Manager in terapia

Una categoria speciale di persone che si rivolgono allo psicoterapeuta è rappresentata dai manager e dai professionisti di alto livello che operano nelle organizzazioni e nelle istituzioni. Si tratta di persone che sono abituate a spendere la loro vita in un ambiente competitivo, in scenari tumultuosi e imprevedibili, muovendosi con rapidità e assumendo elevati rischi gestionali inerenti il business e l’area tecnico-professionale. E’, dunque, comprensibile che alcune di queste persone sentano, in una fase della loro vita, la necessità di richiedere un aiuto esperto o, almeno di confrontarsi con un “soggetto-terzo” che non sia un familiare, un collega o un amico. Peraltro, molte persone che vivono questo genere di vita sono abbastanza isolate oppure, pur se circondate da persone nell’ambito lavorativo e fuori, tendono ad essere diffidenti e a non volersi esporre, per timore di mostrare le loro fragilità.

Manager in crisi?

Potrebbe sembrare una contraddizione nei termini se si avesse in mente il manager macho tutto-di-un-pezzo, alla John Wayne, o la donna tipo Wonder Woman, che non devono chiedere mai… In realtà queste figure sono, appunto, figure di scena, al cui interno rimane l’essere umano che, a volte, riesce a sentire il bisogno e la legittimità di chiedere un aiuto. Ma è da notare che proprio la decisione di richiedere un aiuto rappresenta un passo assai difficile per queste persone che vedono la loro vita sotto il profilo delle alte prestazioni, dell’essere performanti, del posizionarsi in alto e al centro delle strutture, di governare e decidere per altri – senza contare la pressione della competizione interna, prima ancora che della competizione con i soggetti esterni –.

Spesso, quando si rivolge allo psicoterapeuta, il manager pretende quella prestazione immediata che lui stesso è abituato a sentirsi chiedere...

Come conciliare l’orientamento pragmatico manageriale con i tempi non certo velocissimi di una psicoterapia?

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Andrea Castiello d’Antonio