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Wilfred R. Bion, War Memories. 1917-1919
Sfogliare il diario di guerra di uno dei maggiori psicoanalisti mondiali, Wilfred Ruprecht Bion, nato in India, a Mattra l’8 settembre del 1897 e morto nel Regno Unito, a Oxford, l’8 novembre 1979, costituisce un’esperienza unica sia per coloro che vogliono comprendere lo sviluppo di alcuni dei principali concetti della psicoanalisi britannica, sia per chi desidera lanciare uno sguardo al di là dei resoconti ufficiali della Prima Guerra Mondiale.
Questo scritto è la seconda edizione ampliata e arricchita di un libro pubblicato in origine nel 1997 sempre dall’editore londinese Karnac, un testo che oggi completa la trilogia composta da La lunga attesa – Autobiografia 1897-1919 (1982) e A ricordo di tutti i miei peccati (1985), entrambi tradotti in italiano da Astrolabio, rispettivamente nel 1986 e nel 2001.
Nel 1905 Bion fu inviato dalla famiglia a studiare in Gran Bretagna e, all’incirca dieci anni dopo essere sbarcato sul suolo britannico, fu coinvolto in uno dei peggiori massacri della storia. Egli si arruolò nel Royal Tank Regiment e il diario è il dettagliato resoconto di questa esperienza; un rapporto che fu elogiato da diversi comandanti per l’accuratezza dei resoconti redatti giorno dopo giorno sul teatro operativo, e per la precisione delle fotografie e delle mappe disegnate talvolta a memoria nelle pause dei combattimenti.
Il diario copre i mesi che vanno dal giugno 1917 fino al gennaio 1919 e presenta l’esperienza di un giovane di neanche vent’anni che è catapultato al fronte; ciò che è rappresentato è l’orrore della guerra in presa diretta, un orrore in cui, nei rari momenti in cui Bion riesce a fermarsi e a pensare (ad esempio nella pausa dei combattimenti del Natale 1917) si chiede se sono tutti diventati tutti pazzi. Bion ha scritto che il diario è (anche) un dono che egli voluto-dovuto fare ai suoi genitori per compensarli della totale mancanza di lettere dal fronte: infatti, egli trovò impossibile (letteralmente impensabile) scrivere lettere o descrivere ciò che stava accadendo nel corso della carneficina, , e in scritti successivi accennò a questa esperienza come ad una morte psicologica.
Suddiviso in pochi capitoli e scritto in modo crudo e diretto, il diario è costellato da note e riflessioni a firma di Francesca Bion e di Parthenope Bion Talamo. Sarebbe sufficiente scorrere le pagine dedicate alla battaglia di Amiens (la prima battaglia in cui i carri armati ebbero un ruolo decisivo) per rendersi conto sia del genere di esperienze a cui Bion fu improvvisamente esposto sia del suo perdurante tentativo di osservare il contesto e di organizzare mentalmente l’esperienza.
Bion avrebbe successivamente vissuto un’altra importante esperienza legata alla guerra, servendo come psichiatra militare nel secondo conflitto mondiale e sviluppando idee che sono diventate patrimonio della storia della psicoanalisi e della psichiatria militare: dai nuovi concetti della leadership e della membership, alle tecniche di psicoterapia dei militari traumatizzati. A conclusione del suo impegno nelle armi sul fronte francese - ingaggio dal quale solo per caso uscì vivo, come egli stesso più volte annota - Bion ricevette importanti onorificenze come il Distinguished Service Order e la Legion d’Honneur, oltre a venir nominato esplicitamente come esempio di coraggioso combattente in diversi dispacci e documenti militari dell’epoca.