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Psicoterapia online

La psicoterapia a distanza, la psicoterapia online in Italia, è oggi una realtà.

Da un momento all’altro sono stati superate tutte le perplessità che molti colleghi nutrivano sulle possibilità di aiutare il paziente per mezzo dei sistemi di comunicazione a distanza – mentre altri erano già da tempo su questa onda.

Dal mio punto di vista quando si parla di psicoterapia online ci si deve riferire al collegamento audio-video (l’uso di mezzi di comunicazione diversi, cioè il telefono e la email, non mi sembrano idonei), quindi a collegamenti su piattaforme come Skype o altre di tipo generico o specificatamente ideate per la consultazione medica e psicologica.

Per i pazienti si tratta certamente di una (buona) possibilità in più. Piuttosto che interrompere – e interrompere all’improvviso, come è accaduto a causa del Covid-19 – è sicuramente preferibile mantenere la relazione e proseguire nel cammino. Ma, come sappiamo, anche tra le persone-pazienti le opinioni e le preferenze divergono. Alcuni sono stati subito favorevoli nel passaggio online, mentre altri hanno comunque preferito attendere di tornare in studio. Altri ancora si trovano decisamente meglio con la psicoterapia a distanza e potrebbero proseguire così anche quando la possibilità di rientrare in studio fosse praticabile (pur se con tutte le accortezze del caso).

In particolare, le forme, le tante forme di psicoterapia cosiddetta breve si prestano molto bene alla consultazione psicologica online e alla terapia online. Opinione comune è che alcune tipologie di psicoterapia si adattano meglio alla relazione a distanza mentre altre meno; ma anche queste ultime, che sono in specie rappresentate dalle psicoterapie dinamiche, sono oggi ben rappresentate nel mondo virtuale.

Come accade riguardo alla psicoanalisi, è impossibile discettare di psicoterapia breve, al singolare. Sarebbe necessario ragionare su ogni specifica forma di terapia breve, analizzandone i pro e i contro, e precisando molto bene a quale indirizzo teorico esse si riferiscono (dinamico, cognitivo, comportamentale, sistemico…). Considerando anche che oggi, in Italia, se dovessimo andare a vedere le centinaia di “scuole” di psicoterapia esistenti non ne usciremmo più! Meglio, molto meglio, fare riferimento a quei pochi indirizzi di base che hanno alle loro spalle una vera e propria “storia” e che non sono spuntati come funghi solo per motivi commerciali…

Paradossalmente, si può affermare che la psicoanalisi sia nata come “terapia breve” se consideriamo i primi trattamenti che Freud conduceva con i suoi primi pazienti ma anche le modalità impiegate da Freud nell’accogliere i pazienti e nel gestire fasi critiche delle loro vite. Su questo aspetto ho scritto di recente un articolo pubblicato sulla rivista Psicologia Contemporanea (numero marzo-aprile 2019) – la più antica rivista seria di divulgazione psicologica in Italia – dal titolo “Come lavorava Freud con i suoi pazienti?” in cui si riprende e si commenta un fatto ormai accertato e cioè che Freud era … poco freudiano https://www.psicologiacontemporanea.it/blog/come-lavorava-freud-con-i-suoi-pazienti/

Infatti più di un collega clinico e/o studioso di storia della psicoanalisi si è chiesto se Freud sia stato “freudiano”…

Le radici vere della psicoterapia breve sono riconducibili proprio ad alcune delle primissime esperienze cliniche di Freud. Poi, come sappiamo, l’analisi (e le psicoterapie che ad essa fanno riferimento) ha preso altre strade, fino a diventare, in alcuni contesti culturali, un percorso quasi infinito: utile per coloro che hanno il desiderio di conoscere loro stessi e di proseguire nel dialogo, ma meno utile per chi deve risolvere problemi e liberarsi da sintomi e problematiche mentali.

Le psicoterapie brevi per come oggi le intendiamo, nate all’ombra della psicoanalisi, secondo alcuni hanno contribuito a demolire molti tabù o pseudo-tabù analitici, come l’equiparazione tra tempo ed efficacia della cura, tra profondità dell’intervento e beneficio per il paziente, e così via. Rispetto alla valutazione dell’efficacia delle psicoterapie brevi molte ricerche ed esperienze depongono a favore di questa modalità di trattamento.

Si deve aggiungere che, oggi, in un tempo in cui tutti si affrettano e pretendono risultati rapidi e tangibili, l’idea della terapia “breve” è da un lato perfettamente in linea con il momento storico e con una vita-di corsa, ma dall’altro è proprio il suo “essere in linea” a prestare il fianco ad una collusione culturale e a un appiattimento della dimensione psicologica interiore che, automaticamente, può rendere ogni intervento di questo genere superficialmente “riparativo” o addirittura “ortopedico”.

Ma è anche vero che per risolvere, o almeno mitigare, talune sofferenze psichiche non è necessario imbarcarsi in lunghi e indeterminati percorsi terapeutici: si può optare, appunto, per le psicoterapia focali o focalizzate, come secondo me sarebbe molto meglio definirle, piuttosto che “brevi”. Anche perché, molto spesso, dietro ad una terapia “breve”, non vi è altri che un terapeuta “bravo”!

Sull’efficacia della psicoterapia breve psicodinamica vedi la mia recensione a questi due importanti e recenti libri, frutto del lavoro di autori nordamericani, pubblicata sulla rivista “Psicoterapia e Scienze Umane”, volume 53, numero 4, 2019 – www.psicoterapiaescienzeumane.it

Mantosh J. Dewan, Brett N. Steenbarger, Roger P. Greenberg (Edited by), The Art and Science of Brief Psychotherapies. A Practitioner's Guide. Third Edition. Washington: American Psychiatric Association, 2018, pp. XVI+381, $ 87.00 (softcover).

Hanna Levenson, Brief Dynamic Therapy. Second Edition. Washington: American Psychological Association, 2017, pp. XIV+168, $ 34.95 (softcover).

 

Andrea Castiello d’Antonio