Per appuntamento
La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.
La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.
Lungotevere delle Navi è a Roma, un tratto dei lungotevere nei pressi del grande palazzo monumentale del Ministero della Marina.
È un indirizzo che ai più non dice nulla, ma al numero 20 di Lungotevere delle Navi, molti anni fa, vi era la sede di uno dei due istituti psicoanalitici di Roma: l’ISTITUTO ROMANO DI PSICOANALISI – l’altro era a Via Salaria 237/b, con una sua diversa denominazione (a Milano vi era un solo istituto, in Via Corridoni 1).
A ciascun istituto corrispondeva un Centro.
Il CENTRO PSICOANALITICO DI ROMA, a Lungotevere delle Navi 20, e il CENTRO DI PSICOANALISI DI ROMA, di Via Salaria 237/b.
La sede della SPI vide finalmente le due sedi unificate (i due istituti) in Via Lima, e poi in Via Panama 48, ove è tutt’oggi.
Perché ricordare la “vecchia” sede di Lungotevere delle Navi 20?
Sono passati 50 anni da quando, studente di Psicologia, iniziai a frequentare quei locali.
Era il 1974 e iniziai a recarmi regolarmente lì per consultare il ricco catalogo della Biblioteca dell’Istituto, uno dei pochi posti a Roma in cui poter reperire materiali in diverse lingue, di importanza storica, collezioni complete di riviste internazionali (e, naturalmente, anche italiane), documenti e altro ancora.
In un’epoca in cui non esistevano PC e cellulari trascorrevo alcune ore ogni settimana portando con me un grande blocco per gli appunti e una penna; una volta reperiti documenti particolarmente interessanti la segretaria di allora mi aiutava a fare le fotocopie con una macchina mastodontica e lenta.
Oltre, naturalmente, alle opere di Freud, in inglese – la famosa Standard Edition – e in tedesco vi erano le opere dei maggiori esponenti della psicoanalisi di tutti i tempi e quasi tutti i volumi in italiano che in quegli anni, ricchi di fermenti, erano pubblicati. Tra questi, naturalmente, le opere complete proprio di Sigmund Freud e di Carl Gustav Jung.
In quegli anni la SPI vedeva ai vertici persone come EUGENIO GADDINI, FRANCO FORNARI, GLAUCO CARLONI, GIOVANNI HAUTMANN, e molti altri meno conosciuti ma ottimi clinici, come PIERO BELLANOVA, STEFANO FAJRAJZEN, EFREM FERRETTI.
La “Rivista di Psicoanalisi” di quei tempi, edita da Giunti e poi da Il Pensiero Scientifico, si presentava nella sua elegante veste di colore giallo, accanto alle raccolte delle pubblicazioni internazionali come “THE PSYCHOANALYTIC QUARTERLY”, “THE INTERNATIONAL JOURNAL OF PSYCHOANALYSIS”, e “THE PSYCHOANALYTIC STUDY OF THE CHILD”. Tutte rilegate e ordinatamente posizionate sugli scaffali.
Nei pomeriggi trascorsi tra queste “carte”, immaginando la fisionomia degli autori che decenni prima avevano scritto i loro articoli e libri, ogni tanto scoprivo qualcosa di stupefacente, oppure riuscivo a dare un volto a uno psicoanalista perché, a causa di una qualche ricorrenza, compariva una sua foto nelle pagine delle riviste internazionali.
Leggendo l’inglese, e capendo qualcosa nella altre due lingue più vicine a noi, il francese e lo spagnolo, intrapresi lo studio del tedesco perché iniziai ad approfondire l’opera di Karl Abraham fino a scrivere sulla sua vita e opera la tesi di laurea di oltre 600 pagine – un lavoro che poi sarebbe diventato il mio primo libro (“KARL ABRAHAM E LA PSICOANALISI CLINICA”, del 1981).
https://www.youtube.com/watch?v=pHnhLIKvBXw&list=PLjFKRsNnOOEZD6e6peCa9xUXCZKJnojV3&index=7
Dando una mano, informalmente, alla redazione della “RIVISTA DI PSICOANALISI”, in quegli anni avevo l’opportunità di ragionare su alcuni aspetti degli articoli che venivano proposti. Anni in cui vi era stato il problema di reperire articoli, piuttosto che sollecitarli. Quindi ogni contributo era attentamente esaminato.
E in quei tempi scoprii il valore delle “recensioni” pubblicate dalle riviste e, di lì a poco, iniziai a scriverne io stesso.
https://www.youtube.com/watch?v=fwvIEpvbYw4&list=PLjFKRsNnOOEYVLppoToTJEKZl7PrhcLOU
Dalle finestre delle stanze dell’appartamento che ospitava una parte della SPI romana, verso metà-fine pomeriggio si godeva la luce del tramonto sul Tevere, e tutte le collezioni di volumi e riviste, con tutti i loro colori, echeggiavano insieme nella stanza adibita a biblioteca, nel silenzio più totale.
Queste note voglio solo essere un omaggio a quei tempi lontani, a quelle persone – professionisti, studiosi, appassionati di psicoanalisi e di psichiatria dinamica – che scrivevano utilizzando penne, carta, matite, gomma e carta copiatrice, pubblicando le loro opere stampate da tipografie che componevano le loro matrici con i caratteri di piombo.
Altri tempi… Ma che tempi meravigliosi!
Andrea Castiello d’Antonio