Per appuntamento
La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.
La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.
Leggo in un libro di psicologia di un paio di decenni fa che il matrimonio è diventato un “esperimento” rischioso, e a volte crudele.
Il tempo attuale ha fortemente accentuato la sensazione che ciascuno ha il diritto alla piena soddisfazione personale e all’appagamento emotivo, esistenziale. La felicità va cercata nel qui-e-ora e c’è poca voglia e nessun tempo per adattamenti, men che mai per la comprensione dell’altro o dell’altra.
Passando dallo status di coppia libera o fidanzati, a quella di coppia sposata si attua una rivoluzione globale degli equilibri personali e di coppia, mentre sullo sfondo la società, la pubblicità, i mezzi di comunicazione di massa presentano modelli irraggiungibili, donne e uomini dal fisico perfetto, famiglie armoniose e ricche, case stupende, lavori dinamici e interessanti: insomma, la felicità.
Fatto il matrimonio - “Contro” chi ti sei sposato? si esclama talvolta scherzosamente, ma non tanto… - inizia o ritorna la vita reale, quotidiana, fatta di piccole cose, che necessita (anche) di continui adattamenti reciproci, mediazioni, rinunce, sopportazioni.
E’ qui che molte coppie si infrangono e non sanno più cosa fare se non, imperiosamente, lasciare tutto e tornare… Tornare? Anche su questo punto le illusioni veleggiano libere.
Dunque: illusioni pre-matrimoniali fondate su immagini irrealistiche, attese fantasiose, modelli culturali che sono lontani ed esterni dalla coppia e dalle sue possibilità, concrete, emotive e relazionali.
Poi illusioni post-crollo delle immagini idealizzate che spinge l’uno o l’altra a dire “Basta, me ne vado!”. Decisione relativamente facile in assenza di figli, assai più complicata lì ove vi siano anche dei bambini, o siano presenti forti interessi che sono stati messi in comune (soprattutto interessi economici).
L’incapacità di vivere la vita reale conduce, dunque, le coppie sposate da poco a intendere tale stato come una “impossibilità” – impossibilità nel proseguire il cammino in due. Dal ritenere impraticabile andare avanti alla decisione di lasciarsi il passo è breve pur se contornato da estenuanti o acuti litigi punteggiano la vita delle due persone.
Quando tutto ciò accade, sta per accadere, o è già accaduto (come troppo spesso avviene) emerge una assenza: è assente – è stata assente – la richiesta di aiuto, di supporto, di consiglio.
Di fronte a molte situazioni di questo genere si prova la sensazione triste basata sul pensiero Se avessero chiesto aiuto prima… Sì, perché a volte può bastare tutto sommato poco per rimettere in carreggiata un rapporto che è deragliato. Ma è necessario intervenire tempestivamente.
Una volta i vecchi psicologi si proponevano non solo per la terapia di coppia, ma per la terapia coniugale – così a volte era denominata. Una definizione che non si usa più ma che dava l’idea che il matrimonio si può (anche) riparare.
Quando la coppia è dentro il conflitto - ne parlo nel mio libro Conflitti - oppure dentro l’incomprensione, sembra che non ci siano più strade percorribili, che tutto sia irrimediabilmente distrutto.
A volte la crisi prende il volto della noia, della routine, dell’apatia, del non riuscire a vedersi più come prima.
Altre volte emerge un fatto eclatante, il tradimento, ed ecco che la relazione di fiducia si rompe – vedi il libro Lawrence Josephs, appena uscito in italiano, Infedeltà.
Le tempeste emotive si susseguono, e così anche i litigi, o i musi lunghi, l’astio, la distanza sempre più profonda…
Una unione che diventa un incubo “una comunione di cattivi umori di giorno e di cattivi odori la notte”, secondo una frase attribuita allo scrittore francese Gustave Flaubert.
Il consiglio che si può dare alle coppie in crisi è: non aspettare a richiedere un aiuto psicologico esperto!
Qui la mia recensione al volume DIECI PRINCIPI PER UNA TERAPIA DI COPPIA EFFICACE acquistabile online qui.