CONTATTAMI

Per appuntamento

La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.

* campo obbligatorio

CAPTCHA
Questa domanda è un test per verificare che tu sia un visitatore umano e per impedire inserimenti di spam automatici.

AEREI AL PRATO

Titolo: 

AEREI AL PRATO

 

Autori: 
Alberto Orlandini
Casa editrice: 
Self-publishing. Pp. 216. Sip – senza indicazione di prezzo

Questo è un libro speciale per molti versi. Innanzi tutto è scritto da una persona che è stata testimone diretto e privilegiato degli eventi, in secondo luogo il testo copre un considerevole arco di tempo, dal 1976 al 2008, e per terzo esso è la puntuale narrazione di eventi e fatti per come essi sono accaduti. Pochi commenti, qui e là, punteggiano un resoconto che è ricco di dati e informazioni e che consente al lettore che, eventualmente, non ha vissuto quegli anni, di entrare pienamente nel merito delle situazioni.

Il titolo del libro può suscitare qualche giusta curiosità nel lettore: in effetti, è lo stesso autore a spiegarne il significato. Un significato netto e triste: quando una compagnia aerea chiude, si dice in gergo che mette gli aerei al prato. Come dire: togliamo gli aeromobili dalle piste, dalle piazzole, dagli hangar, e posizioniamoli da parte, di lato, motori sigillati. Fine dei voli.

Per dare un quadro rapido e sintetico della situazione narrata basterà riportare i seguenti dati che Orlandini espone in modo asciutto e netto. In trentadue anni, dal 1976 al 2008, in Alitalia si sono succeduti dodici tra Presidenti e/o Amministratori Delegati con una media di uno ogni due anni e mezzo circa: Nordio, Verri, Bisignani, Schisano, Riverso, Cempella, Mengozzi, Zanichelli, Cimoli, Libonati, Prato, Police. In questo stesso periodo ci sono stati ventun ministri dei Trasporti nei diversi governi e quindici ministri del Tesoro o dell’Economia & delle Finanze. Nonostante ciò, Alitalia è fallita.

Il libro non è un atto di accusa, non pone sotto critica nessuno né espone commenti sferzanti sulle persone che sono state protagoniste degli eventi narrati; si tratta, piuttosto, di una cronaca e di un rimpianto per come sono andate a finire le cose. Non a caso il testo si apre con la frase “è una giornata fredda e pesantissima…”: è l’11 dicembre del 2008, il giorno in cui Alitalia chiude, avendo attivato la procedura di mobilità e licenziamento collettivo, e dopo aver già licenziato diversi dirigenti - l’autore stesso procederà a licenziare se stesso poche settimane dopo… Partendo dunque da questo finale drammatico Orlandini pone la domanda centrale alla quale darà risposta nelle pagine successive: come è stato mai possibile giungere a un epilogo come questo?

Assunto in Alitalia in tempi ormai lontani (era il 1976) presso lo scalo dell’aeroporto Leonardo da Vinci a Fiumicino, l’autore narra anno dopo anno l’evoluzione della Compagnia di Bandiera, il suo stesso ruolo - inserito ben presto nell’ambito della gestione del personale – il contesto sociale, economico e politico non meno che quello del management aziendale, non trascurando gli eventi internazionali come la tragedia di Ustica. Con diversi approfondimenti sulle politiche di gestione del personale, sulle iniziative di formazione e sviluppo, sugli sviluppi dei rinnovi contrattuali e sulla dialettica con i sindacati, Orlandini espone e chiarisce i differenti contesti socio-organizzativi che mutano anno dopo anno, le situazioni conflittuali, le decisioni dei vertici, le scelte sugli aeromobili, i mancati accordi (come quello con KLM) e i condizionamenti della politica, soffermandosi su taluni progetti di evoluzione di ciò che oggi definiamo capitale umano come quelli in merito al comportamento assertivo e alla customer satisfaction.

Personalmente ho molto apprezzato questo grande lavoro di narrazione elaborato da Alberto Orlandini anche perché a metà degli Anni Ottanta sono stato fortemente impegnato nel ruolo di psicologo del lavoro in Alitalia, ambito DPO – Direzione Personale & Organizzazione; in quegli anni ho conosciuto il mondo del volo, ho appreso dell’esistenza della Aviation Psychology (a dire il vero, misconosciuta in Compagnia) che da allora ad oggi ho continuato a coltivare. Non posso dimenticare che alla fine degli Anni Ottanta veniva tradotto in italiano La piramide rovesciata, un testo in cui l’autore, Jan Carlzon, narrava del risanamento e del rilancio della SAS - Scandinavian Airlines di cui egli divenne presidente nel 1981 in una situazione in cui la compagnia di bandiera di Svezia, Danimarca e Norvegia aveva accumulato trenta milioni di dollari di perdite.

 

Andrea Castiello d’Antonio