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Il valore aggiunto del buon manager

Ogni tanto qualcuno si chiede qual è il contributo reale, il valore aggiunto concreto che offre una persona collocata in ruoli manageriali.

Talvolta – ma in certi ambienti si dovrebbe scrivere “molto spesso” – il valore aggiunto del manager è nullo, poco più di niente, di frequente solo formale, di presenza, a volte nemmeno “di firma” considerato il timore che molti nutrono nel firmare una decisione.

 

Ma quando si vede un BUON TEAM, una BUONA SQUADRA, allora si dovrebbe guardare con fiducia verso l’alto. Alle spalle di un team che lavora bene, opera in armonia e ottiene performance adeguate, sì, vi è direi sempre un BUON MANAGER.

Certo, quando il manager gestisce professional di alto livello, probabilmente non offre alcun contributo allo svolgimento del lavoro tecnico.

NON DEVE, NON POTREBBE.

In questi casi si vede il team lavorare bene come se fosse auto-gestito. E va bene così.

UN OTTIMO CAPO È COLUI CHE… NON FA IL CAPO! Almeno in un certo senso.

 

Gli specialisti, i PROFESSIONAL HIGH LEVEL, i POTENZIALI che volano alto, non hanno necessità di molto se non di un direttore d’orchestra saggio e sufficientemente lontano dallo specifico del job, in modo tale da dare AUTONOMIA E INDIPENDENZA DI PENSIERO.

 

Ma a volte TOGLIERE VIA UN LIVELLO COMPLETO DI MANAGEMENT può essere la scelta migliore.

In certe piramidi ci sono troppi livelli e, di conseguenza, troppa gente che non fa nulla di utile, che raddoppia e triplica i costi di base, che non apporta alcun valore alla catena del lavoro.

In questi casi si scopre che le cose funzionano molto meglio senza che una pletora di manager altamente pagati faccia finta di lavorare, o lavori l'uno per l'altro CREANDO ENTROPIA, o lavorai L’UNO CONTRO L’ALTRO per ottenere i massimi benefici legati ai bonus di fine anno…

 

Anche quando i manager sono OK si deve dire che ci sono alcune componenti della gestione del capitale umano che vacillano. Ad esempio, SAPER GESTIRE E SAPER VALUTARE LE PRESTAZIONI è vitale per un’organizzazione, ma spesso i sondaggi delle società di consulenza mettono in rilievo risultati sconfortanti.

Negli ultimi 10 anni circa si viaggia intorno al 50% dei manager che ritengono il loro SISTEMA DI PERFORMANCE APPRAISAL inutile o addirittura dannoso.

Soltanto i manager davvero in gamba riescono a far funzionare decentemente sistemi di valutazione delle prestazioni che sono obsoleti o inadatti a differenziare le diverse fasce di qualità delle risorse umane che sono impiegate nel sistema.

Sistemi inutili o mal congeniati che portano alcuni capi a STRINGERE LE MAGLIE DEL CONTROLLO oppure, in modo altrettanto negativo, a LASCIAR CORRERE SENZA PIÙ MONITORARE NULLA – ciò accade soprattutto nelle pubbliche amministrazioni.

 

Quando le cose vanno bene il buon manager emerge come un faro nella notte e dona al proprio team LA MOTIVAZIONE GIUSTA per andare avanti – cosa che è già molto!

 

Tra le molte “cose” che un buon manager dovrebbe fare ce ne sono alcune che sono collegate a questo discorso. Ad esempio:

come garantire le risorse e il supporto di cui il team necessita;

tenere la barra dritta sulla direzione e sugli obiettivi;

trovarsi in linea nel combattere le battaglie spalla a spalla;

differenziare i buoni dai migliori, e i migliori dagli eccellenti, mentre si recuperano i mediocri;

evitare di lavorare con la calcolatrice sul tavolo – il NUMERO IN FONDO A DESTRA è solo il risultato finale di un lungo processo;

proteggere il team dagli attacchi distruttivi, dalle richieste irragionevoli, dal “TUTTO È URGENTE E VA FATTO PER IERI”;

assicurarsi una linea di gestione intermedia valida e riconoscibile;

dare a ciascuno LA DIGNITÀ di cui merita come cittadino, prima ancora che come professionista.

 

Si potrebbe continuare a lungo, non tanto con LE FUNZIONI DI BASE DEL MANAGEMENT – quelle dovrebbero essere assicurate quasi per default – quanto ragionando sulle FUNZIONI SOFISTICATE…

 

Rende un pessimo servizio l’attuale moda di lavorare con LE “PILLOLE” DI FORMAZIONE per far crescere il management.

Nessuna persona trae beneficio da sbrigative e spesso molto superficiali pillole.

E il manager stressato che non ha tempo per riflettere dovrebbe proprio essere portato a pensare e ideare, non a correre dietro a spot pubblicitari basati su “quanto è bella la formazione”!

LA FORMAZIONE PUÒ… DEFORMARE.

E non deve essere né bella né brutta. DEVE ESSERE FATTA BENE, E UTILE.

 

Le competenze manageriali di oggi sono in parte diverse rispetto a una generazione fa.

IL MONDO SI RINNOVA, e così dovrebbe fare il management, tenendo però presente che alcuni grandi blocchi di competenze, qualità psicologiche e facoltà mentali erano e sono sempre le stesse.

Erano indispensabili per gestire le persone ieri, e lo sono ancora oggi.

 

Andrea Castiello d’Antonio