CONTATTAMI

Per appuntamento

La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.

* campo obbligatorio

CAPTCHA
Questa domanda è un test per verificare che tu sia un visitatore umano e per impedire inserimenti di spam automatici.

ADOLESCENTI E SOFFERENZA MENTALE

L’età adolescenziale non è mai stato un periodo di tempo e di vita particolarmente “facile”. Ma negli ultimi tempi, e non dal Covid-19 in poi ma già da prima, sembra che il malessere psicologico negli adolescenti sia di molto aumentato.

 

Se ne occupano sia GLI PSICHIATRI, che riportano dati allarmanti di veri e propri “disturbi psichiatrici” diffusi in maschi e femmine, con un numero di ricoveri nelle strutture sociosanitarie che ha visto dei picchi allarmanti, sia gli PSICOLOGI CLINICI in quali sono spesso chiamati ad intervenire psicoterapeuticamente non solo sul singolo soggetto adolescente – o “tardo adolescente” – ma anche sul nucleo familiare.

 

L’adolescenza è, tra l’altro, un periodo di vita che non da oggi si è andato ampliando a dismisura. Già in anni lontani, Peter Blos (1903-1997), psicoanalista tedesco naturalizzato statunitense, sottolineava che “la pubertà è determinata dalla natura, l’adolescenza è determinata dall’uomo” (L’adolescenza. Una interpretazione psicoanalitica, tr. it.: 1971, p. 172).

“On Adolescence established Peter as the founding father of the modern understanding of adolescent development and psychopathology” (Aaron Esman, Obituary. International Journal of Psychoanalysis, 78, pp. 813-814, 1997).

Così, e non da oggi, si possono individuare adolescenti di trenta e più anni…

 

MA COS’È OGGI IL DISAGIO ADOLESCENZIALE?

Una domanda che si pone è se la “emergenza” adolescenziale agitata da molti studiosi e professionisti sia un dato realmente presente e oggettivamente rilevabile, oppure una conseguenza della maggiore attenzione puntata sugli adolescenti, con il rischio di sopravalutare le sofferenze e i disturbi mentali di questa fascia di età.

 

Superata questa domanda, osservando che l’aumento è davvero significativo ed è iniziato, come si diceva, prima della pandemia, si osservano soprattutto le seguenti FORME DI SOFFERENZA: angoscia, depressione, disturbi alimentari, e episodi di autolesionismo (soprattutto femminile). Ma non bisogna trascurare la dipendenze da cellulari, social network e device tecnologici, utilizzati da alcuni adolescenti per un numero di ore quotidiano incredibile, ripetuto per ogni giorno (e notte, con conseguente deprivazione del sonno) della settimana.

 

Nei pronto-soccorso sono inoltre aumentati I CASI IN ACUZIE, così come sono aumentate le richieste di consulenza psichiatrica in ospedale generale. E da questo punto di vista non si possono trascurare quei fenomeni estremi che vanno sotto il nome di “episodi psicotici acuti” che vedono l’adolescente “sballare” mentalmente a seguito di miscele di alcol e sostanze.

Non a caso sono in aumento le dipendenze da cannabinoidi (utilizzate fin dalla prima media!) con il rischio di sviluppare il “craving”.

https://www.castiellodantonio.it/genitori-fate-attenzione-ai-vostri-figli-droghe-alcol-e-bouff%C3%A9e-psicotica

 

Dal punto di vista sociosanitario è osservazione diffusa che i servizi di base sono insufficienti e – non solo riguardo all’adolescenza – finiscono con l’erogare un servizio lento e poco efficace, sia per l’adolescente, sia per la famiglia.

 

Un quadro allarmante è proprio quello composto dalla presenza di DIPENDENZE da sostante e da ABUSO di tecnologie, con conseguente perdita della socialità e con l’implementazione di una vita sedentaria, virtuale e isolata, e con il rischio di deragliamento irrecuperabile del percorso di studi, ma anche di scivolare nell’Hikikomori.

 

A fronte di quadri complessi ed estremi di questo genere spesso i familiari non sanno cosa fare, oppure hanno un grande timore di intervenire o di dover affrontare discussioni e conflitti – anche molto aspri – con il figlio/la figlia.

Ricordo personalmente il caso di un genitore che, pur sapendo che la figlia adolescente si tagliava già da tempo, non solo non aveva fatto assolutamente nulla, ma parlandone non ne era per nulla allarmato.

Del resto, in situazioni meno gravi, si nota costantemente il paradosso di genitori che vorrebbero impedire ai figli adolescenti l’iper-utilizzo del cellulare… stando loro stessi continuamente agganciati al loro smartphone!

 

Le capacità di costruire relazioni positive nei gruppi, sviluppando empatia e sperimentandosi in modo autonomo nel confronto con gli altri coetanei, prendendo coscienza sia delle proprie emozioni che del riconoscimento delle emozioni degli altri, rappresenta un complesso di OPPORTUNITÀ AMBIENTALI che sono di fatto precluse agli adolescenti – come si diceva una volta – ai giovani “devianti”. E non a caso professionisti di alto livello e di grande sensibilità come sono stati Hans Zulliger, August Aichhorn si sono ampiamenti occupati della Verwahrloste Jugend e di come prevenire o recuperare fenomeni estremi come la delinquenza e la criminalità giovanile.

https://www.castiellodantonio.it/hans-zulliger-life-and-work

 

Il periodo che stiamo vivendo, segnato da guerre e, prima, da un evento drammatico e imprevedibile come la pandemia, non facilita il passaggio dalla fanciullezza alla vita adulta; anzi, molti adolescenti possono ESSERE IMPAURITI dal diventare adulti e quindi cercare ogni strada laterale (forse, la meno dannosa, è rimanere impantanati in un percorso di studi universitario che non procede) per scansare questo passaggio.

 

La guerra segna la fragilità della parola, del confronto, della mediazione, della ricerca non distruttiva di un accordo.

La pandemia ha segnalato l’enorme fragilità dell’essere umano e del sistema sociale in cui vive.

L’INCERTEZZA SUL FUTURO – per non dire delle preoccupazione di una realtà, quella italiana, in cui i grandi problemi (sanità, istruzione, lavoro) permangono sostanzialmente invariate nei decenni – non consente di poter vedere con positività il domani.

Cosa si offre agli occhi di un adolescente?

A questa domanda, molti, troppi, ripiegano nel disagio, nella malattia (mentale, sociale, talvolta fisica) o nelle esplosioni di aggressività.

https://www.castiellodantonio.it/psicologia-del-bullismo

 

Se la risposta della società fosse solo quella di etichettare con il DSM il tipo di “disturbo psichiatrico” che si rileva nel soggetto adolescente, sarebbe ben poco… Ma anche la vittimizzazione e l’infantilizzazione dell’adolescenza – del tipo: “Rimandiamo l’inizio dell’anno scolastico perché fa troppo caldo!” – è deleteria. Così come accusare genericamente “la famiglia” non aiuta affatto.

Ma non esiste l’adolescenza. Esiste quel singolo adolescente, con tutto il suo bagaglio personale e unico di problematiche e di potenzialità!

https://www.castiellodantonio.it/la-sofferenza-dei-giovani

 

Andrea Castiello d’Antonio