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AVIATION PSYCHOLOGY AND APPLIED HUMAN FACTORS
In un periodo storico in cui l’aviazione civile ha dovuto confrontarsi con problematiche nuove (in specie il terrorismo) e meno nuove - i dirottamenti, le deliberate azioni di piloti suicidi o mentalmente disturbati, le cause sempre più complesse degli incidenti aerei e delle collisioni (vedi il mio articolo “Come sono valutati i piloti dell’aviazione civile?”. Psicologia Contemporanea, 251, 14-21, 2015) - una Rivista come questa, pubblicata da alcuni anni dall’editore Hogrefe, rappresenta un punto di riferimento di elevato valore.
Aviation Psychology and Applied Human Factors – APAHF ha visto la luce nel 2011 introdotta dall’editoriale di Peter Jorna, e nel 2019 è giunta al suo nono anno di vita, con l’attuale coordinamento di Harald Kolrep. Infatti, dal 2014 al 2018 la Rivista è stata diretta da Ioana Koglbauer; quest’ultima ne assunse la direzione da Don Harris, il quale guidò la pubblicazione per i primi quattro anni.
Lo scopo della Rivista è di rappresentare tutti i domini della psicologia dell’aviazione in modo di poter essere di interesse e di utilità sia per coloro che fanno ricerca, sia per i professionisti. Con la pubblicazione di articoli attentamente selezionati, e con l’accortezza di rappresentare la maggior parte possibile di approcci metodologici, la Rivista è strutturata in una sezione di articoli originali e un’altra di contributi operativi, più una sezione di Research Notes. Editoriali e news completano ogni numero, mentre al termine del secondo fascicolo di ogni annata è presente una sintetica sezione di informazioni sul volume appena pubblicato. Trovano così spazio argomenti che faticherebbero ad essere pubblicati su riviste strettamente (cosiddette) “scientifiche”, vale a dire note e commenti sulle best practices, osservazioni sugli incidenti, sulle nuove applicazioni della psicologia dell’aviazione e, più in generale, resoconti di esperienze e osservazioni sviluppati “sul campo”, fino alle lessons learned.
Per avere un’idea della Rivista è utile considerare i due editoriali del 2019 scritti, come sopra detto, il primo da Ioana Koglbauer e il secondo da Harald Kolrep. Nell’editoriale pubblicato sul primo numero dell’anno dal titolo Transition - si passano in rassegna i numerosi e significativi sviluppi che la Rivista ha realizzato nel quadriennio 2014-2018, incrementando sia il numero e la qualità dei manoscritti proposti per la pubblicazione, sia il referaggio e la consulenza editoriale sugli stessi.
Nel secondo editoriale, intitolato Looking Back and Looking Forward, Harald Kolrep sottolinea che “una buona rivista convince i suoi lettori per attualità e tipicità dei contenuti, pertinenza e qualità scientifica dei suoi articoli”: considerando l’articolazione dei fascicoli finora dati alle stampe si può senza dubbio affermare che Aviation Psychology and Applied Human Factors è riuscita nell’intento di posizionarsi come un organo scientifico-professionale di indubbio valore.
A me pare che la psicologia dell’aviazione – per come sta oggi emergendo - sia una disciplina solo apparentemente “giovane”, avendo alle spalle degli importanti precursori e potendo contare su esperienze storiche come quelle italiane di Agostino Gemelli – vedi la bella biografia che Giorgio Cosmacini ha dedicato a Gemelli (Rizzoli, Milano, 1985). Ritengo infine importante sottolineare che la Rivista nasce dall’impegno congiunto di due associazioni, la European Association for Aviation Psychology (EAAP) – un’associazione che personalmente ho conosciuto quando era denominata WEAAP, cioè “Western” Association, prima della caduta del muro di Berlino - e l’Australian Aviation Psychology Association (AAvPA).
Andrea Castiello d’Antonio