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AVIATION PSYCHOLOGY AND HUMAN FACTORS. Second Edition
La prima edizione di questo libro risale al 2010. Trascorsi otto anni era necessario aggiornare il testo, cosa che è stata fatta molto bene dai due autori, peraltro aumentando considerevolmente il numero di pagine (oltre un centinaio di pagine in più rispetto alla precedente edizione).
Infatti, la psicologia dell’aviazione continua ad espandersi e a dover affrontare sempre nuove sfide. Un fatto eclatante come quello dello schianto deliberato dell’Airbus 320 di Germanwings (sulla selezione dei piloti vedi il mio articolo “Come sono valutati i piloti dell’aviazione civile?”, pubblicato nella rivista Psicologia Contemporanea, settembre–ottobre 2015) ha necessariamente attratto l’attenzione sulle reali possibilità di prevenire fatti di tal genere. Un obiettivo arduo da raggiungere, reso complicato anche dall’intreccio di regolamenti, burocrazie, volontà più o meno esplicite di non creare processi altamente strutturati di Selection & Training, desiderio di mantenere la mano libera da parte di alcuni vertici, e molto altro ancora. In diverse realtà nazionali (come in Italia) si sconta ancora la mancanza di collaborazione fattiva tra l’area medico-psichiatrica e il settore psicologico e - nonostante si parli spesso del cosiddetto “fattore umano” - di fatto, ancora oggi, non esiste un programma prestabilito di screening e di valutazione psicologica preventiva e ricorrente dei piloti civili. Ma la psicologia dell’aviazione copre aree ben più ampie della selezione e della formazione, espandendosi sul campo globale dell’interazione uomo-macchina, del problem solving, delle modalità di presa di decisione, della gestione della dimensione dell’equipaggio sia in condotta, sia in cabina.
Le mille facce della psicologia dell’aviazione sono dunque ben rappresentate dal libro di Monica Martinussen, David R. Hunter, iniziando proprio dal primo capitolo che è dedicato alla definizione del campo di indagine. La domanda alla quale si vuole rispondere, in sintesi, è: come performano le persone che hanno ruoli di responsabilità nella varietà delle situazioni e condizioni che caratterizzano l’aviazione? L’insieme di discipline psicologiche chiamato in causa tende a rispondere a tale quesito con una speciale attenzione a come sviluppare sicurezza, efficienza, salute e comfort psicofisico. Gli undici capitoli costituiscono uno stimolo rivolto ai piloti e alla “gente dell’aria” a considerare seriamente quali e quanti contributi può offrire la psicologia all’aviazione civile e militare.
Nel contesto di un volume ben strutturato si comprende poco il secondo capitolo che è, sostanzialmente, un capitolo di pura statistica, mentre appare interessante l’aver inserito il terzo capitolo sulla fisiologia dell’essere umano, considerato che l’esperienza del volo si sviluppa in un ambiente non familiare per il quale l’essere umano non è predisposto. In questo capitolo sono anche richiamati i problemi derivanti da fatica, dalla mancanza di sonno, e dall’uso di farmaci e sostanze. Con il quarto capitolo si entra in modo più chiaro nel merito delle questioni tecniche, presentando un panorama sulle capacità umane e i tratti di personalità che costituiscono la base per la descrizione della personalità e per la psicologia delle differenze individuali. Si tratta di una descrizione sintetica che esplora bene l’aspetto delle qualità intellettive, ma meno bene quello delle qualità emotive, dando una prevalenza al noto modello dei cinque grandi fattori della personalità e sottostimando altri modelli.
Il quinto e il settimo capitolo sono centrati sui temi tradizionali ma importantissimi della selezione e della formazione: questa parte del libro rappresenta sicuramente uno spazio prezioso per chiunque voglia essere aggiornato sull’argomento, mentre il capitolo seguente è dedicato al sistema socio-tecnico. Il messaggio che da qui promana è che i sistemi – meccanici ed ergonomici, ma anche sociali e di formazione – devono essere disegnati a misura di essere umano, e ciò anche per ridurre o eliminare cause improprie ed aggiuntive di stress (tematica a cui è dedicato l’ottavo capitolo). Credo che sia molto importante il capitolo nono che tratta delle differenze culturali ed organizzative, e dei modelli di leadership: da questi punti di vista si può affermare che ogni compagnia aerea è un caso a se stante, è unica, e va quindi studiata ed approcciata in modo molto attento.
Il testo si chiude con altri due capitoli densi di informazioni e ragionamenti. Il primo sulla presa di decisione e su tutto ciò che può facilitare oppure ostacolare tale processo; il secondo sulla sicurezza, vista naturalmente nell’ottica della psicologia dell’aviazione, in cui sono riassunti i principali rischi a cui va incontro il pilota, desunti dalle migliori ricerche internazionali. Ecco dunque una lettura complessa ma utile non solo agli specialisti del settore: comandanti e piloti consapevoli di loro stessi e del contributo che può offrire la psicologia individuale e di gruppo, clinica e sociale, possono offrire un livello di competenza e di affidabilità di gran lunga maggiore rispetto a coloro che sono addestrati quasi soltanto sulle materie tecniche, o che sono considerati semplicisticamente come dei “processori di informazioni”.
Andrea Castiello d’Antonio