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2023: ANNO EUROPEO DELLE COMPETENZE

Come ha scritto Edoardo Segantini il 12 giugno 2023 “c’è un’Italia dei fatti e un’Italia delle parole” e ciò è molto vero quando si parla di… TALENTI, COMPETENZE, “CAPITALE UMANO”, FORMAZIONE.

Viviamo una situazione in cui si interfacciano almeno le seguenti situazioni:

  • il gran numero di NEET, giovani (in realtà: fino a 29 anni…) che rimangono inerti e inermi, non studiano, non lavorano;
  • un numero da sempre eccedente di laureati in possesso di diplomi a sbocco zero o vicino allo zero (vedi le materie umanistiche);
  • un numero esiguo di laureati nelle discipline STEM;
  • i risultati fortemente insoddisfacenti ai test INVALSI nel mondo della scuola;
  • la persistente assenza di programmazione e orientamento universitario-professionale che possa guidare e consigliare i giovani verso le strade di maggior certezza per un futuro di lavoro;
  • la difficoltà estrema del mondo del lavoro, in numerosi settori, nel reperire risorse umane adatte e motivate ai ruoli scoperti;
  • le battaglie pretestuose di stampo politico sugli immigrati con conseguente assenza di una politica razionale di entrata, accoglienza e formazione finalizzata di soggetti stranieri.

A tutto ciò si potrebbe aggiungere che una notevole parte dei nostri concittadini giovani non è in grado di leggere, capire e interpretare un testo semplice; un’altra parte non sa parlare in italiano, esprimendosi solo in dialetto e/o con una povertà linguistica estrema; altri ancora non conoscono l’inglese o, comunque, non sono in grado di usare questa lingua per esprimersi e capire l’interlocutore.

L’idea che in questo mondo sia NECESSARIO IMPEGNARSI NELLA FORMAZIONE CONTINUA – e nella AUTO-FORMAZIONE! – fa fatica ad entrare nella testa di molte persone le quali, una volta consolidata una certa expertise, rimangono abbarbicate a quella, contrastando peraltro i processi di innovazione organizzativa.

La micidiale contrapposizione che mentalmente si fa così spesso tra TEORIA E PRATICA – “Questa è solo teoria, non serve a niente. La pratica è tutt’altro!” – contribuisce a non amalgamare concettualmente ciò che si studia con ciò che si fa.

Le varie anime della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE che, in quanto tale, dovrebbe rappresentare un esempio e un modello per tutti noi, faticano a evolvere e, come stiamo vedendo, persino a tenere il passo con la necessità di tradurre i progetti del PNRR in realtà.

Dietrologie (cui prodest?), demagogia, populismo, fretta di arrivare (ma dove?), sguardo limitato al presente e poco oltre, dipendenza ottusa dai device tecnologici, FURTO O SMARRIMENTO DEL TEMPO PER PENSARE, tutto ciò, e altro ancora, contribuisce a produrre una situazione motivazionale, sociale, organizzativa e culturale di basso respiro, in cui il senso dell’etica e delle responsabilità non solo individuali, ma anche sociali, è andato del tutto perduto.

Richiamando IL GATTOPARDO di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sembra che il peccato che non si può perdonare sia quello di “fare”. Aggiungerei di FARE BENE, di FARE CON IMPEGNO E SERIETÀ, di fare perché, semplicemente, SI DEVE FARE, si è retribuiti per questo, si è collocati in un certo ruolo professionale per questo.

E qui si colloca L’ANNO EUROPEO DELLE COMPETENZE: https://year-of-skills.europa.eu/index_it

Un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle COMPETENZE PROFESSIONALI e delle COMPETENZE TRASVERSALI, sul connubio tra le CAPACITÀ TECNICO-PROFESSIONALI e le QUALITÀ PSICOLOGICHE necessario al fine di esistere in in questo mondo in modo significativo, e produrre output di valore.

 

Andrea Castiello d’Antonio