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Gli episodi di decesso a breve distanza dalla somministrazione del vaccino AstraZeneca hanno allarmato dapprima le persone, poi gli Stati, fino ad attivare la sospensione precauzionale della somministrazione del vaccino stesso.
Decisione assunta dall’EMA, la European Medicines Agency, e recepita dall’AIFA, che ha esteso il divieto di somministrazione del vaccino in tutta Italia.
A valle del check dell’EMA il vaccino è stato giudicato “sicuro ed efficace”, non risultando evidenze della presenza di un rischio generale di eventi tromboembolici. I vantaggi superano i rischi, pur in presenza di eventi rari, e con la raccomandazione di proseguire negli studi e nelle ricerche.
Un aspetto della vicenda su cui è utile soffermarsi è dato dalla percezione del rischio.
Alla base si dovrebbe partire da un dato, e cioè che in Italia, nel 2020, hanno perso la vita, in media, più di 2000 persone ogni giorno.
Nel 2019 sono morte 647.000 persone.
Nel 2020 746.146 (la soglia di 700.000 morti in un solo anno è stata oltrepassata in 2 sole occasioni: nel 1920 e nel corso della II Guerra Mondiale).
E’ possibile che una persona a cui è stato appena somministrato il vaccino muoia nel tempo immediatamente successivo per altre cause? Si, è possibile.
Ma il modo di percepire gli eventi della vita tendono a inclinare per una percezione causa-effetto.
Si tratta di uno dei tanti fenomeni della percezione umana e della valutazione degli eventi.
Per capire un aspetto di questa dinamica percettiva, mi è tornato alla mente l’esperimento di Albert Michotte (psicologo sperimentale belga), che ho studiato circa 50 anni fa nei corsi di Psicologia.
L’esperimento del Barone Albert Edouard Michotte van den Berck.
Nell’esperimento l’osservatore vede di fronte a sé una pallina che si muove da sinistra verso destra in traiettoria lineare fino a toccare una seconda pallina che era ferma sulla stessa linea. Nel momento in cui le due palline si toccano, la prima si arresta e la seconda inizia a muoversi lungo la stessa traiettoria, da sinistra a destra (come se continuasse il movimento della prima pallina).
Inevitabilmente, l’osservatore percepisce una relazione di causa-effetto: la prima pallina “causa”, cioè dà una spinta, alla seconda, che inizia a muoversi. Ma i due movimenti possono benissimo essere indipendenti l’uno dall’altro.
Contiguità non significa causalità – ciò naturalmente non toglie che si debba attendere il controllo di EMA e di AIFA per avere certezza di come sono andate – e come vanno – le cose riguardo allo specifico del vaccino AstraZeneca -.
In psicologia, così come in medicina, è arduo stabilire relazioni lineari di causa-effetto.
L’attribuzione di una causa, in un mondo complesso, è cosa difficile.
Eppure, ancora oggi troppe persone continuano a pensare secondo una logica lineare semplice e semplificante che non ha alcun riscontro nella realtà. Nella realtà mentale, così come in quella fisica o sociale.
Andrea Castiello d’Antonio