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GRINTA

Titolo: 

Grinta.

Il potere della passione e della perseveranza

Autori: 
Angela Duckworth
Casa editrice: 
Giunti O.S. Psychometrics, 2017, Pp. IX+325, Euro 19,50

Il titolo di questo volume è sicuramente di grande impatto ma, forse, non rende interamente giustizia al contenuto del testo e all’attenta articolazione delle riflessioni che l’autrice propone. Con il sottotitolo, Il potere della passione e della perseveranza, già si comprende molto meglio l’orizzonte della riflessione e il campo di analisi, ed il collegamento con la viva e vivace realtà del lavoro umano diviene evidente. Passione e perseveranza sono due entità che ogni manager vorrebbe vedere nei propri collaboratori – forse spesso dimenticando che il primo a dover manifestare tali doti dovrebbe essere lui stesso! – ma sono anche due dimensioni della personalità assai difficili da sviluppare se non sono presenti già in nuce nella persona.

L’idea di base del libro è che una miscela di qualità sintetizzate nel concetto di “grinta” vale assai di più del possesso del “talento” (vedi il secondo capitolo: Distratta dal talento). Su tale base sono analizzati e discussi diversi esempi tratti dal mondo del lavoro, dello sport e dell’educazione, con approfondimenti specifici come quello, ad esempio, della situazione del corso di addestramento dell’Accademia di West Point a cui è dedicato proprio il primo capitolo. In questo caso, la domanda che l’autrice pone è come mai una certa quota di cadetti accuratamente selezionati rinunci a proseguire il pur duro corso di addestramento (non a caso denominato, per così dire amichevolmente, Beast Barracks): si tratta di giovani che avevano superato un percorso di selezione severissimo e che tuttavia, ad un certo momento, decidevano di mollare nel corso dell’addestramento. Richiamando anche diversi studi compiuti da psicologi (il più famoso è Jerome Kagan) su West Point, ed interpellando diversi soggetti che conoscono e/o hanno vissuto il clima dell’Accademia, l’autrice conclude che l’atteggiamento vincente era quello basato sul “non arrendersi”. Ecco emergere il mix di passione e di perseveranza, che può essere contrassegnato anche con (o accompagnato da) termini quali forza, resistenza, resilienza, coraggio e determinazione: una miscela che fa sì che una certa persona tiene duro e non recede dal proprio percorso iniziale. Al proposito, il richiamo a Francis Galton appare opportuno: egli individuava nelle abilità, nella dedizione e nella capacità di lavoro i tre “ingredienti” dei talenti eccezionali, e a questo input Charles Darwin scriveva al cugino Galton che riteneva il duro lavoro e lo zelo i due fattori che differenziano le persone comuni dai soggetti di eccezione.

Pertanto, intorno alla grinta ruotano tanti e diversi concetti: la passione, che potremmo tradurre in una forte e costate motivazione, l’esercizio continuo (che traduce un’abilità di base in una abitudine di vita e/o di lavoro), la regolarità della prestazione che si coniuga all’impegno e che determina la riuscita nell’esecuzione del compito, e così via. L’insieme di questi fattori conducono all’eccellenza, ma rimane il parametro del non abbandonare l’impegno: “Quanto spesso intraprendiamo una cosa nuova pieni di entusiasmo e di buone intenzioni e poi vi rinunciamo al primo ostacolo, al primo lungo appiattimento nei nostri progressi?” (p. 57).

Passando attraverso due capitoli che stimolano il lettore ad auto-valutare la propria grinta e a capire che essa può svilupparsi con l’impegno e la motivazione, il libro si apre alle due sezioni centrate sul “come fare” a far crescere la propria grinta sia dall’interno, sia dall’esterno. Al fine di non disperdere il proprio talento e le proprie potenzialità vi è la necessità di “mettere in moto” la propria determinazione per mezzo dello sviluppo dell’interesse, della pratica, dell’individuazione di uno scopo preciso e – ultimo, ma non per ultimo – del nutrire la speranza, definita “un tipo di perseveranza che permette di essere all’altezza delle circostanze” (p. 98). La crescita dall’esterno si traduce nella risposta alla domanda Come fare per educare, formare le persone ad essere più grintose?

Tradotto in trentacinque lingue, questo libro ha venduto oltre un milione di copie, ed è sufficiente questo dato per comprendere quanto bisogno vi fosse nel presentare ai potenziali lettori un testo che affrontasse questi argomenti, con rigore ma anche senza mezzi termini e, soprattutto, con un taglio comprensibile anche per i non addetti ai lavori, secondo l’intenzione di Angela Duckworth, che suona così: “impiegare i dati scientifici della psicologia per contribuire alla sana crescita delle nuove generazioni” (p. 71, corsivo dell’autrice). Si tratta di un testo che si situa nell’ambito dell’alta divulgazione della psicologia (delle organizzazioni, sociale, dell’educazione) e quindi giustamente collocato nella collana dei Saggi Giunti, sezione di Psicologia. Tradotto da Gabriele Noferi, e con Prefazione di Luca Mazzucchelli, il libro di Angela Duckworth può essere letto in modo leggero ed anche veloce, soffermandosi sui numerosissimi esempi di vita vissuta che l’autrice propone. Ma può anche essere studiato, nel vero senso della parola, consultando le oltre trenta pagine di Note collocate a fine volume, o andando alla ricerca almeno di alcuni dei testi che sono presenti nella sezione Bibliografia consigliata.

L’autrice, Angela Duckworth – vedi il sito Web: https://angeladuckworth.com/ dedicato proprio al libro Grinta qualificatosi tra i New York Times Best Sellers– è psicologa e docente di Psicologia presso la University of Pennsylvania ove ricopre diversi incarichi di ricerca e di insegnamento.

 

Andrea Castiello d’Antonio