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MINDFULNESS
Se si volesse davvero capire cosa sia e da dove provenga la mitica “Mindfulness” questo libro, pubblicato in lingua originale nel 2013 e tradotto nel 2017, rappresenta un’occasione da non perdere.
L’autore è Joseph Goldstein, vale a dire uno dei maggiori maestri di meditazione (della meditazione Vipassana, per l’esattezza). Americano, cofondatore della Insight Meditation Society di Barre (Massachusetts) – vedi il sito web http://www.dharma.org/joseph-goldstein/ - dalla metà degli Anni Sessanta si è interessato al Buddismo e si è recato innumerevoli volte in India, in Birmania e in Tibet per seguire gli insegnamenti di noti maestri, pubblicando estesamente su questi temi (alcuni dei suoi libri sono già stati tradotti in italiano dall’editore Astrolabio-Ubaldini di Roma).
Il “cuore” di questo volume sta nella consapevolezza ed è proprio da tale punto di vista che tutto ciò che è scritto nelle quasi quattrocento pagine del testo è utile e di interesse per chiunque cerchi di vivere pienamente le due sfere fondamentali della vita, cioè le relazioni interpersonali ed affettive, e il lavoro (la vita produttiva). Consapevolezza che non si limita alla sfera personale, o psicologica, ma contempla l’osservazione (non giudicante) e la pratica orientata al proprio Sé corporeo e alla gestione delle relazioni con gli altri.
In effetti, uno dei maggiori problemi che si riscontra, oggi, nella “normale” vita di lavoro, da parte di manager e professionisti, è l’essere travolti dal tempo e dagli avvenimenti, e non a caso all’inizio degli Anni Duemila venne proposto in Italia un testo che è stato erroneamente poco valorizzato: Witten D, Tulku A. (1998), Il manager illuminato (Astrolabio, Roma, 2000). Certamente non soltanto i manager hanno oggi necessità di trovare un nuovo e diverso “centro” nella loro vita di lavoro, soprattutto se vive nei contesti multinazionali, fortemente orientati alla competizione sui mercati globali. La vita umana sembra non gradire gli eccessi della cosiddetta globalizzazione e pone una serie di problematiche a coloro che si lasciano travolgere in questi vortici…
Tornando al libro di Goldstein, esso si basa su un ciclo di quarantasei lezioni svolte al Forest Refuge (Insight Meditation Society) a loro volta basate sugli insegnamenti del Buddha e, in particolare, su un suo importante discorso: il Satipatthāna Sutta di cui si legge in Appendice una traduzione a cura dello stesso Goldstein.
L’intero discorso, e l’intero libro di Goldstein, ruotano introno alle modalità di stabilire la presenza mentale, per così dire “risvegliandosi” alla vita reale e presente da una condizione di “pilota automatico” o di “dormiveglia” alla quale tutti corriamo il rischio di essere relegati, senza rendercene conto. “L’accento sulla consapevolezza sia interna sia esterna tiene le cose in equilibrio. Non diventiamo eccessivamente centrati o ripiegati su noi stessi, dimenticando il contesto in cui viviamo, né siamo così risucchiati dagli eventi esterni da non sapere cosa accade nel nostro corpo e nella nostra mente” (p. 106). L’intera riflessione ruota anche intorno alle due grandi sfere della relazione, cioè la relazione con se stessi, intesa sia come mente-corpo, sia come introspezione e conoscenza di sé, e alla relazione con l’Altro. Credo che siano molto interessanti, in tale direzione, i collegamenti che il lettore colto può stabilire con la psicoanalisi da un lato, e con la fenomenologia dall’altro, me in realtà sono innumerevoli le linee di pensiero che si dipartono da tali considerazioni, raccolte nei tredici settori in cui è diviso il testo. Un libro che può essere letto (forse con un po’ di fatica, per coloro che non sono minimamente addentro all’argomento) dall’inizio alla fine, oppure, in modo più leggero, puntando sui temi che attirano maggiormente, per poi magari tornare ai collegamenti che sono stati tralasciati. Come si potrà vedere fin dalle prime pagine, praticamente tutto ciò che è scritto può essere applicata nella quotidianità della vita dell’essere umano europeo che lavora, si occupa degli affetti principali, e trascorre del tempo per se stesso, che cioè vive nelle tre grandi sfere in cui si dipana la vita adulta dell’uomo e della donna occidentali. Sono proprio questi, a mio avviso, i segnali da cogliere, senza avere la pretesa di dover applicare “tutto”, ma sviluppando sensibilità che aiutano concretamente a vivere in modo meno conflittuale la vita di ogni giorno.
Andrea Castiello d’Antonio