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Il drammatico caso del Boeing 737 Max 8 della Ethiopian Airlines, precipitato in Etiopia il 10 marzo 2019, riapre il problema della sicurezza nei cieli. In questo caso, ci si trova di fronte a un tema di interazione uomo-macchina, forse innescato da una eccessiva fiducia nell’automazione – problematica ben rappresentata dal saggio di Nicholas Carr La gabbia di vetro su cui ho scritto la recensione che è visibile qui.
Le domande sono molte, a cominciare dalle analogie che hanno coinvolto a distanza di pochi mesi due aeromobili della stessa tipologia (vedi il disastro dell’aereo della Lion Air dell’ottobre 2018).
Gradualmente (!) alcune compagnie aeree hanno iniziato a bloccare i voli del Boeing 737 Max 8 e, finalmente, L'AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA AEREA - EASA, ha deciso di sospendere in tutto il continente le operazioni di volo dei Boeing 737-8 e 737-9.
Ma come è possibile che un pilota in volo si debba trovare a “lottare” contro un sistema di controllo automatico, un software, che insiste (per così dire) a correggere l’assetto e la velocità dell’aeromobile, peraltro in una fase di volo delicata com’è quella del decollo? E quante volte sarà accaduto che il pilota è riuscito solo in extremis a “vincere” il comando automatico che fa puntare l’aereo verso il basso?
Certo, c’è un tema di corretta informazione delle procedure sui manuali di volo, e anche di formazione e addestramento dei piloti, per non dire della loro valutazione periodica. Su quest’ultimo argomento ho scritto l’articolo COME SONO VALUTATI I PILOTI DELL'AVIAZIONE CIVILE? PSICOLOGIA CONTEMPORANEA, 2015, pp. 14-21.
Qui la mia intervista completa su Euronews "Boeing 737: il pericolo non è solo nella meccanica"
Andrea Castiello d’Antonio