Per appuntamento
La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.
La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.
Il sentimento del reale. Scritti inediti
Con il numero 369 la Collana di Psicologia Clinica e Psicoterapia diretta da Franco del Corno, si arricchisce di un volume prezioso e davvero inaspettato (come ha segnalato Massimo Ammanniti nel suo commento al testo sul quotidiano La Repubblica di domenica 23 marzo 2025).
Il sottotitolo – Scritti inediti – dà il segnale di questa pubblicazione, realizzata con massima cura e per mezzo di un eccellente apparato critico da Anna Ferruta e Sara Boffito (quest’ultima ha curato la traduzione dei testi). Si tratta di trentanove scritti scelti e selezionati da The Collected Works of D. W. Winnicott a cura di Lesley Caldwell e Helen Taylor Robinson, pubblicati dalla prestigiosa Oxford University Press (New York, 2016) in edizione di ben dodici volumi, ciascuno aperto da un’introduzione – ed è importante notare che alcune introduzioni sono firmate da colleghi italiani: Anna Ferruta, Vincenzo Bonaminio, Paolo Fabozzi e Marco Armellini. L’edizione delle opere di Winnicott è stata insignita, nel 2016, dell’American Board & Academy of Psychoanalysis Book Prize, e rappresenta un rammarico pensare che molto difficilmente i Collected Works troveranno nel futuro la possibilità di essere tradotti in italiano. Ma, scrivendo queste note, si deve aggiungere che l’editore Raffaello Cortina ha già pubblicato altri sette importanti volumi di Winnicott, oltre alle Lettere (uscito nel 1988) e alla biografia scritta da Robert F. Rodman, Winnicott. Vita e opere (2014).
L’interesse di questa raccolta di inediti emerge non solo dalla lettura dei brani ma anche dall’apparato che circonda e completa l’opera a cominciare dalla Prefazione di Lesley Caldwell e dal saggio che segue, a firma di Sara Boffito e Anna Ferruta: Presentazione. Dal primitivo al sentimento del reale: una selezione di scritti inediti, in cui si dà ampiamente conto dello sviluppo e della struttura del libro. Libro che è suddiviso in cinque parti, ognuna delle quali è introdotta da un commento delle due curatrici le quali non solo hanno condiviso l’apparato critico ma anche le note a piè di pagina e l’ultima sezione del testo, cioè le Appendici (sezione che precede la Bibliografia, l’Indice dei nomi e le Fonti dei testi).
In particolare, nelle Appendici sono collocate tre letture di grande interesse: la prima richiama la vita e le opere di Winnicott (a firma di Anna Ferruta), la seconda è dedicata ad una figura sicuramente poco nota e, forse, del tutto dimenticata nel panorama della psicoanalisi del nostro Paese, cioè William Clifford Munro Scott , (il quale, a mio avviso, condivide questa trascuratezza con altre figure interessanti come, ad esempio, Roger Earle Money-Kyrle), e la terza in cui si discutono i Collected Works (queste ultime due letture sono a firma di Sara Boffito).
Dunque, si è di fronte a un testo che si presta a una consultazione verticale, cioè gestita autonomamente dal lettore il quale può facilmente addentrarsi in una quantità di tematiche differenti, tutte trattate con il consueto stile dell’autore, semplice, chiaro e diretto, anche perché spesso Winnicott si rivolge al grande pubblico, alle madri, attraverso conferenze e interventi alla BBC, oppure dialoga con i colleghi, come nel seguente passo: “Ciò a cui Balint sembra arrivare è questo: a livello del difetto di base il fattore eziologico principale è stato un fallimento ambientale in una fase iniziale in cui c’era un alto grado di dipendenza. Sono d’accordo” (p. 180).
Il lettore è guidato dal titolo delle sezioni che portano insegne come Winnicott clinico, o Winnicott privato; sezioni che, tutte, si chiudono con alcune, poche pagine contraddistinte da un singolare titolo assegnato dalle curatrici: Lampi d’intuito. Glimpses: “le intuizioni fulminanti, la nettezza del pensiero nitido e audace di questi scritti ci hanno spinto a inserire al termine di ogni parte una pagina di aforismi, una selezione di espressioni che abbiamo chiamato ‘L’ampi d’intuito’, che permettono di cogliere in modo sintetico lo spirito del pensiero in evoluzione di Winnicott” (p. XVI).
Al di là della statura scientifica e clinica di Winnicott emerge dal testo l’originale psicoanalista – come nel capitolo 11, Incontrarsi per essere derubati, in cui, oltre a considerazioni cliniche, l’autore associa riflessioni sul carattere delle nazioni – lo sperimentatore, l’essere umano che si confronta e dialoga con colleghi giovani e anziani, manifestando sé stesso con autenticità e esponendo, tra le righe, la propria visione del mondo.
Dando continuamente credito alle esperienze concrete vissute dai suoi interlocutori – “nel concetto di famiglia che ho cercato di costruire per voi, dovete inserire tutto ciò che avete appreso dalle vostre esperienze personali” (p. 54) – come osservano le curatrici, “per Winnicott la psicoanalisi è un disciplina del vivente” (p. XIV).
Per coloro che sono familiari con i principali concetti winnicottiani come, ad esempio, l’oggetto transazionale, la madre normalmente devota, le vicende dello sviluppo psicologico del bambino, la tecnica analitica e lo sviluppo dei lineamenti di teoria (sempre solidamente basati sulle scoperte freudiane) queste pagine permetteranno di arricchire e integrare ciò che già si conosce.
Per coloro che si accostano all’opera di Winnicott senza una particolare, pregressa conoscenza della sua vita e del suo impegno scientifico-professionale queste pagine solleciteranno sicuramente il desiderio di saperne di più; eventualmente, di saperne di più anche sul contributo offerto dalla seconda moglie, Clare Britton, conosciuta nel 1941 e sposata dieci anni dopo: una figura che non sembra particolarmente ricordata – vedi la mia recensione al volume curato da Joel Kanter, Face to Face with Children. The Life and Work of Clare Winnicott (London: Karnac, 2004), in Psicoterapia e Scienze Umane, XXXIX, 1, 2005, pp. 130-131.
In conclusione: chissà se ci si trova all’alba di un rinnovato interesse per l’opera di Donald Winnicott: una sorta di recupero o di rinascita, simile a ciò che si è vissuto relativamente al pensiero di Sándor Ferenczi e forse di buon augurio per ciò che concerne l’opera di Karl Abraham di cui, nel corrente anno, 2025, si celebra il centenario della scomparsa.
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nel NUMERO 114 - GENNAIO 2025
della rivista online Qi – QUESTIONI E IDEE IN PSICOLOGIA