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“L’indistruttibile amicizia”. Carteggio
«Nella primavera del 1921, Sándor Ferenczi contatta per la prima volta Georg Groddeck, con una lettera dai toni formali. Già quattro anni prima, la sua attenzione era stata richiamata da Sigmund Freud…» (p. 5). Con queste parole Michael Giefer, il curatore tedesco del carteggio, introduce il lettore in queste affascinanti pagine che ci riportano a circa un secolo fa, in un periodo storico di grande importanza per il movimento psicoanalitico internazionale e per alcuni sviluppi delle teorie analitiche a opera non solo di Freud – basti pensare che sono gli anni della pubblicazione di Al di là del principio di piacere (1920), de Lo scrutatore d’anime. Un romanzo psicoanalitico di Groddeck (1921) e del saggio di Ferenczi Ulteriore estensione della “tecnica attiva” in psicoanalisi (1921).
Il testo che Michele Lualdi ha tradotto, curato ed arricchito con un impressionante apparato di note e con ampie riflessioni personali è così strutturato. Alla “Introduzione” e alla “Nota editoriale” di Michael Giefer fa seguito la “Nota e ringraziamenti del traduttore italiano”. Ecco, quindi, le lettere (cinquantadue lettere e cartoline scritte da Ferenczi, tre di Groddeck a Ferenczi stesso, e una di Groddeck a Gizella Ferenczi). Nella sezione seguente del volume, dal titolo “Appendici”, sono riportati vari altri scambi epistolari, tra cui le lettere tra Frigyes Kovács e la moglie Vilma Kovács (tutte lettere che saranno poi commentate nelle pagine finali del libro da Lualdi); è quindi la volta del “Prospetto delle lettere”, le date dei “Soggiorni di Sándor Ferenczi a Baden-Baden” e delle sintetiche “Note biografiche” relative alle persone nominate nei carteggi.
Per comprendere fino in fondo il lavoro certosino svolto da Lualdi – che, va ricordato, ha curato e supervisionato l’edizione italiana dell’importante e recente saggio di Peter-André Alt, Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia (2016; tr. it.: Milano: Hoepli, 2022) – si deve giungere all’ultima parte del testo dal titolo “Addenda all’edizione italiana” che comprende il saggio “Testimonianza e custodia” e due collazioni relative, la prima, a tutte le lettere scambiate tra Sándor Ferenczi e Georg Groddeck e la seconda al carteggio intercorso tra Frigyes Kovács e la moglie Vilma. Quest’ultimo documento è molto utile per comprendere la vita che si svolgeva all’interno del cosiddetto Satanarium (invece di Sanatorium), e il tipo di trattamenti che era solito eseguire Groddeck con e sui suoi pazienti (com’è noto, si trattava anche di trattamenti fisici praticati con massaggi e pressioni in modo assai energico). A questi documenti di complemento, se vogliamo così definirli, si aggiungono gli altri testi che hanno arricchito l’edizione tedesca tra cui l’intervista rilasciata da Groddeck nel 1925 al giornalista ungherese Dezsö Kosztolányi e una lettera di Magda Ferenczi a Margaretha Honegger. Piccole perle che arricchiscono un quadro storiografico già ricco di per sé e che saranno particolarmente apprezzate dagli storici della psicoanalisi.
Scorrendo le circa cento pagine degli “Addenda all’edizione italiana” emerge l’attenzione di Lualdi per l’opera di traduzione, opera di cui ricostruisce le fasi centrali: la conservazione e il ritrovamento dei documenti originali, la trascrizione, e la cura editoriale necessaria per la pubblicazione. Tutti passaggi in cui si annidano numerose possibilità di sviste o errori, ma in cui si collocano anche l’incertezza e l’assunzione di responsabilità nel compiere delle scelte da parte sia del traduttore sia del curatore (quando, poi, non accada che anche l’editore tenda a condizionare l’opera): «Tanto la complessa storia del carteggio e delle sue edizioni e traduzioni, quanto la ricchezza del lavoro di Giefer su cui si fonda questo volume, mi hanno posto di fronte, come traduttore e curatore, a non pochi problemi» (p. 311), dichiara sinceramente Lualdi nell’aprire il paragrafo dal titolo “2024: la nuova edizione italiana”.
Dunque, Michele Lualdi ha svolto un’opera delicata, acquisendo i diritti del carteggio integrale pubblicato in tedesco, ed arricchendo il testo con un complesso apparato di note, commenti e persino rimandi ipertestuali nella forma di QR code inseriti nelle pagine del volume. Così, questa nuova traduzione delle lettere tra Ferenczi e Groddeck si affianca al testo che, credo, in molti conoscano bene e da tempo, vale a dire Ferenczi S., Groddeck G. (1982), Corrispondenza (1921-1933) (Roma: Astrolabio, 1985) a cura di Judith Dupont la quale firma l’introduzione al carteggio, e che circa dieci anni più tardi pubblicherà sull’International Journal of Psycho-Analysis (1994, 75, pp. 301-320) “Freud’s analysis of Ferenczi as revealed by their correspondence”. Sul confronto tra le due edizioni italiane del carteggio si vedano i commenti di Lualdi nel paragrafo dal titolo “Qualche considerazione sulle due edizioni italiane”. Ed è da sottolineare che l’edizione italiana di Astrolabio è dichiaratamente condotta sulla traduzione francese, quindi «una traduzione di una traduzione, a sua volta fatta in parte da originali in tedesco (le lettere di Groddeck), in parte da un tedesco che già nasce come traduzione di un ungherese “virtuale” (le lettere di Ferenczi, rispetto alle quali, dunque, l’edizione italiana sarebbe una traduzione di terza mano) e in parte, infine, da originali ungheresi (le lettere di Kovács)» (p. 308).
Nonostante che i carteggi non siano probabilmente i testi maggiormente letti o consultati dai professionisti psicologi e psichiatri, essi nondimeno possiedono un dono speciale, a mio avviso, cioè quello di fungere da raccordo tra i testi clinici e teorici e i resoconti delle vite, ovvero le autobiografie e le biografie, soprattutto quando sono centrate sulle vicende personali a cui fanno da contorno gli accadimenti scientifici e altro (come, ad esempio, i ruoli assunti nelle istituzioni e nell’ambito dell’editoria specialistica). Già da tempo si sa che per comprendere davvero la produzione scientifica di un autore del nostro campo (ma, forse, ciò vale per ogni disciplina e ogni scienza) è necessario ripercorrerne la vita personale e contestualizzare il tutto sia in direzione longitudinale – cioè, nel percorso della storia di vita – sia in quella trasversale; quindi, nelle relazioni con le altre figure significative del tempo e nelle reazioni verso gli accadimenti che allora andavano svolgendosi. In questo quadro, credo, la raccolta delle lettere, soprattutto se ben commentata e annotata, rappresenta un vero e proprio valore aggiunto.
Il volume, che nell’edizione italiana ha conservato la medesima immagine di copertina di quella tedesca (un omaggio che Michele Lualdi ha voluto riservare a Michael Giefer e alla Georg Groddeck-Gesellschaft), si inserisce nella ricca collezione di testi che Lualdi sta pubblicando nella collana Il passo psicoanalitico (quindici testi cartacei e dodici digitali) – vedi anche il suo blog https://ilpassopsicoanalitico.blogspot.com in cui vi sono numerosi materiali in libera consultazione. Si integra inoltre con altri importanti lavori da lui stesso tradotti e curati come, per fare un solo esempio, il testo di Max Eitingon, Il mio Policlinico. Rapporti sul Policlinico Psicoanalitico di Berlino (Lecce: Youcanprint, 2016).
Da segnalare, infine, il recentissimo articolo pubblicato da Michele Lualdi relativo al carteggio Ferenczi-Groddeck nel secondo numero del 2024, alle pagine 166-172, della rivista Luzifer-Amor. Zeitschrift zur Geschichte der Psychoanalyse: “Der Briefwechsel Groddeck – Ferenczi: warum und wie ihn übersetzen”.
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nella rivista “PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE”, volume 58, numero 4, anno 2024. L’intero file della rubrica Recensioni, in cui compare questa recensione, è liberamente accessibile al seguente link: