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Perché i matrimoni non resistono al tempo…

matrimoni non resistono al tempo

Sul matrimonio – e sulla vita di coppia – sono stati spesi fiumi di parole.

Parole a cui aggiungo queste mie, per riflettere su 5 aspetti tra le variegate moltitudini che evoca l’argomento.

 

1.

Mi ha sempre molto colpito il fenomeno del matrimonio flash (lo definirei così) che si verifica tra i giovani e giovanissimi.

Due persone si piacciono, si mettono insieme, va tutto benissimo, e decidono di sposarsi (a volte la relazione iniziale, la conoscenza, è durata solo pochi mesi e si va al volo verso il matrimonio).

Magari c’è l’abbaglio della “cerimonia”, del vivere in autonomia insieme, del “diventare grandi”…

Fatto sta che, dopo sposati, il matrimonio dura qualche settimana, o qualche mese, e tutto si sfascia. Sfasciare mi sembra proprio il verbo giusto.

Tutto si srotola, si rompe, si rovina, si deteriora, si distrugge!

Cosa è successo?

È successo che, se Tizio e Caia stanno bene insieme fino a che ognuno vive per conto proprio, non è detto che Tizio CON Caia riescano a stare bene insieme uguale una volta definito il vincolo.

Nel matrimonio, non c’è il meccanismo della “somma”: se A va bene con B, allora fare A+B andrà super-bene!

No, non funziona così.

E quando i due giovani vengono direttamente dalle case dei rispettivi genitori la delusione della vita matrimoniale è massima! Ognuno vorrebbe essere accudito dall’altro come facevamo mamma & papà, ma “l’altro” o “l’altra” non sono proprio per nulla “mamma & papà”.

E ci si scontra duramente.

 

2.

Nascono così, in tutte le coppie che si separano, i rimproveri, le accuse.

Reciproche.

Si va alla ricerca delle colpe. Si accusa l’altro di malvagità, o di essere malato (“è narcisista”… “è bipolare” …), arrivando a essere davvero cattivi, molto cattivi.

Si spargono voci nei circoli degli amici e dei conoscenti, si calunnia, si diffama, si inventano cose.

È difficile tacere quando ognuno crede fermamente di essere nel giusto, di essere la parte lesa, il soggetto a cui sono state inflitte sofferenze.

Si ragiona, insomma, sulla linea Io contro Tu.

Il problema è uno dei due. Ma spesso il problema vero è la relazione che si è instaurata tra i due, a loro completa insaputa, senza che lo volessero, senza che riuscissero a gestirla.

Manca non tanto la capacità (passiva) di adattamento, quanto l’abilità, attiva, di ricercare soluzioni, soluzioni nuove, che possano essere accolte da entrambi, su una linea in comune, costruendo accordi che nessuno offre belli e fatti.

La vita di coppia si costruisce, non si vive, semplicemente.

La vita di coppia si difende, innanzi tutto da sé stessi e dalla propria stessa volontà di distruggerla – soprattutto se si proviene da famiglie con genitori divorziati, o da famiglie altamente conflittuali.

 

3.

C’è una modalità meno visibile, più subdola, di fallimento matrimoniale, una modalità costituita dalla prigione-matrimonio, in cui entrambi, ormai disillusi e demotivati, si lasciano andare senza più sperare in nulla.

Non solo non c’è speranza, né tantomeno progettualità, ma c’è l’adattarsi ad una linea di galleggiamento stabile-insoddisfacente, silenziosa ma nera, mascherata ma piena di risentimenti, rimorsi, sensazioni di essere senza vie di uscita, senza alternative.

Cenni affettuosi, falsi, mascherano la tragedia di un matrimonio nato già morto. E, alcune volte, esso resiste per vera e pervicace volontà dei soggetti, perché… Né con te, né senza di te!

Il legame che lega.

La storia congelata.

La relazione di ghiaccio, impossibile da scaldare.

 

4.

Se ci si pone dall’esterno molti scambi comunicazionali che avvengono nelle coppie in crisi finiscono con il sembrare più divertenti che drammatici.

Soprattutto quando nella coppia si manifestano sarcasmo, volontà di colpire, presa in giro, sottili attacchi all’identità altrui, fino naturalmente alle forme di conflitto perverso e alle molestie morali e psicologiche.

A volte anche i timidi tentativi che un soggetto fa verso l’altro finiscono nel tritacarne:

 

“Dai, abbiamo litigato per nulla, in fondo avevi ragione tu, lo ammetto! – Certo! Sicuro che avevo ragione io, te ne accorgi solo ora? – Ah, ecco, non ti si può concedere nulla che subito te ne approfitti! – Ma se sei stata tu a darmi ragione, che vuoi? – Io l’ho fatto solo per volontà di conciliazione. Ieri tu non avevi ragione per niente, e il tuo modo di reagire, oggi, me lo conferma!”

 

Ma esiste un matrimonio, una vita di coppia, senza conflitto?

No. Non esiste.

I conflitti possono essere espliciti o impliciti, urlati o detti di lato, a mezza bocca, socializzati o chiusi nella coppia.

Soprattutto quando la coppia vive l’instabilità della relazione precaria e l’insoddisfazione del “Non mi sento capito” reciproco, allora scoppiano i conflitti.

Conflitti che possono agganciarsi a qualunque aspetto, alle cose più diverse, come abbiamo scritto, io e Luciana d’Ambrosio Marri nel nostro libro dal titolo, appunto, “Conflitti. Come leggere e gestire i contrasti per vivere bene” (Firenze: Giunti Psychometrics, 2019).

 

5.

Dunque, se sono i matrimoni litigiosi quelli che accendono l’aggressività reciproca fino a raggiungere punte estreme, non vanno nemmeno dimenticate quelle coppie che si reggono con difficile coesistenza, precarietà.

Alternando la volontà-desiderio di stare insieme a momenti in cui non ne possono più.

Pur essendoci una forte instabilità nell’equilibrio della coppia, si va avanti, si cerca di trovare il meglio del matrimonio, magari con qualche piccola consolazione esterna che, di quando in quando, e in modo del tutto paradossale, serve a mantenere viva la coppia e tende a riunirla!

Gli alti e i bassi del rapporto di coppia si danno per scontati, così i cambiamenti nelle abitudini delle relazioni intime e gli umori quotidiani.

Fino a che l’ostilità che a volte si sperimenta non diventa “guerra” vera e propria, la coppia prosegue nel suo cammino e, magari, da vecchi, si avrà pure il coraggio di confessare le reciproche debolezze.

Ma si cammina, spesso, su un sottile filo teso tra due estremi, a loro volta precari e sdrucciolevoli.

 

Per concludere, sono innumerevoli i modi in cui due persone riescono, nonostante tutto, a tenere il loro legame, la loro relazione. Ma sono altrettanto numerose le occasioni di rompere e interrompere, talvolta davvero per futili motivi e per problematiche passeggere.

È a queste persone che un buon percorso di psicoterapia di coppia potrebbe fare molto, molto bene!

 

Andrea Castiello d’Antonio