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Leading with Depth: The Impact of Emotions and Relationships on Leadership

Titolo: 

Leading with Depth: The Impact of Emotions and Relationships on Leadership

Autori: 
Claudia Nagel
Casa editrice: 
Phoenix, 2023, pp. XXXVI+340, £ 34.99 (paperback)

In occasione del quarantaseiesimo anniversario della nascita della International Society for the Psychoanalytic Study of Organizations (ISPSO) questo volume vuole essere un dono a tutta la comunità dell’associazione, centrando l’attenzione su uno dei temi più rilevanti o, forse, si potrebbe dire sul tema centrale e fondamentale di ogni vita organizzativa: l’esercizio della leadership. Esercizio che nell’ottica psicodinamica e psicoanalitica rappresentata da ISPSO significa andare al di là del visibile, al di là del comportamento osservabile, al fine di comprendere e gestire gli aspetti inconsapevoli e le dinamiche istituzionali che sono collocate – come recita il titolo di un altro importante testo – al di sotto della superficie (Lionel F. Stapley, Individuals, Groups and Organizations Beneath the Surface: An Introduction. Routledge, 2006)

L’intento del testo curato da Claudia Nagel è quello di condividere una serie di esperienze professionali sviluppate nel corso dei decenni da parte di prestigiosi esponenti operanti nel campo della leadership e delle impostazioni psicodinamiche. La stessa Claudia Nagel, past president di ISPSO, è consulente senior e coach, con una formazione in psicologia delle organizzazioni, psicoanalisi ed economia, nonché autrice di un bel testo sul coaching (Psychodynamic Coaching. Routledge, 2020). Tra coloro che hanno contribuito al volume compaiono, tra gli altri, Gilles Amado, Halina Brunning, Manfred Kest de Vries e Fiona Martin. Inoltre, il testo si avvale della prefazione di Bolko von Oetinger (professore di Strategic Management e tra i fondatori del Boston Consulting Group - BCG Germany, di cui è stato presidente) e della introduzione di Anton Obholzer (psichiatra e psicoanalista emerito, amministratore delegato del Tavistock and Portman NHS Trust, e membro della facoltà di INSEAD).

Fin dalle prime pagine ci si immerge in un contesto in cui spiccano la personalità e la persona a tutto tondo del leader – da intendersi, per estensione, come ogni soggetto che eserciti un’autorità e un potere di gestione all’interno del contesto di lavoro.

L’affettività, le emozioni e il mondo interiore del leader, come ha ben dimostrato Manfred Kets de Vries (autore del capitolo Effective and dysfunctional leaders) in oltre cinquanta volumi e quattrocento articoli e capitoli di libri dedicati a vari aspetti della leadership del management, non possono, bensì devono essere tenuti in debito conto, perché qui si trova la radice di ogni stile di leadership, di ogni modo di gestire autorità, autorevolezza e poter: sia gli stili di leadership funzionali, autentici e sanamente orientati al conseguimento costruttivo dei risultati, sia gli stili disfunzionali, patologici – tossici, come oggi si tende a definirli.

Prendere in considerazioni tali aspetti significa poter migliorare le azioni tipiche del leader e del manager come risolvere problemi e prendere decisioni, gestire la prestazione dei collaboratori e creare un clima sufficientemente adeguato a cooperare in modo proattivo.

Il testo è suddiviso in due grandi sezioni dedicate la prima alla persona e la seconda all’organizzazione e, nonostante la complessità delle tematiche trattate, si tratta di un libro che si legge facilmente perché composto da diciotto capitoli, ognuno dei quali approfondisce un argomento specifico. Si possono così scorrere capitoli il cui titolo è evocativo di precise dimensioni del vivere organizzativo come, ad esempio: Do women lead differently, and do they want to lead? (Rob Ryan), Thinking together – and how to get there (Martin Ringer), Digitalisation of our world of work (Phil Boxterk) e Leading by the screen: how to do online and hybrid right (Kalina Stamenova).

E’ ben illustrata la funzione manageriale implicita e profonda che non si riferisce al conseguimento degli obiettivi e alla realizzazione di risultati sfidanti, bensì alla gestione dell’incertezza, dei confini mobili e labili, dell’ansia dei collaboratori, delle emozioni distruttive che possono serpeggiare nei gruppi di lavoro, delle attese irrealistiche e dei fantasmi personali che si propongono sulla scena organizzativa interpretati nei modi più diversi dai diversi attori organizzativi (solo per citare alcune dimensioni di questa realtà inconsapevole che si agita, più o meno silente, in ogni essere umano e in ogni contesto istituzionale ed organizzativo).

Visualizzare questi backstages, andare behind the stage of the actors significa sviluppare la consapevolezza del proprio ruolo incarnato in una determinata personalità, riflettere sulle esperienze e apprendere da esse, interpretare secondo diverse ottiche e prospettive sia ciò che accade nel lavoro sia ciò che espongono persone – capi, colleghi, collaboratori – ognuna delle quali ha il proprio, legittimo punto di vista che, per essere realmente compreso, deve essere inquadrato in un contesto che va ben al di là del ruolo occupato e della funzione svolta.

Unendo i necessari aspetti teorici – e anche storici, sottolineerei – alle esperienze professionali, ai casi di studio, ai report e alle testimonianze, si affrontano, esemplificativamente, argomenti come: la capacità di creare fiducia nel team e di gestire i conflitti, l’importanza di identificare rapidamente i segnali distruttivi soprattutto nell’esercizio della leadership (ma non solo), la necessità di riconoscere l’emergere di ansie e difese psichiche profonde, la difficoltà nello sviluppare il pensiero divergente e l’iniziativa nei collaboratori, la delicatezza nella gestione dei sentimenti di fragilità e di solitudine che possono bloccare il manager nell’esercizio delle sue attività. Tutto ciò è inserito nell’ottica sistemica e psicodinamica, collegato agli attuali mutamenti del mondo del lavoro, proiettato in avanti in funzione di prevenzione, tenendo conto quali sono, oggi, le richieste del mondo del lavoro e come, un domani, esse potranno svilupparsi.

Claudia Nagel ha, dunque, compiuto un’opera meritoria nell’organizzare e presentare, oggi, un testo che può essere ritenuto anche simbolicamente rappresentativo del punto in cui è giunta l’ottica psicodinamica nell’applicare le proprie conoscenze ed esperienze al mondo del lavoro.

Andrea Castiello d’Antonio

Questa recensione è stata pubblicata sulla rivista Qi – QUESTIONI E IDEE IN PSICOLOGIA (Hogrefe editore) nel numero 109 del Marzo 2024

https://qi.hogrefe.it/rivista/cat/recensioni/