza della persona (diagnosi) ma anche dell’impostazione del programma terapeutico.

La terza parte affronta le questioni che ruotano intorno al contesto forense e, in tale area, emerge per la sua attualità il capitolo decimo sulla valutazione delle competenze genitoriali – interessante anche il capitolo che segue sulla valutazione del danno biologico, tematica quanto mai complessa -.

La quarta parte è dedicata alle applicazioni del Rorschach in due settori della medicina, mentre i due capitoli finali, all’interno della quinta parte, sono finalizzati a dare visibilità sulla ricerca scientifica. Da notare che tutti i capitoli, eccetto gli ultimi due sulla ricerca, seguono il medesimo format interno, essendo suddivisi in tre paragrafi: il primo paragrafo è intitolato Perché il Rorschach in questo contesto? Il secondo Perché l’R-PAS in questo contesto? e il terzo Esemplificazione clinica.

La scelta esplicitamente realizzata dai curatori (e dagli autori) del testo è quella di trattare una specifica declinazione metodologica del test di Rorschach, vale a dire il Rorschach Performance Assessment System – R-PAS. Si tratta dell’evoluzione contemporanea del CS, il Sistema Comprensivo elaborato da John E. Exner Junior (1928-2006) i cui aggiornamenti si sono purtroppo fermati con la scomparsa dell’autore a causa di complicate problematiche legali.

Sono portate numerose e ripetute argomentazioni circa l’opportunità di utilizzare il sistema R-PAS invece di altri sistemi (compreso il CS): soprattutto è evidenziato il limitato supporto nelle ricerche internazionali alla base dei sistemi della Scuola Romana e della Scuola Francese, mentre altri metodi di siglatura ed interpretazione (ad esempio, il metodo di Bruno Klopfer) non sono per nulla presi in considerazione. La scelta, naturalmente perfettamente legittima, di optare per l’indicazione di una specifica metodologia andrebbe comunque inquadrata, a mio avviso, nel contesto dell’egemonia dei cosiddetti, o presunti, “standard”, qualcosa di simile ai “protocolli” in altri campi applicativi - vedi il mio articolo “Il mito degli standard”, pubblicato sul Giornale Italiano di Psicologia, Volume XL, numero 2, pp. 429-448, 2013 -.

Il testo, pur avendo numerosi aspetti di interesse, nondimeno presenta alcune lacune, prima fra tutte quella di ignorare qualunque pur sintetico riferimento ad altre tecniche proiettive importanti come sono il Test di Wartegg e la tecnica proiettiva di Hans Zulliger. Inoltre sono del tutto trascurate le applicazioni del Rorschach negli ambiti delle organizzazioni di lavoro e nei contesti militari.

Per un commento critico globale sulle tecniche proiettive, il loro utilizzo e il loro posizionamento all’interno dei metodi di indagine della personalità, vedi Castiello d'Antonio A. (2009), “Il Rorschach e le tecniche proiettive”. Giornale Italiano di Psicologia, 4, 959-977.