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Multimethod clinical assessement

Autori: 
Christopher J. Hopwood, Robert F. Bornstein (Edited by)
Casa editrice: 
Guilford, 2014, Pp. XII+476, $ 51.00 (hardback)

In ogni situazione di valutazione clinica (e non soltanto clinica), uno degli aspetti più importanti ruota intorno a come incrementare la validità della diagnosi psicologica e, in connessione a ciò, in che modo ottenere una migliore capacità predittiva. Si tratta di una necessità che è da sempre fortemente avvertita dai professionisti i quali sono costantemente alla ricerca di strumenti validi ed applicabili che possano, nel loro insieme, offrire sufficienti garanzie di affidabilità complessiva. La risposta fornita dai curatori e dagli autori di questo interessante e inusuale testo – in cui “sono stati coinvolti esperti con ampia esperienza clinica e di ricerca al fine di descrivere le potenzialità del multimethod assessment nei rispettivi e specifici domini di esperienza “ (p. 427) - va verso l’approccio multidimensionale e l’integrazione intelligente di diverse tecniche e fonti di informazione.

Il libro è organizzato in tre parti, precedute da una bella Introduzione a firma dei due curatori. Nella prima parte – dal titolo Personality and Individual Differences – si imposta l’argomento e si iniziano a presentare i metodi e la loro integrazione finalizzata all’assessment della personalità. In specie è trattata la valutazione basata sui tratti e le tipologie di assessment indirizzate verso le dinamiche interpersonali, i processi affettivi, e i problemi esistenziali. Questi primi cinque capitoli costituiscono la base fondante dell’analisi successiva, costruita intorno a quattro capitoli che trattano le tematiche della psicopatologia e della resilienza. E’ così evidenziato il significato teorico e tecnico relativo all’esplorazione di diversi costrutti, tenendo presente non solo gli spettri della psicopatologia, ma anche quelli delle risorse del soggetto e delle sue capacità di auto-protezione e di recupero. L’ultima sezione tratta della gestione dei percorsi clinici e di trattamento. Ecco emergere il senso dell’assessment nella direzione di illuminare il piano terapeutico di una luce nuova e chiara, ma anche di sostenere la motivazione ed il coinvolgimento del paziente.

Un gran numero di questioni problematiche sono esaminate e discusse in questo testo. Eccone alcuni esempi: (1) la difficoltà dell’integrazione di dati che scaturiscono da prove basate sull’ottica psicometrica e da prove fondate sull’ottica psicosociale o psicodinamica; (2) la questione del faking, cioè della deliberata alterazione delle risposte che i soggetti in esame psicologico possono effettuare nelle due direzioni visualizzate strumentalmente utili al loro scopo: risultare “meno attraenti” di ciò che potrebbero essere, ovvero risultare “più bravi” di come realmente sono; (3) l’errore costituito nell’affidarsi ad una sola tecnica di rilevamento delle caratteristiche soggettive (il colloquio clinico, oppure un test specifico); (4) la tendenza a trascurare del tutto le variabili situazionali nell’applicazione di test e questionari.

La domanda centrale a cui vuole rispondere questo volume non è “perché” utilizzare un approccio multi-metodo, ma è “come fare” per utilizzare tale approccio nel modo migliore. Ciò che emerge dallo studio di queste pagine è l’evidenza della maggiore validità di una diagnosi psicologica che spazi su un terreno più ampio del consueto approccio monodimensionale, spesso utilizzato nella forma dell’applicazione di una sola tecnica testistica. In realtà, sia dal punto di vista psicometrico, sia da quello clinico, l’approccio multimodale e integrativo emerge come il più interessante ed utile.

E’ da richiamare l’elevato standing professionale e scientifico dei due curatori e, specialmente, di Robert Bornstein (professore di psicologia presso la Adelphi University) il quale da anni è impegnato nello lo studio della personalità, dei processi psicopatologici e della diagnosi psicologica, ed ha pubblicato numerosi ed importanti lavori, oltre a ricoprire incarichi di grande rilevanza scientifica.

Infine vorrei sottolineare l’attualità degli argomenti trattati in questo libro. In riferimento al drammatico crash dell’Airbus A320 della Germanwings è emerso fino a che punto la sostanziale assenza di un monitoraggio psicologico (non medico, né esclusivamente psichiatrico) possa comportare la totale cecità circa le condizioni soggettive del pilota. A ciò si deve aggiungere che persino gli accertamenti iniziali, in fase di selezione, appaiono eccessivamente “leggeri” centrandosi in Italia sostanzialmente sull’applicazione del questionario MMPI e sull’eventuale invio a colloquio psicologico – invio che è però deciso dal medico -. Il testo a cura di Hopwood e Bornstein può insegnare molto a coloro che, ancora oggi, ritengono poco utili, o di secondaria importanza, gli accertamenti psicologici non solo in area clinica, ma anche in ambito organizzativo.