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Per una biografia di Freud
Introdotti da un eccellente saggio di Ilse Grubrich‑Simitis (Siegfried Bernfeld storico della psicoanalisi e biografo di Freud), sono qui raccolti gli articoli che Bernfeld ha pubblicato nel decennio 1944‑53.
Personalità ricca, sensibile e caratterizzata da molteplici interessi, Bernfeld è noto soprattutto per il suo interesse verso il periodo dell'adolescenza e della gioventù, e per l'aver diretto, nel lontano 1919, il Kinderheim Baumgarten, primo esperimento di applicazione delle conoscenze psicoanalitiche alla pedagogia.
Il volume che qui viene segnalato (edizione originale: “BAUSTEINE DER FREUD‑BIOGRAPHIK”. Suhrkamp Verlag, Frankfurt 1981 e 1988), offre la possibilità di apprezzare il connubio tra il finissimo, colto e piacevole stile di Bernfeld, e la sua abile e paziente attività di indagatore “archeologo” della vita e delle opere freudiane; egli raccolse, infatti, un'infinità di materiali ‑ tutti puntigliosamente verificati ‑ utilizzando le fonti più diverse, intrecciati e quindi impiegati nell'arte di ricomposizione e di disvelazione tipica dello storico.
Vanno evidenziate le sintetiche ma efficacissime ricostruzioni della personalità (e di tratti di vita) di personaggi quali Franz von Brentano (nipote del poeta romantico Clemens von Brentano), Ernst W. von Brucke ed Ernst von Fleischl, nonché le significative pennellate che tracciano l'ideale della professione medica propugnato e vissuto da H. Nothnagel. In tutti i capitoli che compongono il testo è fortemente sentita la viva presenza di Bernfeld che, con intelligenza ma anche con partecipazione affettiva, si muove verso la ricostruzione di territori tra i più diversi, fino a giungere al saggio Gli studi di Freud sulla cocaina (1844‑87) nel quale sembra di avvertire una certa sofferenza del biografo alle prese con vicissitudini così particolari ed intricate della vita, prima ancora che della professione, di Freud.
L'obiettivo principale del volume è, come esplicita Grubrich‑ Simitis, quello di “veder riconosciuto in Bernfeld il primo biografo scientifico di Freud” (p. 31); e qui si apre la spinosa questione di quanta parte abbiano avuto le ricerche di Bernfeld nel lavoro di Ernst Jones, e fino a che punto gli stessi contributi di Bernfeld siano stati utilizzati dal biografo ufficiale omettendo espliciti, ripetuti e dovuti riferimenti.
Dalle considerazioni proposte da Grubrich‑Simitis (che parla esplicitamente di occultamento del contributo di Bernfeld), deriva un'immagine di Jones ancor più offuscata e diminuita rispetto a quella che già è andata emergendo nel corso del tempo più recente. E in effetti, chi avesse voglia di leggere “in parallelo” i saggi di Bernfeld con alcuni capitoli del primo volume di Jones, non potrebbe sottrarsi, io credo, da un forte senso di sorpresa.
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nell’ottobre del 1992 (pagine 688-689) sulla rivista GIORNALE ITALIANO DI PSICOLOGIA
Editore Il Mulino, Bologna. https://www.mulino.it/riviste/issn/0390-5349.