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HANDBOOK OF EMBODIED COGNITION AND SPORT PSYCHOLOGY

Titolo: 

HANDBOOK OF EMBODIED COGNITION AND SPORT PSYCHOLOGY

Autori: 
Massimiliano L. Cappuccio
Casa editrice: 
MIT Press, 2020, pp. XXXV+770, $ 85.00 (Hardcover)

Le vittorie degli atleti italiani e delle atlete italiane alle Olimpiadi e alle Paralimpiadi del 2021 rendono questo libro a cura di Massimiliano Cappuccio particolarmente attuale e interessante. All’attualità della materia si associa, però, una visione generale del binomio sport & psicologia che non sempre è capita o apprezzata (nonostante esista da tempo una branca proprio denominata Psicologia dello sport – vedi la mia recensione del volume Dictionary of Sport Psychology, a cura di Dieter Hackfort, Robert J. Schinke, Bernd Strauss (Academic Press - Elsevier, 2019) pubblicata in Panorama Risorse Umane.

Come scrive David Papineau nella sua Prefazione, per troppo tempo, ultimamente, ha dominato un modello della mente in analogia con il funzionamento dei computer; un modello che mal si applica allo sport. Infatti, ragionare in modo sequenziale, parlare di input-output, e di processori centrali non ha molto senso quando un atleta deve decidere cosa fare – come muoversi – nell’arco di cinquecento millesecondi. La moderna psicologia dello sport – e questo bel libro, in specie – rivede del tutto questo paradigma costruendo un campo di indagine e di operatività che vede la persona inserita nell’ambiente in cui deve operare, da sola oppure con dei compagni di squadra, con un avversario oppure avendo come “avversario” se stessa… E, dunque: come lavora la mente umana nelle condizioni (spesso estreme, e comunque stressate) dell’agonismo sportivo?

I ventisei capitoli di questo volume, scritti da sessantanove esperti, costituiscono un prezioso ausilio per capire cosa è, oggi, la Sport Psychology, le contaminazioni tra psicologia e sport, e il contributo fattivo di entrambe queste discipline l’una verso l’altra.

Il testo è strutturato con una Introduzione del curatore (preceduta da due brevi prefazioni a firma di Rich Masters e David Papineau), sette ampie sezioni, una nota sulle biografie dei tutti gli autori e un utile Indice finale. Il concetto di base, l’embodied cognition (cognizione incarnata), ha le sue radici nell’idea della embodied beings, cioè della persona come essere incarnato in cui mente e corpo sono strettamente connessi, così come l’insieme è connesso con l’ambiente esterno ed è, per così dire, intriso della cultura di riferimento. I processi cognitivi sono, in certo senso, corporei, e al tempo stesso interrelati con il mondo esterno – il corpo influisce sulla mente e può modellarla, quindi i processi sono bidirezionali.

Ecco emergere il processo sensomotorio e, ampliando il campo di conoscenza, si può dare un’occhiata a un testo che ho recensito sulla rivista Psicoterapia e Scienze umane (numero 2, 2018): Pat Ogden e Janina Fisher, Psicoterapia sensomotoria. Interventi per il trauma e l'attaccamento. (Raffaello Cortina, Milano, 2016; ediz. orig. 2015).

Gli autori (che sono in prevalenza psicologi e filosofi con diverse specializzazioni) presentano inizialmente i concetti di base dal punto di vista teorico per poi entrare nel merito di questioni operative che ruotano sugli automatismi, la performance e tutto ciò che può inibire o bloccare la prestazione. Già in questa seconda sezione del testo si possono apprezzare i differenti punti di vista sostenuti in implicita dialettica dagli autori.

La tematica dell’apprendimento e della pedagogia sportiva si integra con l’analisi multidimensionale degli skill dell’atleta, compresa l’empatia da mettere in campo negli sport di squadra. Prima di approfondire gli aspetti che ruotano intorno alla scelta del modo di agire e dell’anticipazione, una sezione è dedicata agli approcci alla motivazione e alla performance nelle scienze sociali.

L’ultima sezione getta luce sulla creatività nello sportivo e sulle abilità di prevenire e di anticipare, anche improvvisando e, comunque, prefigurando come e cosa potrà avvenire nel vivo dell’azione.

Per saperne di più sulle basi teoriche dell’approccio si consiglia vivamente di leggere un testo uscito in origine nel 1991 e ora riproposto, aggiornato e rivisto: The Embodied Mind. Cognitive Science and Human Experience, di Francisco J. Varela, Evan Thompson, e Eleanor Rosch (Revised Edition, MIT Press, 2017), con una prefazione di Jon Kabat-Zinn.

Il libro è sicuramente di interesse per il mondo della psicologia e della psicologia applicata non solo allo sport ma anche a una serie di settori che sono trasversali ad altre attività umane, prima fra tutte l’attività lavorativa: infatti, molto è scritto in questo testo sul binomio cooperazione-competizione, sul teamwork, sul rapporto tra prestazione e obiettivi, sulla gestione della tensione emotiva, sul funzionamento mentale nel prendere decisioni in situazioni in cui il tempo a disposizione non aiuta di certo.

E’ quindi un testo che può suscitare la curiosità non solo degli psicologi dello sport e degli psicologi professionisti ma anche dei medici dello sport, dei neuroscienziati, degli psichiatri, dei sociologi, degli antropologi, degli educatori, dei leader e dei coach. E, proprio rispetto ai coach, credo che si debba precisare che il coaching serio (e non quello commercializzato con mille etichette) è al di là delle specifiche applicazioni, nel senso che chi è un bravo professionista coach e opera in campo manageriale ha tutti gli strumenti di base anche per operare nel campo dello sport (ma non il contrario).

 Non a caso i migliori colleghi che si definiscono coach sportivi ammettono che non vi è una delimitazione chiara tra le diverse applicazioni del coaching. In tale direzione, si spera che venga presto oscurata la denominazione mistica di mental coach – purtroppo utilizzata molto nel campo sportivo – che non ha alcuna base scientifica né alcun senso nell’operare quotidiano.

 

Andrea Castiello d’Antonio

 

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Questa recensione è stata pubblicata nel mese di OTTOBRE 2021

nel sito web “PANORANA RISORSE UMANE”

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