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Freud and Psychoanalysis. Six Introductory Lectures

Titolo: 

Freud and Psychoanalysis. Six Introductory Lectures

Autori: 
John Forrester. Edited by Lisa Appignanesi
Casa editrice: 
Polity, 2023, pp. XIII+209 € 17,00 (paperback)

John Forrester è un autore molto conosciuto soprattutto nei paesi di lingua inglese – forse un po’ meno in Italia – fortemente interessato a tutto ciò che ruota intorno alla psicoanalisi e alla figura di Sigmund Freud. Uno dei suoi libri, The Seductions of Psychoanalysis: Freud, Lacan and Derrida, in cui si tratta della psicoanalisi dal punto di vista della narrazione di storie e del linguaggio trasformativo, è stato tradotto in italiano nel 1993 da Il Mulino (Le seduzioni della psicoanalisi. Freud, Lacan e Derrida). Un altro suo lavoro, Dispatches from the Freud wars: Psychoanalysis and its passions (Harvard University Press, Cambridge, 1997), quando uscì suscitò un grande interesse e un forte dibattito (di questo libro si può leggere l’interessante recensione a firma di Elaine Hoffman Baruch, pubblicata in Psychoanalytic Psychology, 16, 1, 130–137, 1999).

In Freud and Psychoanalysis sono riportate sei lezioni tenute alla University of Cambridge che illustrano lo sviluppo del pensiero freudiano collocato nel contesto dell’epoca e legato alla vita stessa di Freud, all’atmosfera del tempo e alle pratiche cliniche che erano all’epoca diffuse per curare le persone sofferenti di nervi.

I principali temi della psicoanalisi classica – i sogni, la sessualità, l’inconscio, il conflitto tra desiderio e difesa – sono qui trattati in ottica critica e nella direzione dell’edificazione di un nuovo approccio al soggetto sofferente e di nuove forme di dialogo e di intervento terapeutico. La psicoanalisi è vista in rapporto con la scienza e con la medicina, ma anche come forma di pensiero e di sensibilità sempre più diffusa nella cultura popolare: uno sviluppo che ha intersecato diversi movimenti sociali e culturali.

Il testo è strutturato in sei capitoli, in modo molto chiaro e, direi, costruttivamente didattico, partendo da considerazioni ad ampio spettro per poi trattare il tema dei sogni e della sessualità (terzo capitolo) e tornare ad aprire il campo di riflessione con i tre capitoli successivi che culminano nel capitolo finale, forse il più interessante di tutti, sul significato della psicoanalisi nel XX Secolo. La prima pagina, che segue la nota editoriale della curatrice e moglie Lisa Appignanesi – con la quale Forrester ha firmato un saggio di grande spessore, Freud’s Women, pubblicato nel 1992 e poi riproposto nel 2005 (traduzione italiana Sigmund Freud e le sue donne. La Tartaruga, Milano, 2007) – e la prefazione di Darian Leader, apre con i versi di W. H. Auden, tratte dal suo omaggio a Freud (In Memory of Sigmund Freud, del 1940), poeta che sarà richiamato successivamente in altre pagine del testo.

Trattando l’impatto culturale e certamente rivoluzionario (se collocato in quei tempi) della psicoanalisi, Forrester segue il percorso dello sviluppo del Movimento Psicoanalitico Internazionale ampliando lo sguardo su come la psicoanalisi è stata accolta e si è diffusa partendo da Vienna verso gli USA, la Francia e la Gran Bretagna. In questo viaggio l’autore considera anche l’impatto della psicoanalisi nelle arti, in specie nella cinematografia e nella letteratura, mostrando ciò che alcuni ritengono ancora oggi essere il maggior valore del messaggio freudiano e cioè l’aver impostato un nuovo modo di vedere le cose, di pensare a noi stessi e al mondo, di elaborare la cultura e la storia. In tale ottica, Forrester, nella lezione quinta, nota il disseminarsi della psicoanalisi nei circoli letterari e tra gli intellettuali di Vienna, Berlino, Monaco e Budapest, seguendo il percorso delle idee freudiane fino al Greenwich Village di New York e al londinese Bloomsbury Group, mentre la psicoanalisi e altre forme di terapia, facevano capolino nelle pagine di scrittori come May Sinclair (pseudonimo di Mary Amelia St. Clair), Francis Scott Fitzgerald e Italo Svevo. Ben presto “la psicoanalisi (particolarmente negli USA) fornì un ponte tra la psichiatria e la neurologia, tirando fuori la psichiatria dai manicomi. Un ponte che tipicamente facilitò la disseminazione della psicoanalisi” (p. 125).

John Forrester (Londra, 25 agosto 1949 – 24 novembre 2015) è stato filosofo e storico della scienza e in queste pagine emerge con tutta la sua competenza nel momento in cui inquadra la psicoanalisi nei contesti socioculturali – ad esempio, notando che “Freud è stato sempre interessato alle problematiche del potere (e alle sue deformazioni) sia all’interno del suo studio che guardando allo sviluppo del bambino, ai rapporti di amore o alla famiglia, e ai nuclei della società” (p. 107) – chiedendosi anche quale sia stato il senso dell’edificazione del Movimento Psicoanalitico Internazionale, che genere di associazione è stata questa, se scientifica o piuttosto politica. Tutte considerazioni sempre molto misurate e ponderate, in cui non si nota mai la partigianeria, bensì onestà intellettuale e continua ricerca di senso, sorrette da una critica arguta e dalla capacità di osservare i fenomeni da molteplici punti di vista.

Infine, non si può sfuggire alla tentazione di confrontare queste lezioni introduttive di Forrester con le più note lezioni freudiane: Freud S. (1915-1917), Introduzione alla psicoanalisi (OSF, Vol VIII. Boringhieri, Torino, 1976) e Freud S. (1932 [1933]), Introduzione alla psicoanalisi (nuova serie di lezioni). OSF, vol. ix. Boringhieri, Torino, 1979). Un confronto che arricchirà di certo il pensiero del lettore.

 

Andrea Castiello d’Antonio

 

 

Questa recensione è stata pubblicata sulla rivista Qi – QUESTIONI E IDEE IN PSICOLOGIA (Hogrefe editore) nel numero 109 del Marzo 2024

https://qi.hogrefe.it/rivista/cat/recensioni/