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Positive Psychological Assessment: A Handbook of Models and Measures
I due curatori e i sessantasei autori di questo volume sono riusciti nell’impresa di offrire al lettore una visione multicentrica e diversificata degli attuali approcci alla valutazione psicologica, sostanzialmente bilanciando l’orientamento alla misura con l’approccio qualitativo – l’antinomia quantitativo-qualitativo costituisce il cuore di un dibattito che probabilmente non avrà mai fine nei diversi campi applicativi della psicologia, ma anche negli ambiti della ricerca!
Per coloro che sono maggiormente interessati agli strumenti, questo volume offre l’opportunità di entrare in contatto con diversi tools che possono essere impiegati in vista della valutazione di specifiche caratteristiche e di particolari tratti della personalità, mentre i lettori orientati a comprendere le matrici teoriche e a ragionare su di esse troveranno molto materiale di riflessione.
La struttura del volume è costruita intorno a sei sezioni delle quali le prime cinque risultano essere assai ampie; ogni capitolo presenta riflessioni interessanti orientate sia alle rassegne di ricerca, sia ad alcuni tra i principali aspetti delle teorie che stanno alla base delle tecniche illustrate. Inoltre, è possibile apprezzare la discussione di argomenti specifici e di strumenti che sono finalizzati a valutare e misurare aspetti peculiari del soggetto, ma anche spostarsi verso visioni più ampie e globali dell’essere umano – un approccio che richiama gli insegnamenti classici degli psicologi umanisti e di molti teorici e professionisti che si sono orientati, nel corso del tempo, verso la visione olistica.
La prima sezione getta le basi conoscitive indispensabili per comprendere cosa significa l’approccio positivo in psicologia e come questo approccio si possa concretizzare nelle operazioni di valutazione del soggetto. Mi sembra di rilievo leggere proprio il primo capitolo, a firma di uno dei due curatori (Matthew W. Gallagher), proseguendo poi con gli altri tre che compongono questa sezione e che trattano, in generale, degli aspetti caratteristici dell’essere umano visti come aree di forza e di debolezza, nel contesto di differenti culture. Emergono, qui, il concetto di balance, di equilibrio di vita, l’influenza dell’ambiente – familiare, sociale, di lavoro – gli iter evolutivi delle persone che conducono, infine, ciascuno a compiere importanti scelte di vita, come quelle professionali.
Con la seconda sezione si entra nel merito, per così dire, “tecnico” della trattazione, affrontando i modelli e gli strumenti che consentono la valutazione di qualità cognitive ad ampio spettro. Qui si evidenziano i capitoli che trattano della valutazione degli stili di problem solving, delle capacità di innovazione e di creatività applicata, della performance collegata a ciò che è definita una visione “saggia” dell’impegno personale, fino a discutere di una delle qualità forse più importanti, oggi, cioè il coraggio (capitolo undicesimo). Inoltre, uno specifico capitolo è dedicato alla occupational self-efficacy e alla gestione della carriera.
Accanto alla sezione che tratta degli aspetti cognitivi si pone quella che affronta l’aera emotiva, cioè la terza parte del testo. Qui le domande ruotano intorno a come poter valutare e misurare l’auto-stima e le emozioni positive attraverso le quali, ad esempio, i problemi appaiono meno insormontabili; sono anche considerate – sempre nell’ottica valutativa – il parametro dell’attesa nella riuscita personale, e l’intelligenza (che qui è declinata sotto i due assi dell’intelligenza emotiva e personale).
Tutti questi contributi sono focalizzati sulla opportunità di valutare gli strenghts, cioè le aree di forza del soggetto, cosa che è naturalmente tipica dell’orientamento della psicologia positiva.
Sei capitoli sono racchiusi nella sezione successiva, la quarta, una sezione in cui emerge prepotentemente l’aspetto sociale ed interpersonale dell’essere umano. Qui si notano alcune dimensioni tradizionali di valutazione come l’empatia, la capacità di valutare e giudicare, l’aspetto dell’etica personale e professionale, ma anche un’interessante approfondimento sugli stili di attaccamento nella persona adulta, oltre a indicazioni per decifrare come il soggetto si pone di fronte a sentimenti come la riconoscenza e la gratitudine (sentimenti che possono essere visti come degli antidoti allo sviluppo di emozioni distruttive nelle relazioni umane come l’invidia, l’ostilità, la denigrazione dell’altro e la competizione distruttiva).
Posso solo sottolineare a commento di questa sezione la necessità di valutare in ogni suo aspetto la dimensione dell’essere umano al lavoro declinata sul versante della gestione delle relazioni interpersonali. E’, questa, una dimensione multiforme, ormai emersa in modo chiaro – viste le trasformazioni del mondo di lavoro – e che deve necessariamente far parte di qualunque programma di assessment delle risorse umane, non solo in chiave selettiva, ma anche in direzione di valutazione e sviluppo (vedi il mio recente libro Il capitale umano nelle organizzazioni. Metodologie di valutazione e sviluppo della prestazione e del potenziale. Hogrefe, Firenze, 2021).
Nella penultima sezione sono presenti almeno tre capitoli di grande rilievo se collocati nell’ottica dello sviluppo della persona nei sistemi organizzativi e che trattano (1) della valutazione dell’orientamento professionale collegato al raggiungimento di risultati costruttivi nel ruolo, (2) della misura della soddisfazione professionale e del significato che il soggetto attribuisce al lavoro, e (3) delle modalità di definire, misurare e operazionalizzare il concetto di benessere.
L’ultima sezione, composta da un solo capitolo, tratta del futuro, quindi di come la valutazione delle qualità umane volta verso la rilevazione delle aree positive e di forza del soggetto potrà delinearsi nei prossimi anni.
Nel complesso, i due curatori hanno organizzato un imponente lavoro che praticamente copre tutti i campi del positive assessment.
Matthew W. Gallagher, che è professore associato presso il Department of Psychology and Texas Institute for Measurement, Evaluation, and Statistics alla University of Houston, ha una lunga storia di studioso e ricercatore nel campo della psicologia positiva, oltre ad essere l’autore di importanti testi (oltre cento tra articoli, capitoli e libri).
Shane J. Lopez (scomparso il 23 luglio del 2016) è stato Gallup Senior Scientist and Research Director presso il Clifton Strengths Institute. Ha lavorato estensivamente presso l’Università del Kansas ed è stato l’ideatore del Gallup Student Poll, un sistema che è stato utilizzato per misurare il livello di speranza, engagement e benessere in milioni di persone. Insieme a Matthew Gallagher è stato il curatore de The Oxford Handbook of Hope (Oxford Univeristy Press, 2018).
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nel sito web
PANORAMA RISORSE UMANE
Settembre 2022