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LEADER CHE HANNO CAMBIATO LA STORIA
Nell’Introduzione a firma di Nelson Mandela è sottolineata una caratteristica che hanno in comune le figure di leader che sono qui tratteggiate, vale a dire l’ambizione. Ambizione che è declinata da Mandela nella volontà di apportare un cambiamento, nella scelta di porsi all’opera e agire, nel coraggio di prendere decisioni. “Non hanno avuto paura di difendere ciò in cui credevano” con le sue stesse parole – parole che richiamano altre qualità tipiche di chi occupa posizioni di responsabilità e di gestione come la tenacia e la determinazione nel portare avanti il proprio progetto.
Alcuni dei soggetti qui effigiati hanno avuto un’influenza non solo considerevole, ma anche prolungata nel tempo all’interno degli ambiti in cui hanno operato, mentre in altri casi si nota una sorta di potere di persuasione e di coinvolgimento indiretto – non meno potente e non meno persuasivo, eventualmente sul lungo periodo. A soggetti che hanno compiuto azioni mirabili o che sono entrati addirittura nelle leggende dei popoli per aver trasformato in modo netto situazioni che sembravano consolidate e immodificabili si associano persone che hanno condotto a grandi cambiamenti con la sola forza delle idee.
Certamente, in tutti i casi emerge qualcosa su cui riflettere, talvolta un dettaglio, più spesso si evidenzia l’opportunità di rintracciare una delle tante ed attuali qualità della leadership di cui oggi si parla. Qualità spesso in embrione, nascoste nelle pieghe di eventi e di accadimenti, eventualmente denominate con termini diversi da quelli che useremmo noi al giorno d’oggi.
Non si può poi sfuggire alla tentazione di consultare queste pagine attraverso la filigrana della conquista e della gestione del potere (qualunque cosa questa parola voglia indicare). Potere che da alcuni è stato esercitato per il bene dei propri simili e delle istituzioni o organizzazioni in cui esercitavano la loro influenza, mentre da altri è stato finalizzato a distruggere i nemici piuttosto che ad abusare della propria posizione dominante per curare i propri personali interessi.
Leadership fisiologica e leadership patologica, si potrebbe dire, ma non sempre quest’ultima è stata tempestivamente inquadrata e capita da chi, ad essa, infine si è opposto attivamente. E, naturalmente, la gestione della leadership è trasversale – pur se differenziata – rispetto a parametri quali il genere, la razza, la cultura di provenienza, l’età anagrafica, il contesto ambientale e organizzativo in cui si manifesta e, infine, gli obiettivi che si intendono perseguire.
Il testo è suddiviso in sei aree e in ognuna sono presentate figure esemplari di leader che, in molti casi, hanno davvero cambiato il corso della storia ed hanno inciso profondamente sull’attuale stato del pianeta e delle relazioni tra Stati.
Le sei aree sono aperte dalle prime diciassette figure esemplari nell’ambito della religione e dell’edificazione degli imperi (iniziando con Mosè, ci si muove in un arco temporale che va dal 2000 a.C. al 1500 d.C.). Si parte, quindi, da lontano, seguendo poi un criterio cronologico che arriva fino ai giorni nostri, dato che l’ultima sezione del testo – dal titolo Libertà e opportunità – copre gli anni dal 1980 all’oggi. Ogni sezione del testo si chiude con un capitolo dedicato intitolato Altri leader, cioè persone alle quali non è stato dato lo spazio ampio che è stato offerto alle figure principali ma che, comunque, sono apparse degne di nota. Tra queste, per restare nei nostri giorni, figurano tra gli altri il manager americano Jack Welch, l’imprenditore australiano Rupert Murdoch, il generale Norman Schwarzkpof, e Steve Jobs, Mark Zuckerberg e Donatella Versace.
Nella maggior parte dei casi le figure tratteggiate conducono verso capi di Stato e di apparati, riformatori e rivoluzionari, guide spirituali e imprenditori, ma anche algidi monarchi, brutali dittatori e illuminati rappresentati del popolo. Ognuno con la propria personalità e il proprio stile, ognuno artefice del proprio destino e, quindi, segnato e ricordato sulla base delle proprie azioni e del potere di influenza e di trascinamento che ha saputo esprimere nel corso della propria vita.
L’esercizio a cui convoca questo libro è proprio quello di rintracciare le qualità del leader nei numerosi casi che sono presentati, collegando le caratteristiche espresse o implicite delle persone alle loro azioni, cioè al loro stile di condotta e di intrapresa. Un libro quindi molto utile per allontanarsi dai soliti stereotipi e dalle solite liste di aggettivi che nel mondo delle organizzazioni si tende a richiamare ogni volta che si parla di manager e di leader, spesso appiattendo il discorso su qualità astratte o su capacità che dovrebbero ormai essere date per scontate.
Andrea Castiello d’Antonio