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Paura di volare e realtà virtuale

realtà virtuale

Periodicamente, quando si parla della paura di volare, emerge ciò che a prima vista potrebbe apparire come una grande scoperta, vale a dire la terapia supportata dalle tecnologie.

Sulla base di un filone di intervento che ha visto già da tempo l’impiego della realtà virtuale per superare fobie specifiche – ad esempio, la fobia dei ragni – nel caso della aerofobia si pone la persona a diretto contatto con la situazione che genera angoscia ma lo si fa in un ambiente controllato, gradualmente e con tecniche di simulazione.

Si tratta di “abituare” la persona alla situazione che provoca ansia, “esponendo” la persona agli stimoli e/o ai contesti ansiogeni, fino a che – passo dopo passo – ci si familiarizza e si impara, almeno in parte, a tenere sotto controllo la propria paura.

Cosa c'è di "psicologico" in tutto questo?

Al di là dell’utilizzo di supporti tecnologici come sono i visori 3D e gli ambienti di simulazione, ci si dovrebbe domandare “cosa c’è di psicologico” in tutto questo.

In sostanza, il meccanismo a cui la persona che teme di volare viene chiamata a partecipare è quello di un progressivo adattamento alla situazione.

Come a dire, se hai paura dell’acqua, dapprima guardi il mare da lontano, poi ti avvicini un po’, quindi metti un piede in acqua, poi ti bagni le mani e i polpacci, e così via fino a quando, pian piano, entri e ti rendi conto che non ti succede nulla di catastrofico…

Significativamente questo genere di “terapie” sono spesso pubblicizzate con slogan del tipo “Tu non hai bisogno dello psicologo!”, “Puoi farcela da solo!”, “Non devi capire nulla, basta abituarsi…”, o sono avvicinate a veri e propri videogiochi, cioè ai tradizionali flight simulator.

Talvolta accompagnate da immagini rassicuranti, visi di piloti sorridenti e hostess accoglienti, le presentazioni di tali “prodotti” sono poi integrate dal fatidico “volo di prova”, cioè un volo organizzato dallo staff degli addestratori con il quale si dovrebbe sugellare il superamento della paura di volare. In altri casi al posto del volo vero e proprio è proposto una più rassicurante esperienza nel simulatore, cioè in quei complessi dispositivi utilizzati dai piloti per fare addestramento nei centri di formazione delle compagnie aeree.

La paura di volare ha radici e cause di natura psicologica

Rimane il fatto che ciò che si propone alla persona che ha paura di volare è un addestramento comportamentale, basato sull’esporsi alla situazione, al fine di abituarsi ad essa e al fine di esercitare un controllo su di sé.

Il piccolo problema è che la paura di volare – a meno che non sia stata causata da eventi molti specifici e che sia sufficientemente certo che non ha radici di altro genere – ha delle cause, che sono cause mentali, cioè psicologiche.

Se non si affrontano la cause del problema ci si potrà forse anche un po’ abituare alla situazione del volo ma, comunque, ciò che ha causato l’ansia, e che ha “legato” l’ansia all’aereo, non sarà mai capito. E non capito significa non superato.

Nel mio articolo pubblicato nel numero 1 del 2006 della rivista “Psicoterapia e Scienze Umane” – “Aerofobia. Un’interpretazione psicoanalitica” , ho mostrato quali possono essere alcune delle piste di ricerca e di psicoterapia per risolvere davvero la fobia del volo. Si tratta di un lavoro scientifico-professionale poco adatto al lettore non esperto di psicologia al quale posso invece consigliare di consultare il mio libro “La paura di volare”, edito da Franco Angeli e disponibile anche in formato elettronico.

 

Andrea Castiello d’Antonio