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Effetto D. se la leadership è al femminile: storie speciali di donne normali
Ecco un libro che tratta di una tematica ormai abbastanza nota, ma in modo nuovo ed originale. “Liberiamoci dallo stereotipo della donna-leader di successo con tailleur attillato grigio antracite e tacchi a spillo”: questa è la frase che il potenziale lettore ha sotto gli occhi nel momento in cui, dopo essere stato attratto dall’immagine di copertina ed avendo preso in mano il libro, lo gira e inizia a leggere la presentazione in quarta di copertina.
Dunque: come scriveva tempo fa un noto studioso di leadership, si ha davvero necessità di “piccoli atti di leadership” nel mondo del lavoro, e – specularmente – non se ne può più di testimoni e formatori che declamano le gesta di Lee Iacocca o Bill Gates a platee di quadri intermedi stressati, manager con duecento mail al giorno da leggere, e dirigenti che stanno in bilico tra l’esaurimento nervoso e la psicosomatica…
Sul versante della leadership femminile si sta rasentando, a mio avviso, il medesimo problema. Sono prese a modello le grandi manager, le donne-leader del palcoscenico internazionale, oppure le classiche figure rampanti che, anni fa, campeggiavano sulle immagini delle pubblicità aziendali: sorriso accattivante ma deciso, giacca scura doppio petto, atteggiamento sereno, impegnato ma disinvolto e, ovviamente, profilo da star e ambiente organizzativo da film.
Il volume di d’Ambrosio Marri e Mallen compie una rotazione di 360 gradi rispetto a stereotipi di questo genere: si tratta di capire cosa fanno, come vivono, come interpretano il loro ruolo delle “normali” donne che vivono la loro vita portando avanti il loro impegno imprenditoriale, direzionale, professionale o manageriale. Non si va alla ricerca dei grandi capi d’azienda, né delle persone – che pure ci sono e sono da valorizzare – spesso ritratte sulle pagine delle riviste dedicate al management.
Effetto D si apre con il racconto della nascita dell’idea del libro e prosegue con una nota sul linguaggio in cui già si può apprezzare la delicata attenzione che le autrici pongono a questioni apparentemente banali come quelle linguistiche. Il primo capitolo getta poi una luce aggiornata sulla situazione della professionalità al femminile, definita “un bollettino di guerra”, stante i dati non proprio confortanti circa le retribuzioni, le carriere e, in generale, le possibilità che sono aperte e disponibile per le donne nel nostro mondo del lavoro.
Seguono, quindi, otto capitoli, che prendono spunto da altrettante interviste effettuate tra il 2009 e il 2011 a figure femminili – normali, ma eccezionali, se si accetta il bisticcio concettuale - che operano nei più diversi campi applicativi. Ad ogni soggetto intervistato è associato un “tratto di leadership” originale e significativo: ad esempio, la leadership “civica”, associata a Titti Postiglione, capo della sala operativa della Protezione Civile, oppure la leadership “consapevole”, che riguarda la storia professionale di Stefania Attili, comandante in Alitalia (consapevole perché si sta con la “testa per aria e i piedi per terra”, come recita il titolo di un paragrafo di questo capitolo). Ma vi sono esempi molto particolari, come quello della direttrice d’orchestra, Laura Simionato, che ha saputo oltrepassare il “limite” collegato alla sua presenza fisica: limite inteso dal molti del suo ambiente come qualcosa che le impediva sia di lavorare come orchestrale, sia di diventare direttrice d’orchestra perché - leggete con attenzione e pensate che siamo nel 2011 (ma in Italia…) – in ogni caso, “distraeva” i suoi colleghi di lavoro! Insomma, nonostante lo stile leggero, simpatico, fluido del testo, tra le righe non si può fare a meno di leggere la fatica, la grande, assurda fatica, che queste persone hanno dovuto fare per arrivare lì dove sono.
Se poi si pensa a quella sorta di “combinato disposto” che rende il soggetto giovane-donna inviso a una gran parte del mondo datoriale italiano – solo negli ultimissimi tempi vi è stato (per fare un esempio) chi ha avuto il coraggio di far emergere con chiarezza la vergogna delle “dimissioni in bianco” – si comprende bene come sia importante lavorare sull’apprezzamento della creazione di valore che può provenire – e verrebbe, se fosse lasciata libera di estrinsecarsi – dalle realtà collegate all’Effetto D.
Da tutto ciò emergono numerose considerazioni e credo che il lettore, prima ancora di giungere al capitolo dedicato alle conclusioni, leggendo le otto storie di vita e gli otto tratti di leadership possa maturare un’ampia serie di considerazioni su come la leadership ed il potere organizzativo sono interpretate dall’universo femminile - almeno da coloro che qui lo rappresentano, ma che (a parte le solite, dovute eccezioni, di cui purtroppo si è visto negli ultimi anni sul palcoscenico del “teatrino Italia”) sembrano davvero incarnare gli aspetti più rilevanti della gestione femminile dei ruoli di autorità ed autorevolezza -.
Ben venga, dunque, il capitolo undicesimo, vale a dire l’Elenco delle cose da fare per potenziare la propria leadership con leggerezza che, tra il serio e lo scherzoso, pone l’accento su cosa fare per sopravvivere e vivere in un mondo ancora tendenzialmente ostile… È infine da notare come questa conclusione “leggera” ben si integra con le puntuali considerazioni che offre la Prefazione del volume, scritta da Alessandra Perrazzelli, presidentessa dell’Associazione Valore D.
Andrea Castiello d’Antonio