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MASTERING ETHICS IN ORGANIZATIONS. A Self-Reflective Guide to Developing Ethical Astuteness. II edition
La tematica dell’etica nel mondo del lavoro, dell’etica professionale e dell’etica organizzativa è sempre all’apice delle preoccupazioni di molti. Si deve dire chiaramente, a mio avviso, che è ormai chiaro che qualunque Codice Etico, o Carta dei Valori, non funziona se non si accompagna a una serie di sistemi, di procedure, di norme e di sensibilizzazioni, tenendo appunto conto che le sole sensibilizzazioni, o i corsi di formazione sull’etica manageriale e organizzativa, di certo non sono sufficienti. Una strada forse fino ad oggi poco percorsa è quella di consolidare nelle persone che possono trovarsi di fronte a dilemmi, contraddizioni, ambivalenze e ambiguità organizzative la propria, personale capacità di farvi fronte.
Il testo scritto da Donna Ladkin – docente di Leadership and Ethics, presso la Graduate School of Leadership and Change, della Antioch University (USA) si basa su una serie di assunti che partono dall’affermazione che l’etica costituisce una parte intrinseca al vivere organizzativo, pur essendo l’organizzazione stessa percorsa da dilemmi etici di varia natura: dilemmi che coinvolgono tutti ma, in particolare, i manager di più alto livello che sono a loro volta quelli che incontrano le maggiori difficoltà nel momento in cui devono far fronte alle situazioni eticamente ambigue.
In questo quadro, afferma l’autrice, non è sufficiente possedere delle buone intenzioni né dei buoni valori di riferimento, ma è invece possibile fare pratica, auto-formarsi, in modo tale da riuscire a riconoscere gli aspetti etici nascosti nelle situazioni organizzative e confrontarsi con essi con discernimento e saggezza. Ecco svilupparsi la proposta del libro centrata sulla possibilità di sviluppare le capacità di percepire e indagare le diverse situazioni di lavoro al fine di riflettere su di esse per mettere in atto azioni basate sull’etica, sperimentandosi in questa nuova attività. Un’attività finalizzata e mossa da ciò che è definita astuzia etica - ethical astuteness – illustrata anche per mezzo del richiamo a casi reali in cui si citano le situazioni di aziende di primo piano come Volkswagen, Amazon e Boeing.
Questa seconda edizione di Mastering Ethics in Organizations (che si avvale del contributo di Dani Chesson) vuole rappresentare un diverso approccio all’etica organizzativa indirizzato nello specifico allo sviluppo di vere e proprie pratiche che possano facilitare la messa in atto di azioni e comportamenti etici, anche lì ove il contesto potrebbe non favorire tale modo di agire. L’autrice vuole proporre addirittura un approccio step-by-step, con il supporto di richiami al cinema, allo storytelling e persino alla mitologia, ma con un aggancio molto forte e fermo al mondo di oggi in cui va tenuto presente l’impatto delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, per citare solo due elementi emergenti. In tal modo la riflessione che si snoda è contestualizzata e calata, di volta in volta, in specifiche condizioni-situazioni concrete.
Il testo si apre con un capitolo introduttivo non casualmente intitolato Groundings ed è composto da quattro ampie sezioni, denominate livelli: il primo livello tratta delle questioni e dei concetti fondamentali dando importanza alla dimensione della consapevolezza non meno che alla capacità di porre domande pertinenti ed efficaci – vedi il paragrafo Becoming an artful questioner. Citando una storia Zen e facendo riferimento a Parsifal ci si inoltra nel Level II il cui oggetto è lo sviluppo: lo sviluppo delle proprie capacità di percepire le implicazioni etiche del mondo organizzativo e di vedere al di là dell’apparenza anche utilizzando l’immaginazione e l’empatia. Con il livello successivo, il terzo, l’autrice vuole rispondere alle necessità operative che pone la tematica e quindi si concentra sul come agire, sul come prendere le iniziative o come reagire nelle ambiguità organizzative, richiamando il concetto di capacità negativa e proponendo diversi casi di studio tra cui la situazione di crisi internazionale collegata all’invio dei missili a Cuba nell’ottobre del 1962 da parte dell’allora Unione Sovietica. Sottolineando che la capacità di coscienza critica della persona rappresenta un elemento fondamentale per lo sviluppo di schemi mentali e, successivamente, di piani di azione atti a difendere o sviluppare l’etica organizzativa, Donna Ladkin si concentra sul momento della verità che è rappresentato dal fare: “è ciò che voi fate che, infine, sta a indicare la vostra etica” (p. 126). E questo concetto di etica-in-pratica è sicuramente centrale in ogni luogo e in ogni tempo!
L’ultima sezione del testo, cioè il Level IV, apre con alcune considerazioni sulla cultura organizzativa ed approfondisce, in alcuni capitoli ad hoc, l’impatto dei social media, dell’intelligenza artificiale e della robotica sulle questioni etiche. Il libro si chiude con un ulteriore richiamo alla pratica, al mettersi alla prova e alla tenacia nel portare avanti un approccio personal-professionale autenticamente etico in ogni specifica occasione del mondo del lavoro, e dei tanti micro-mondi organizzativi, evitando la akrasia, concetto impiegato per primo da Aristotele, che “risulta nel sapere cosa si dovrebbe fare da una prospettiva etica, non essendo sufficientemente disciplinati, o coraggiosi, per farlo” (p. 257).
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nel mese di Aprile 2022 nel sito PANORAMA RISORSE UMANE / ISPER