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L’ANSIA. IL NEMICO DELL’ESSERE UMANO

Uno dei circoli viziosi più temuti da chi ha provato almeno una volta nella vita l’ansia (l’angoscia) è l’ANSIA ANTICIPATORIA che si innesca sulla base del meccanismo spesso denominato “PAURA DELLA PAURA”.

 

Si ha il timore che si possa ripetere l’esperienza angosciosa che si è già una volta vissuta.

Il tutto nasce da una sorta di situazione paradossale.

Si tende a MONITORARE SÉ STESSI per verificare di non entrare in ansia e… SI ENTRA IN ANSIA!

Oppure il cuore accelera per un motivo qualsiasi (ad esempio, ci si sta affrettando perché si è in ritardo e si cammina a passo svelto) e questo È INTERPRETATO PSICOLOGICAMENTE come l’inizio di un attacco di ansia…

 

In sostanza: IL TIMORE di avere un attacco di angoscia può scatenare un mini-attacco di angoscia.

A differenza della paura, che è “protettiva” – ad esempio, si ha paura se ci si accorge all’improvviso che si sta attraversando la strada senza guardare – l’ansia non protegge. L’ansia, l’angoscia, INDEBOLISCONO, e proiettano sul futuro l’evocazione del disagio mentale: ci si aspetta di provarle di nuovo!

 

Anche se si dice, e si legge nei libri, che l’ansia è “un segnale” e che il segnale di angoscia è “funzionale” all’essere umano… In realtà si dice una cosa inesatta, confondendo il “segnale” con lo sviluppo vero e proprio dell’angoscia.

L’angoscia crea confusione mentale, paralizza, fa scappare (ma non si sa “dove” scappare… Scappare da sé stessi è un po’ difficile!), indebolisce mente e corpo… e molto altro ancora.

Non è “funzionale” proprio a niente!

 

Ciò è ben visibile nelle fobie, in cui l’ansia si lega a un oggetto o a una situazione specifica come accade nell’angoscia di prendere l’aereo – vedi il mio libro “PAURA DI VOLARE” https://www.youtube.com/watch?v=WhdpkfPo7-E. E come accade in tutte le claustrofobie e le agorafobie.

Si teme di avere un attacco di cuore, un infarto, un collasso.

Si ha paura di svenire (davanti a tutti…), di fare una pessima figura.

Fino a che, per non vivere queste situazioni, si è portati ad EVITARE, rinunciare a vivere le situazioni che potrebbero scatenare un attacco di angoscia.

 

In particolare, proprio le FOBIE sono così difficili da superare perché l’angoscia si è “cristallizzata” in una determinata situazione o oggetto, e l’evitamento rende quelle condizioni che non si vogliono sperimentare sempre più forti e presenti.

Ad esempio, se si ha l’ansia di parlare in pubblico – o di prendere l’ascensore – evitare queste situazioni non fa altro che rafforzarle nel corso del tempo. Ma, d’altro canto, è abbastanza semplicistico – e per niente “psicologico” – limitarsi a consigliare a chi ha queste paure di… continuare a parlare in pubblico o prendere l’ascensore tutte le volte che deve salire qualche piano.

 

Nel film “Inside Out 2” l’attacco di angoscia è molto ben rappresentato da RILEY ANDERSON.

Può far bene vedere quelle immagini, almeno perché si ha la sensazione di non essere soli quando si sente di scivolare, di sprofondare, in un attacco d’ansia – malamente e stupidamente oggi detto “attacco di panico” (tanto per rincarare la dose di paura da instillare nella persona!).

 

In ogni caso, l’ansia è un po’ come un CRAMPO MUSCOLARE mentre si pratica sport. Lo si sente arrivare, nella fase acuta fa male, anche molto male, poi diminuisce l’intensità del dolore, sfuma e finisce, lasciando spossati. Senza altre conseguenze. Ma certo: a quel punto rimane l’idea che potrebbe capitare ancora…

 

Andrea Castiello d’Antonio