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Handbook on Diversity and Inclusion Indices. A Research Compendium
Nell’ambito dei numerosi testi che da qualche tempo a questa parte si occupano di Diversity Management questo, pubblicato nelle Research Handbooks in Business and Management Series, a cura di Eddy S. Ng, (docente di Equity and Inclusion in Business presso la Smith School of Business, Queen’s University, Canada), Christina L. Stamper (HR Program Director e docente di Management, presso il Department of Management, Western Michigan University, USA), Alain Klarsfeld (Senior Professor, Work, Employment and Health Research Group, TBS Business School, Francia) e di Yu (Jade) Han (Assistant Professor, Faculty of Business Administration, University of Regina, Canada) emerge come un lavoro estremamente originale e anche molto utile per tutti coloro che hanno la necessità di dare una misura alle dimensioni della Diversity e dell’Inclusion nelle loro organizzazioni.
Lo scopo del testo è quello di passare sotto la lente di ingrandimento una quantità notevole dei più noti e citati indicatori delle tre dimensioni Diversity, Equity & Inclusion (DEI) al fine di rendere maggiormente consapevoli gli utilizzatori di tali strumenti e di permettere loro una scelta ragionata anche sulla base del benchmark. È per questo che, in modo assai articolato, sono delineati i pregi e i difetti – o per meglio dire le debolezze – di ciascun indicatore, ma anche molto altro, nei termini della loro utilizzabilità, dando pure conto del come sono stati costruiti.
Il testo è introdotto dal contributo di scenario a firma dei quattro curatori in cui si spiega la necessità dello sviluppo di indici nazionali che possano facilitare il confronto dei risultati e le ricerche comparative. Si tratta di indicatori che coprono un ampio spettro di dimensioni come, ad esempio, l’atteggiamento verso le minoranze, il multiculturalismo e la parità di genere. Ma molti indicatori sono limitati da una serie di difetti che spaziano dal semplificazionismo alla errata scelta dei parametri e/o delle metodologie. In tale contesto sono ben precisati i criteri che hanno indotto i curatori alla scelta degli strumenti da presentare e criticamente commentare. Così, si va dal questionario ad ampio spettro HDI – Human Development Index, a strumenti specifici come l’LGBT Diversity Index.
Con uno sguardo globale si può dire che a fronte di indicatori generali vi sono quelli monodimensionali, verticalizzati su specifici temi, ed altri ancora caratterizzati da un taglio orizzontale, su un gruppo di tematiche affini. Alcuni significativi esempi sono rintracciabili nei capitoli dal titolo TAFEP’s Fair and Progressive Employment Index (FPEI), The United Nations’ Gender Inequality Index, Women’s Economic Opportunity (WEO) Index, e The Multicultural Policy Index (MPI), mentre nel capitolo dal titolo Counting for something: valuing the Human Development Index, a firma di Erica French e Jannine Williams si specifica in modo ancora più dettagliato l’utilizzo che il professionista o il ricercatore possono fare di questo volume, con una nota sulla banca dati di riferimento su cui poggia la rassegna.
Ogni capitolo è strutturato in modo tale da rendere agevole il confronto tra i vari strumenti. All’inizio del capitolo vi è la sezione dedicata alle origini e alla storia del questionario; segue il paragrafo della metodologia in cui è descritto in modo chiaro ed articolato ogni aspetto dello strumento e, spesso, è riportato per intero il questionario. Proseguendo, si passa alle applicazioni e ai risultati delle stesse sotto forma del paragrafo dal titolo Strenghts and Weakness (punti di forza e punti di debolezza), per concludere con uno sguardo volto al futuro e con le conclusioni sintetiche.
Si può dunque vedere questo testo come una fonte ricca e articolata di informazioni ragionate e criticamente presentate intorno ai 23 indicatori DEI per come essi sono applicati, e applicabili, a livello organizzativo nelle singole nazioni e in specifici contesti culturali. Da alcuni commentatori questo lavoro è stato elogiato come una vera miniera di informazioni che è di interesse per una quantità di attori organizzativi diversi – anche per ricercatori e per gli studiosi dei fenomeni del mondo del lavoro che afferiscono a diverse discipline come la sociologia, l’economia e la statistica demografica.
Eddy S. Ng, Christina L. Stamper, Alain Klarsfeld and Yu (Jade) Han, i quattro curatori, hanno dunque saputo comporre un lavoro di sicuro interesse per molti, raccogliendo intorno a questo progetto un nutrito gruppo di autori, i quali hanno firmato i venti capitoli in cui il libro è suddiviso.
Al fine di ampliare la visuale sulle tematiche emergenti in ambito Human Resources Management si può utilmente consultare il testo a cura di Anthony J. Nyberg e Thomas P. Moliterno, Handbook of Research on Strategic Human Capital Resources (Edward Elgar, 2019).
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nel NUMERO 104 - MAGGIO 2023
della rivista online Qi – QUESTIONI E IDEE IN PSICOLOGIA