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Social defences against anxiety

Autori: 
David Armstrong, Michael Rustin (Editors)
Casa editrice: 
Karnac, 2015, Pp. XIX+380, 2014, Pp. XXXII+343, £ 29.99 (paperback)

Questo volume costituisce il punto di arrivo di una importante e gloriosa tradizione di studi sui sistemi sociali e sulle istituzioni che ha preso il via diversi decenni addietro, e il pensiero va subito al classico contributo di Isabel E. P. Menzies del 1960: “A case study in the functioning of social system sas a defence against anxiety: A report on a study of the nursing service of a general hospital” (Human Relations, 13, 2, 95-121 (ma vedi anche i lavori di Elliot Jaques).

Cos'è rimasto, oggi, del paradigma iniziale di studio sui sistemi sociali e sulle istituzioni?

Il libro nasce dalle relazioni presentate in un simposio del 2012 in cui numerosi esponenti provenienti dai campi della ricerca, della clinica, della consulenza organizzativa, della salute e del welfare, si sono confrontati sul tema: cosa è oggi rimasto del paradigma iniziale di studio e di intervento nei sistemi organizzativi e nelle istituzioni, nato tra gli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso? Come e in che modo esso si è sviluppato fino a giungere ai giorni nostri e fornire le basi per l’attuale consulenza psicodinamica alle organizzazioni?

Per rispondere a domande di questo genere sono presi in esame gli sviluppi delle teorie analitiche e dei sistemi sociali, la metamorfosi del concetto di sistema socio-tecnico, l’elaborazione dei task che imprimono ogni ambiente di lavoro, e la dinamica complessa all’interno della quale si sviluppano le ansietà individuali, sociali, e le relative difese.

Come notato a suo tempo, le difese divengono parte integrante delle modalità di vita di lavoro, ad esempio causando la rigidità dei sistemi e dei comportamenti individuali, fino ad istituzionalizzarsi nelle routine organizzative che conducono così tante organizzazioni a bloccarsi e ad entrare in una dimensione culturale di conformismo. Uno dei tanti effetti di situazioni di questo genere è rappresentato dai comportamenti di ritiro che sono visibili, ad esempio, nel personale di front-line delle pubbliche amministrazioni, e in tutti quegli operatori che sono esposti più di altri a situazioni interpersonali difficili, caratterizzate da tensioni sociali, conflittualità e irritabilità diffusa.

Il libro è organizzato in quattro sezioni, partendo dai contributi teorici e coprendo tre ampi settori del lavoro umano: i sistemi dedicati alla cura e all’assistenza sociale, il settore delle imprese private, e l’area dell’education e del welfare. Consultando testi come questo – ma ve ne sono diversi altri sulla stessa tematica, e di grande interesse, come Psychoanalytic Studies of Organizations, a cura di Burkard Sievers (Karnac, 2009), ci si domanda come mai l’impostazione dinamica e le applicazioni della psicoanalisi organizzativa nello studio e nell’intervento delle organizzazioni stentino ancora a rendersi visibili agli occhi dei committenti e, soprattutto, ad essere concretamente utilizzati. Come ha notato Anton Obholzer, sarebbe sufficiente leggere l’introduzione dei curatori a questo testo (quindi senza entrare nel merito di ogni singolo contributo) per avere un’idea chiara dell’utilità che un punto di vista come questo può avere nel contesto delle scienze sociali – vedere anche gli interessanti fascicoli della rivista Organisational and Social Dynamics -.

E ora alcune note sui due curatori.

David Armstrong è Associate Consultant presso il Tavistock Consulting. Formatosi come psicologo sociale, ricercatore e consulente organizzativo, ha prodotto numerosi contributi nell’area della psicoanalisi applicata alle organizzazioni tra cui l’importante volume Organization in the Mind: Psychoanalysis, Group Relations and Organizational Consultancy (Karnac, 2005).

Michael Rustin è psicoanalista, professore di Sociologia presso la University of East London, e Visiting Professor al Tavistock Clinic.
Ha pubblicato diversi saggi sulla cultura e la società con approccio analitico e un libro che ebbe una certo eco negli anni novanta: The Good Society and the Inner World (Verso publisher, 1991).

I curatori sono stati in grado di comporre un testo a più voci chiamando a collaborare diversi colleghi tra cui alcuni esponenti di spicco dell’ottica clinica applicata alle organizzazioni.

Gli autori che hanno firmato i venti capitoli sono i seguenti: Philip Boxer, Andrew Cooper, Maxim de Sauma, Peter Elfer, Marcus Evans, Sarah Fielding, Jo Finch, William Halton, Larry Hirschorn, Paul Hoggett, Sharon Horowitz, Emil Jackson, Sebastian Kraemer, James Krantz, Debbie Langstaff, Amanda Lees, Susan Long, Aideen Lucey, Nick Papadopoulos, Jason Schaub, Mannie Sher, Jon Stokes, Simon Tucker, Liz Tutton, e Anne Zachary.