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Modelli di attaccamento e sviluppo della personalità. Scritti scelti

Titolo: 

Modelli di attaccamento e sviluppo della personalità. Scritti scelti

 

Autori: 
Mary D. S. Ainsworth
Casa editrice: 
Raffaello Cortina, 2006, 456 pp.. Euro 38,00.

Il volume che raccoglie gli scritti di Mary Dinsmore Salter Ainsworth si apre con un interessante scritto, apparso nel 1983, in cui Mary D. Salter - nata a Glendale (Ohio) il primo dicembre 1913 e deceduta a Charlottesville (Virginia) il 21 marzo 1999 - traccia il proprio profilo professionale, iniziando con il rievocare i primi anni della sua vita e il trasferimento in Canada, a Toronto, avvenuto quando lei aveva circa cinque anni. 

Tra le notizie poco note qui fornite, sono di particolare interesse le osservazioni svolte sul periodo universitario (conseguì la laurea nel 1935), sull'esperienza bellica, durante la quale fu occupata come selezionatrice del personale militare, e sulla sua collaborazione con Bruno Klopfer, dalla quale scaturì un lavoro sul Rorschach, pubblicato dopo diverso tempo, nel 1954, firmato anche da Robert Holt (Klopfer B., Ainsworth M. D. S., Klopfer W. G., Holt R. R., Developments in the Rorschach Technique. Yonkers-on-Hudson, N. Y.: World Book). Nel 1950 Salter sposò Leonard Ainsworth, veterano della Seconda Guerra Mondiale e studente di psicologia a Toronto. Dal momento del suo viaggio a Londra - ove si recò con il marito che lì voleva completare i propri studi - in avanti, è narrato l'incontro con Edward John Mostyn Bowlby (26 febbraio 1907 - 2 settembre 1990): l'occasione della conoscenza con Bowlby fu quella di aver risposto ad un'inserzione di ricerca di personale pubblicata su un supplemento di un quotidiano per concorrere ad un posto di ricercatrice presso la Tavistock Clinic (ove conobbe, tra gli altri, James Robertson). Presso la Tavistock, Ainsworth rimase dal 1950 al 1953, vivendo l'esperienza di base che la condurrà verso le sue ricerche e le sue note scoperte. 

L'autobiografia ripercorre abbastanza in dettaglio i decenni successivi e (come si è detto) termina agli inizi degli Anni Ottanta, con alcune considerazioni sul rapporto di Ainsworth con il movimento femminista.

I tredici capitoli che seguono sono ordinati in senso cronologico e si aprono con un ampio studio del 1962 in cui Ainsworth affronta analiticamente le controversie suscitate dalle ricerche di Bowlby sulla deprivazione materna, concludendo con delle riflessioni sul contributo dell'etologia alla psicologia dell'età evolutiva. L'impatto degli studi di Bowlby sugli effetti delle separazioni madre-bambino e sulle situazioni dei bambini ospedalizzati ebbero una risonanza enorme negli Anni Cinquanta e contribuirono alla creazione di un nuovo modo di considerare l'educazione del bambino piccolo, sottolineando la necessità di quest'ultimo di vivere in un contesto sicuro, rispecchiante e affettuoso. 

Partendo da questa esperienza fondamentale, Ainsworth continuerà per l'intera sua vita a lavorare intorno a tali tematiche, effettuando ricerche sul campo - il terzo capitolo è dedicato al suo viaggio in Uganda (ove si recò seguendo il marito che aveva accettato un lavoro a Kampala), elaborando situazioni quasi-sperimentali (la Strange Situation, a cui si riferiscono tre capitoli pubblicati tra il 1969 e il 1971), e definendo i noti concetti di attaccamento Insicuro/Evitante, Sicuro, e Insicuro/Ambivalente/Resistente. A questi si aggiunse la quarta categoria dell'attaccamento Insicuro/Disorganizzato, un importante contributo apportato da Mary Main (insieme con la definizione della Adult Attachment Interview - AAI). Dal 1973 all'inizio del 1984 Ainsworth lavorò presso l'Università della Virginia, attraendo presso di sé un qualificato gruppo di collaboratori: pur andando in pensione (con la qualifica di professore emerito) continuò ad essere in attività, curando ricerche e studi in contatto con l'Università, fino al 1992. 

Il penultimo capitolo è costituito da un lavoro scritto con Bowlby ed apparso nel 1991 su America Psychologist: in esso è illustrato in modo molto chiaro il significato dell'approccio etologico per lo studio dell'evoluzione della personalità. Lo scritto forse più famoso a livello internazionale di Ainsworth - che ricevette numerosi riconoscimenti nella sua carriera, tra i quali la Honorary Fellowship of the Royal College of Psychiatrists - è quello scritto con Bowlby, Child Care and the Growth of Love (London: Penguin, 1965, II ed.).

Questa raccolta dei più significativi scritti di Ainsworth chiarisce dunque in modo limpido quale sia stato il percorso professional-scientifico della psicologa americana e lo spessore dei suoi contributi nel contesto dello sviluppo della teoria dell’attaccamento. 

I testi qui raccolti aiutano a comprendere e distinguere il contributo specifico di Ainsworth da quello di Bowlby, inquadrando il lavoro di entrambi nel clima culturale del tempo e collocandolo all’interno delle equipe di lavoro in cui la ricerca si è sviluppata: inoltre il riconoscimento dell’apporto di studiosi e clinici nati come studenti, allievi o assistenti di Ainsworth e di Bowlby - successivamente divenuti loro stessi importanti punti di riferimento - segnala il valore degli ambienti professionali ricchi di sperimentazione ed apprendimento che la “lunga e feconda collaborazione” (p. 389) tra Ainsworth e Bowlby ha saputo edificare. 

Ciò di cui si avverte la mancanza in questo testo (essendo come detto composto da una scelta di scritti) è un Indice Analitico per argomenti che possa supportare il lettore nella ricerca trasversale dei temi di interesse all'interno dei tredici capitoli (il primo capitolo, come detto, è autobiografico). Sarebbe anche stato molto interessante introdurre la raccolta degli scritti di Ainsworth con il saggio biografico di Mary Main, Mary D. Salter Ainsworth: Tribute and Portrait, pubblicato nel 1999 - l'anno della sua scomparsa - su Psychoanalytic Inquiry (19, 682-736).

 

Il secondo volume che qui viene segnalato ha un taglio ed uno spessore diversi: si tratta dell’opera di Vivien Prior, Danya Glaser, Understanding Attachment and Attachment Disorders. Theory, Evidence and Practice (London & Philadelphia: Jessica Kingsley, 2006).

 Situato all'interno della collana Child and Adolescent Mental Health Series, il suo pubblico elettivo è rappresentato sicuramente dai professionisti, ma anche dai genitori e dagli educatori in senso lato, volendo proporsi come una fonte di informazioni operativamente atta a promuovere la salute mentale dei bambini e dei giovani. I tre argomenti principali qui trattati - la teoria dell'attaccamento, la valutazione dei pattern di attaccamento e i disturbi relativi - sono affrontati nell'ottica evidence-based e sono declinati, in modo pragmatico, al fine di rispondere ad una serie di domande iniziali che vanno dalla definizione di attaccamento fino alle relazioni tra abusi infantili e stili di attaccamento. 

La prima parte del volume presenta uno sguardo di insieme sulla teoria dell'attaccamento, discutendo lo sviluppo e la formazione dei legami di attaccamento e l'applicabilità della teoria in contesti culturali diversi da quello occidentale; un argomento di specifico interesse è, in tale discorso, quello che si riferisce ai possibili modi nei quali si può sviluppare l'attaccamento del bambino verso diverse figure di caregivers contemporaneamente presenti. 

Tre capitoli sono dedicati alla valutazione - e non alla misurazione, seguendo in ciò un parere esplicitato proprio da Ainsworth in un'intervista del 1995 - dello stile di attaccamento: attraverso una rassegna delle diverse modalità di valutazione dell'attaccamento si giunge a concludere che - pur essendoci differenze anche rilavanti tra di esse (di genere comportamentale, cognitivo, basate sull'espressione di pensieri o sull'attività di gioco) ciò che viene valutato è il medesimo costrutto di base. 

La quarta parte del testo - What is Attacchment Disorder? - rappresenta forse la parte di maggiore interesse per il professionista, mentre i capitoli che precedono potranno suscitare curiosità soprattutto nei ricercatori. Qui è posta sotto una severa riflessione critica la diffusione delle diagnosi di disordine dell'attaccamento, iniziando con il constatare che le definizioni ufficiali contenute nelle due classificazioni internazionali (ICD-10 e DSM-IV-TR), pur presentando qualche lineamento specifico, sono sostanzialmente simili. Molto diverso è il caso delle indicazioni volte a costruire le cosiddette pseudo-diagnosi contenute nei siti Web - 4.990.000 item sono apparsi digitando il termine disordine dell’attaccamento in Google il 18 luglio 2006! – e in alcune pubblicazioni poco serie: queste pseudo-diagnosi non sono basate sulla teoria dell’attaccamento e sono prive di evidenze empiriche; inoltre ad esse sono spesso collegate proposte terapeutiche del tutto fantasiose o selvagge, (ed è qui segnalato l’emergere di una specifica industria terapeutica). 

L'impatto di tali input sui genitori preoccupati ed angosciati, i loro disorientamenti e repentini cambiamenti di atteggiamento sollecitati dalla pressione della miriade di proposte pseudo-terapeutiche della natura più varia, costituiscono un serio allarme che viene lanciato alla comunità scientifico-professionale dagli autori. 

 

Andrea Castiello d'Antonio

Questa recensione è stata pubblicata sulla rivista Richard e Piggle, anno 2008 Vol. 16 N. 3 Settembre-Dicembre