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APA HANDBOOK OF HUMAN SYSTEMS INTEGRATION
Questo importante volume fa parte delle APA Handbooks in Psychology Series (è il sedicesimo volume della serie) e dell’APA Reference Books Collection, e si presenta come un prodotto editoriale estremamente curato, oltre ad essere un libro esteticamente bello e di grandi dimensioni. Le collezioni sopra indicate rappresentano dei punti di riferimento importanti per professionisti e studiosi worldwide, proponendo testi di differenti campi applicativi della psicologia. Ad esempio, uno degli ultimi volumi pubblicati è l’APA Handbook of Community Psychology, a cura di Meg A. Bond, Irma Serrano-García e Christopher B. Keys nel ruolo di Editors-in-Chief, e dell’Associate Editor Marybeth Shinn; il lavoro si presenta in due volumi per un totale di 1200 pagine, con l’obiettivo di presentare una summa degli sviluppi che ruotano intorno alla psicologia di comunità (American Psychological Association, 2016).
L’APA Handbook of Human Systems Integration è opera di ben ottanta autori i cui contributi sono stati organizzati e fra loro collegati in tre grandi settori e in otto sezioni. La prima parte copre le tematiche che ruotano intorno alle definizioni concettuali e metodologiche, e all’evoluzione storica dei concetti e delle applicazioni, viste anche in direzione prospettica. I sette capitoli di questa prima sezione introducono la seconda sezione, suddivisa in tre blocchi, in cui spiccano soprattutto gli otto capitoli della parte dedicata alla percezione ed alla cognizione: in questa parte si collocano, ad esempio, i capitoli sul decision making, sulla consapevolezza situazionale, sul multitasking e i livelli di attenzione, e sull’Human Performance Modeling. Nella terza parte sono collocate due sezioni dedicate, la prima, alla voce Personnel e, l’altra, ai gruppi e alle organizzazioni. Negli otto capitoli che sono stati scritti in tali prospettive si affrontano numerose tematiche direttamente connesse con la gestione delle risorse umane. Ad esempio, il capitolo dedicato a ciò che è definita “la scienza” della selezione del personale, termina con la seguente considerazione: “sopra ogni altra cosa, speriamo di aver convinto il lettore che vi è un’enorme evidenza empirica che supporta la distinzione tra le buone pratiche e le cattive pratiche di selezione, e anche se la selezione efficace può essere più costosa, essa vale il costo” (p. 497). Specularmente, il capitolo sul training – anche in tal caso definito come the science of training – termina richiamando le opinioni critiche manifestate da alcuni psicologi negli Anni Settanta che vedevano la formazione come una pratica a-teorica, non empirica e scarsamente evoluta, asserendo la validità di ogni fase della formazione – se ben condotta – dall’analisi dei bisogni alla valutazione dei risultati.
Al di là dei capitoli più direttamente legati al mondo delle risorse umane, il testo si presenta come un supporto pratico per tutti coloro che necessitano di una visione ampia sulla progettazione dei sistemi organizzativi, sottolineando l’interdipendenza delle numerose componenti che costruiscono il sistema socio-tecnico, in qualunque campo applicativo esso sia collocato. Persone, task, ambienti e contesti, strumenti, metodologie e processi…: tutto va visto nella loro interazione dinamica, cioè nell’ottica dell’integrazione dei sottosistemi e dei sistemi complessi. Una visione agevolata dai diversi casi di studio che sono presentati nel capitolo quarto, sui quali i curatori hanno richiesto agli autori dei capitoli di intervenire spiegando in che modo ciò che è esposto può essere applicato, concretamente, ai case studies.
Ed ora una nota sui tre curatori. Deborah A. Boehm-Davis, è professoressa di psicologia e preside del College of Humanities and Social Sciences presso la George Mason University, essendo stata presidente della Divisione 21 dell’APA (Applied Experimental and Engineering Psychology) dal 2004 al 2005. Francis T. Durso, è professore di psicologia all’Engineering Psychology Program presso il Georgia Institute of Technology di Atlanta. Ha ricoperto numerosi incarichi gestionali in diverse associazioni internazionali ed è attualmente membro di diversi comitati editoriali tra cui quello della rivista Human Factors. John D. Lee è “Emerson Electric Professor” nel Department of Industrial and Systems Engineering presso la University of Wisconsin, e direttore del Cognitive Systems Laboratory. Coautore di diversi volumi, ha pubblicato oltre 170 articoli, e ha fatto parte del Committee on Human Systems Integration.
Tornando a commentare l’iniziativa editoriale degli APA Handbooks in Psychology, che è stata istituita nel 2010, quindi abbastanza di recente, si deve notare che questa serie comprende opere monotematiche e trasversali, spesso presentate al lettore in più volumi: sono famosi i tre volumi dell’handbook curato da Sheldon Zedeck nel ruolo di Editor-in-Chief, cioè l’APA Handbook of Industrial and Organizational Psychology (American Psychological Association, Washington, 2011)
Ogni opera si rivolge ai professionisti, ai ricercatori e ai docenti in modo ampio e multi-focalizzato, ma anche a persone che operano nelle aree limitrofe; ad esempio, ai manager delle risorse umane, per quanto riguarda i testi di psicologia delle organizzazioni, oppure agli psichiatri e ai dirigenti medici, in relazione ai volumi di psicologia clinica. La letteratura che è presa in esame ei manuali è assai ampia: dalle opere storiche e di base, fino alla letteratura scientifica che fa riferimento alle acquisizioni più recenti della ricerca “in laboratorio” e della sperimentazione sul campo, costituendo così un’area di dialogo tra esponenti diversi delle stesse discipline.
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata in Qi – Questioni e Idee in Psicologia, numero 48, Giungo 2017.