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IL LATO POSITIVO DELLO STRESS
Lo stress ha un lato positivo? Questo è un libro che farà discutere perché propone una visuale inconsueta su un fenomeno, lo stress, che è da tutti e da sempre considerato nella sua accezione negativa e problematica.
Strutturato in due parti, il testo è ricco di esempi, aneddoti, resoconti e narrazioni di esperienze di professionisti e di ricercatori, ma anche report di agenzie di consulenza che hanno compiuto indagini e analisi su come le persone vivono, reagiscono e affrontano le situazioni stressanti della vita. La prima parte ha l’obiettivo di proporre una visione nuova dello stress, ripensandolo in termini critico-costruttivi, proponendo esercizi di supporto per sviluppare un nuovo atteggiamento mentale, puntando a convincere il lettore che una vita piena e densa di significati è – per sua natura – una vita piena di stress. La seconda parte entra nel merito circa il come, quando e perché trasformare lo stress in una risorsa, anche in tal caso proponendo esercizi e cercando di promuovere un modo di vivere in cui lo stress non sia solo accettato ed accolto, ma anche elaborato e trasformato nei suoi risvolti costruttivi.
Molte osservazioni dell’autrice sono condivisibili. Ad esempio, la critica alle prime conclusioni dell’endocrinologo ungherese Hans Seyle quando, verso la fine degli Anni Trenta del secolo scorso, portava avanti le sue sperimentazioni in laboratorio sui ratti il cui esito fu poi trasferito all’essere umano. Seyle fu l’inventore, per così dire, del concetto di stress inteso come risposta globale dell’organismo a determinate stimolazioni. Un’altra osservazione, cioè l’utilizzo generale e generico del termine stress che è ormai da tempo entrato nel linguaggio di tutti i giorni, è sicuramente pertinente e, aggiungerei, non si fa mai abbastanza per cercare di delimitare questo concetto al suo ambito specifico. Un ambito, peraltro, che in base agli ultimi studi di Seyle, è stato distinto in eustress e distress, proprio al fine di considerare che una certa “forma” del cosiddetto stress può avere effetti positivi, mentre lo “stress negativo” è racchiuso nel termine distress. E, da questo punto di vista, ci si potrebbe chiedere quale sia la novità che propugna la giovane Kelly McGonigal parlando del lato positivo dello stress, cioè di un concetto (e una realtà verificabile nelle persone) ampiamente nota ed anche fortemente collegata ad altre capacità umane, come la resilienza e il self-empowerment.
Altre considerazioni appaiono un po’ avventate, ad esempio parlare di scienza dello stress e, addirittura, di New Science of Stress, ma anche la definizione che l’autrice offre del termine stress: “lo stress è ciò che si manifesta quando in gioco c’è qualcosa che vi interessa” (p. 16), una definizione che appare fin troppo generica, se non banale. Ciò che interessa fortemente all’autrice è comunque portare il lettore a considerare la questione con occhi nuovi e ad impegnarsi in una serie di esercizi e allenamenti utili al fine di patire il meno possibile delle conseguenze dello stress, cogliendone i lati costruttivi. Uno degli aspetti che sono maggiormente criticati dall’autrice è proprio il comune sentire, cioè l’etichetta che ormai accompagna la parola stress in ogni sua declinazione; un’etichetta negativa, legata a sofferenza e angoscia, a problematiche psicosomatiche e a gravi incidenti di percorso come l’infarto del miocardio. Al fine di modificare il mindset negativo sono proposti tre passaggi di base: “1) apprendere un nuovo punto di vista, 2) fare un esercizio che incoraggi ad adottare e applicare il nuovo atteggiamento, 3) offrire un’opportunità per condividere l’idea con altri” (p. 52). Vi è da notare che le considerazioni che sono espresse in questo scritto in merito alle abilità soggettive da sviluppare per far fronte allo stress possono essere generalmente declinate in molti modi diversi: appare quindi lecito (e rintracciabile nelle pagine scritte da McGonigal) pensare alle strategie di coping, alla mindfulness, all’empowerment, alla hardiness e a tutto l’insieme di indicazioni che sono ormai ampiamente emerse circa l’importanza di fare senso e significato agli accadimenti e agli impegni della vita.
Dunque un libro intrigante su cui il lettore potrà sviluppare ulteriori osservazioni personali basate sulla propria esperienza di momenti stressanti di vita.
Andrea Castiello d’Antonio