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ELGAR INTRODUCTION TO ORGANIZATIONAL PROJECT MANAGEMENT
Nell’ambito della collana Elgar Introduction to Management and Organizational Theory, curata da Cary L. Cooper (della Alliance Manchester Business School, University of Manchester, UK) e da Stewart R. Clegg (docente alla School of Management, University of Technology, Sydney, Australia), si colloca questo originale contributo sull’onda del sempre rinnovato interesse verso tutte le attività che ruotano intorno al Project Management.
Il testo prende le mosse dalla constatazione che per condurre dei progetti validi nel mondo delle organizzazioni sia necessario definire alcuni elementi di base a cominciare da quali progetti considerare e soprattutto come coordinarsi con gli altri progetti che sono in corso di attuazione. Al fine di evitare confusioni, ripetizioni, conflitti e ritardi nell’espletamento delle attività, la dimensione del coordinamento tra i diversi progetti e programmi in fase di attuazione diviene cruciale. Non sembra essere sufficiente stabilire semplicemente le priorità – sappiamo, peraltro, che fin troppo spesso nel mondo del lavoro “tutto” diventa prioritario in pochi secondi di tempo – essendo necessario puntare sull’armonizzazione dell’execution, standardizzando alcuni elementi e visualizzando i diversi livelli in cui i progetti operano, e il loro impatto nei contesti limitrofi.
Semplice a dirsi, molto complicato nella realtà del lavoro già di per sé caotica, e sempre più stressata sui tempi.
L’OPM – Organizational Project Management intende visualizzare e dare indicazioni circa il coordinamento dei progetti, individuando diverse prospettive, puntando all’integrazione dei singoli progetti in un quadro di networking che sia coeso e funzionalmente valido. Ciò include lo sforzo di integrare diverse attività che sono poste a differenti livelli dei network e delle gerarchie organizzative, prendendo in esame le decisioni di business, le decisioni strategiche, il loro reciproco rapporto e la loro gestione, senza dimenticare di puntare verso l’implementazione delle stesse.
In effetti, ciascuna organizzazione sufficientemente dinamica e proiettata sui mercati tende a stabilire – anche implicitamente – dei network in merito alle mille attività collegate ai progetti in corso, al fine di massimizzare l’efficienza e l’efficacia dell’azione. Uno degli scopi importanti dell’approccio OPM è quello di concettualizzare tali network, individuare i loro elementi costitutivi, nel contesto di ruoli, funzioni, relazioni e attività istituzionalizzate che sono alla base delle attività (non a caso, i progetti, i programmi e il portfolio dei progetti rappresentano le 3P all’interno di questo framework).
Gli autori affermano che nella letteratura esistente vi sono scarse e poco definite indicazioni su come i diversi elementi sono tra loro collegati, ma anche su come gli stessi sono stati definiti (in base a quali modelli, ad esempio). Al fine di offrire un contributo utile ai lettori, il testo si snoda tra analisi teoriche, presentazioni e la narrazione degli interventi di implementazioni svolti in settori pubblici e privati – corredata da specifici casi di studio, compresa una rassegna che ha coinvolto bel venti organizzazioni. Non manca una interessante ricostruzione di come e quando l’OPM ha preso forma e dei suoi differenti sviluppi all’interno delle “filosofie” organizzative.
Arricchito da numerose figure e tabelle, il testo è articolato in tre parti e quindici capitoli. Alla prima parte, dedicata al modello e composta da otto capitoli, segue la parte centrale sulle teorie, integrata con la terza ed ultima sezione dedicata alle applicazioni (qui sono presenti due casi di studio estesamente descritti). Interessanti anche gli ultimi due capitoli, dedicati l’uno all’OPM assessment e l’altro al disegno dei sistemi OPM.
Circa gli autori, Ralf Müller è professore di Project Management, presso il Department of Leadership and Organizational Behaviour della BI Norwegian Business School di Oslo; Nathalie Drouin è Executive Director al KHEOPS – International Research Consortium on the Governance of Large Infrastructure Projects, e docente al Department of Management and Technology (Université du Québec, a Montréal); Shankar Sankaran è professore of Organizational Project Management, presso la Faculty of Design Architecture and Building, University of Technology Sydney.
Andrea Castiello d’Antonio