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LA STRUTTURA E LE DINAMICHE DELLE ORGANIZZAZIONI E DEI GRUPPI
Questo volume, che esce nella collana Psicoterapie, ma che è di sicuro interesse per coloro che operano nelle organizzazioni, colma un vuoto nell’ambito delle traduzioni italiane dell’opera di Eric Leonard Bernstein (nato a Montréal il 10 maggio 1910 e scomparso a Carmel-by-the-Sea, nella penisola di Monterey in California, il 15 luglio 1970) dato che si tratta dell’ultimo lavoro dello psichiatra canadese. Pubblicato a cura di Michele Novellino, che scrive anche la prefazione all’edizione italiana, il testo è strutturato in quattro parti e quindici capitoli, più due appendici, e altre brevi sezioni che integrano l’opera (come il glossario e gli indici); ogni capitolo è preceduto da una nota del curatore e, alla fine, la Bibliografia mette insieme sia i testi citati da Berne, sia quelli citati dal curatore (inducendo, a dire la verità, una certa confusione nel lettore). Gran parte del testo è centrata sulle analisi dei processi nei gruppi, e proprio il primo capitolo si focalizza su tale aspetto, sulle sequenze della costruzione del gruppo, introducendo in modo rapido molti dei concetti di base del pensiero berniano. Le altre due sezioni si occupano di considerare il gruppo come una totalità e il soggetto nell’ambito del gruppo, mentre l’ultima affronta la tematica specificatamente terapeutica, sia nell’ottica della psicoterapia, sia in quella del gruppo nelle organizzazioni (in tale sezione, nella traduzione italiana, si cita la “psicologia aziendale”, una dicitura arcaica e, comunque, oggi mai usata per indicare la psicologia delle organizzazioni…).
“Questo libro è per persone che si interessano di gruppi e di quello che può andare male con le organizzazioni e i gruppi… il 99% del testo è dedicato alla comprensione pratica di come le reali organizzazioni funzionino, dato che il saperlo è ciò che rende possibile la terapia di gruppi malati” (p. 31). E’ proprio questo l’aspetto più interessante del libro, che pure non è un “manuale”, ma nemmeno (come invece afferma l’autore, e come ripete il curatore) un “lavoro scientifico”. I capitoli più interessanti sono quelli in cui Berne si occupa della figura del leader – collegata al carisma, in linea con Max Weber – dell’autorità e della coesione (che garantisce, insieme ad altre componenti, la sopravvivenza del gruppo), fino a giungere alle considerazioni classiche dell’Analisi Transazionale applicata all’interazione tra individui.
In Italia, nel mondo delle organizzazioni, la “lezione” assai variegata di Berne è stata molto spesso presentata o trasmessa ai partecipanti alle sessioni di formazione nel modo più riduttivo e semplicistico possibile, cioè affidandosi alla tripartizione degli stati dell’Io (Genitore, Adulto e Bambino) e, su questa, “giocando” tutta la tematica. Inoltre, come ricorda Novellino nella Prefazione all’edizione italiana, i berniani italiani si sono ben presto scissi in diverse associazioni - in occasione del Primo Convegno Nazionale delle Associazioni italiane di Analisi Transazionale (Roma, 2012) erano attivamente presenti sette associazioni – e ciò può aver contribuito ad una certa confusione e dispersione di idee e di approcci. In ogni caso, aver completato la traduzione delle opere di Berne costituisce senz’altro un’iniziativa importante, con l’accortezza – volendo comprendere l’iter seguito da Berne, psicoanalista mancato – di consultare i suoi articoli degli Anni Cinquanta.
Il libro di Berne è stato pubblicato originariamente nel 1963: da tale punto di vista si deve notare il limitatissimo riferimento che fa l’autore a opere che, a quel tempo, erano già più che note, sia nel campo della dinamica psicologico-sociale dei gruppi, sia in quello della psicoanalisi applicata al gruppo. Un parziale recupero di tale aspetto è realizzato nella Appendice I in cui Berne sintetizza il contributo di Lewin, Bion, Foulkes e altri.
Andrea Castiello d’Antonio