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ISCRIVERSI A PSICOLOGIA? RISPOSTA: NO! CON POCHISSIME ECCEZIONI

Ho 70 anni, “frequento” diversi ambiti della PSICOLOGIA da circa mezzo secolo. Insomma, ho una certa “visione” di come si è sviluppata LA PSICOLOGIA IN ITALIA NEGLI ULTIMI TEMPI.

 

Spesso, nel corso del tempo, GENITORI PREOCCUPATI, e GIOVANI INDECISI mi hanno interpellato, ponendo domande come:

-----“E’ una buona idea studiare Psicologia?”

-----“E dopo… (cioè dopo la laurea) … che mondo sarà?”

 

Scegliere di iscriversi a Psicologia NON È COSA DA PRENDERE ALLA LEGGERA!

La prima domanda da farsi è la seguente:

“Sono davvero interessato alla Psicologia – e non solo a Freud & Psicoanalisi, perché NON si studia solo quello, anzi… – oppure sto cercando nella psicologia qualcosa per curarmi, per auto-curarmi?

Insomma: è un interesse verso il mondo della mente, oppure sto sbagliando tutto, come se fossi uno che ha mal di fegato e, invece di curarsi, va a studiare Medicina?

 

Se si è proprio convinti che è l’interesse è la PSICOLOGIA – ma quale psicologia? Oggi ne esistono moltissime e diverse, e in ogni Facoltà si mette l’accento più su un argomento, un indirizzo teorico, piuttosto che su un altro… – allora si deve capire che è necessario GETTARSI COMPLETAMENTE NELLA MATERIA.

 

Quindi si tratta di ANDARE OLTRE, BEN OLTRE I LIBRI DI TESTO che servono per superare gli esami

Bisogna comprare e studiare i libri di base dei GRANDI PSICOLOGI (anche se non sono da studiare per gli esami!), abbonarsi a riviste, vedere o partecipare a Webinar, consultare i video in YouTube dove gli psicologi parlano e si raccontano, frequentare naturalmente l’università e anche la sua Biblioteca, partecipare a gruppi di studio e seminari, vedere con occhio critico i tanti documentari – ma anche i film, alcuni di grande pregio, come “Qualcosa è cambiato”, sulla nevrosi ossessivo-compulsiva – che trattano temi psicologici.

 

Insomma: SI DEVE NUTRIRE UN TRASPORTO, UNA PASSIONE, UN FORTE INTERESSE per queste materie della mente, della psiche, del comportamento, dell’essere umano che vive in mezzo ad altri esseri umani, senza trascurare gli apporti, almeno quelli più significativi, della psichiatria, della medicina, della filosofia e della sociologia.

 

Queste sono, a mio avviso, le CONDIZIONI ECCEZIONALI che giustificano, oggi, l’iscrizione a una delle tante (troppe!) facoltà di psicologia sparse in tante, troppe università sul nostro territorio.

 

E circa i corsi a distanza, le università telematiche, l’unica risposta è: NO.

LA PSICOLOGIA, COME LA MEDICINA, NON SI DEVONO, NON SI POSSONO STUDIARE…. “A DISTANZA”!

Dovrebbe essere intuitivo… Ma non lo è!

 

Al di là di queste eccezioni di grande pregio e spessore, che (forse) porteranno lo studente appassionato verso un buon traguardo professionale, la domanda è: PERCHE’ “NON” ISCRIVERSI A PSICOLOGIA?

 

Per questi motivi:

  1. Sapete QUANTI SONO GLI PSICOLOGI, OGGI IN ITALIA? Nel 2020 erano circa 117.000… Oggi molti di più.
  2. Sapete che già da decenni il numero di laureati in psicologia È DI GRAN LUNGA SUPERIORE a ogni possibile ipotesi di assorbimento nei mercati di lavoro?
  3. Sapete che gli unici sbocchi occupazionali che avrebbero potuto dare ossigeno ai laureati in psicologia in cerca di lavoro NON SONO MAI STATI ATTIVATI? Mi riferisco alle figure dello PSICOLOGO DI BASE, e dello PSICOLOGO SCOLASTICO.
  4. Naturalmente non vi è alcuna programmazione né universitaria, né rispetto alle previsioni del mercato del lavoro proiettate da qui a N anni che possa dare idea del rapporto tra “PERSONE IN CERCA DI OCCUPAZIONE” / ATTIVITÀ DISPONIBILI.

Quindi non si sapeva, non si sa, e non si saprà di QUANTI PSICOLOGI vi è bisogno, né di quali SPECIALITA’ si avrebbe più necessità.

Queste considerazioni si possono fare solo intuitivamente: ad esempio, si sa che la popolazione sta invecchiando. Ma questo semplice dato di fatto non serve a far scattare alcuna formazione né programmazione di reclutamento di medici e psicologi, in ambito gerontologico!

 

A tutto ciò si deve aggiungere la politica dissennata che ha portato a MOLTIPLICARE I CORSI DI LAUREA IN PSICOLOGIA – in assenza, appunto, di qualunque necessità di nuovi psicologi – creando facoltà in cui sono stati chiamati ad insegnare docenti di Serie B, C e D...

Da ciò deriva che chi volesse studiare Psicologia, oggi, dovrebbe comunque rivolgersi alle università di maggior prestigio.

 

Nel corso dei decenni, dato che l’area della PSICOTERAPIA – già occupata da altre figure professionali, come gli psichiatri – SI È SUBITO SATURATA PER GLI PSICOLOGI-PSICOTERAPEUTI, gli ordini professionali centrali e periferici hanno di volta in volta… battuto la grancassa su presunte “nuove aree” di occupazione professionale.

 

Così è stato detto, qualche tempo fa: FATE PSICOLOGIA DEL LAVORO, PERCHE’ LI’ LE AZIENDE HANNO BISOGNO DI PSICOLOGI!

Falso! Il cosiddetto mercato, in quell’area, era già saturo!

 

Poi è stata la volta dello PSICOLOGO GIURIDICO… Ma di quanti psicologi forensi, secondo voi, si ha bisogno in Italia? Di migliaia?!? Assurdo.

 

Quindi si è detto: FATE PSICOLOGIA DELLO SPORT!

Poi FATE PSICOLOGIA MILITARE!

E da dopo il famoso disastro aereo di Germanwings, ora il “mantra” è: FATE PSICOLOGIA DELL’AVIAZIONE!

Davvero inqualificabile!

 

Questa specie di CORSA SENZA FINE è stata cavalcata dalle università – esempio: è di questi giorni l’avvio di un… “master di psicologia dell’aviazione” (ma naturalmente i docenti sono i soliti “accademici di mestiere” che nulla sanno di questo campo!) –ma anche da società di consulenza e di formazione.

 

Una vera e propria FABBRICA DI DISOCCUPAZIONE E DI SOTTO-OCCUPAZIONE INTELLETTUALE.

Di cui a nessuno è richiesto di dare ragione, come quasi sempre avviene nel nostro Paese.

Sulla pelle e sulle tasche dei giovani e delle loro famiglie.

 

Tutto ciò nel contesto delle cosiddette LAUREE DEBOLI, cioè le lauree in DISCIPLINE UMANISTICHE: sociologia, pedagogia, filosofia, e le abbastanza nuove (altra follia!) “scienze” della comunicazione, della formazione, e così via (“scienze”? Ma non prendiamoci in giro!).

Anche in tal caso: ma di quanti laureati in “scienze della comunicazione” si pensa che il mondo del lavoro avrà bisogno?!?

 

I laureati nelle altre discipline umanistiche naturalmente STANNO MOLTO PEGGIO DEI LAUREATI IN PSICOLOGIA. E così di apre una sorta di gara tra i deboli, di “guerra tra poveri”.

È di questi giorni un… “master” avviato da una università del Sud sulla metodologia di ASSESSMENT CENTER nell’ambito della facoltà di sociologia (!) e con la richiesta di iscriversi a… chiunque! Come se quella METODOLOGIA DI DIAGNOSI PSICOLOGICA non fosse, ovviamente, appannaggio dei soli laureati in psicologia.

 

In questo quadro non si capisce chi e perché dovrebbe, oggi, iscriversi a Psicologia.

Più in generale, in un mondo del lavoro (italiano) in cui vi è SOVRABBONDANZA DI LAUREATI IN MATERIE UMANISTICHE – ma anche in Architettura, in Giurisprudenza… solo per citare due esempi – che senso ha continuare a iscriversi a questi corsi di laurea?

 

E allora? CHE COSA FARE?

Se non si ricade nell’unica “famiglia” delle ECCEZIONI sopra detta, prima di iscriversi a Psicologia conviene EFFETTUARE ALCUNI COLLOQUI con uno psicologo esperto e che non sia interessato a indurre nel giovane una scelta o un’altra.

 

Uno PSICOLOGO SUPER PARTES che può capire se la persona ha un livello motivazionale adeguato, se ci sono ALTRI elementi che inquinano la scelta (come disagi e problematiche psichiche), se si è sufficientemente adeguati a questo genere di studi, e così via.

Anche perché, forse nessuno lo dice, ma per fare lo psicologo, bisogna anche possedere delle QUALITÀ PERSONALI di un certo tipo…

Non tutti possono fare lo psicologo, solo perché… gli piace l’idea, o gli va di farlo!

I rischi sono notevoli.

 

Infatti, non dimentichiamo che, oggi, studiare psicologia significa STUDIARE PER 5 ANNI fino alla laurea magistrale, fare L’ESAME DI STATO, poi continuare con 4 ANNI DI SCUOLA DI PSICOTERAPIA, oppure con CORSI DI SPECIALIZZAZIONE PROFESSIONALIZZANTI di varia durata temporale (minimo 1 anno).

NON È UN PERCORSO BREVE O SEMPLICE, tutt’altro.

Quindi, prima di mettersi dentro questo percorso, È BENE AVERE LE IDEE CHIARE.

Molto chiare!

 

Andrea Castiello d’Antonio