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PSICOTERAPIA. QUANTO TEMPO DURA UNA PSICOTERAPIA?

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Una persona che sta male, o che vuole comunque migliorare il proprio stato… generalmente HA FRETTA! Ha la legittima aspettativa di migliorare PRESTO E BENE.

Possibilmente anche IN MODO STABILE. Cioè, senza “ricadute”.

 

Oggi, lo “standard” di una terapia psicologica è centrato su UNA seduta – o un colloquio – a settimana.

A mio avviso, che possa esserci UN CAMBIAMENTO DELLA PERSONA con una frequenza di tal genere… ha del “miracoloso”!

Mi spiego: una seduta a settimana di terapia psicologica significa che si dedica 1 ora in una settimana di 168 ore.

Se vogliamo considerare solo le ore di veglia, cioè 16 ore al giorno, abbiamo 112 ore.

1 ora di psicoterapia in 112 ore di vita da svegli…

 

Eppure, LE PERSONE CAMBIANO, MIGLIORANO, EVOLVONO.

Non tutte, certo.

Non tutte allo stesso modo, né con gli stessi tempi. Ci sono persone – menti – che potremmo definire “lente e veloci… ricordando il titolo del noto libro dello psicologo israeliano, premio Nobel per l’economia, Daniel Kahneman (Tel Aviv 1932-2024), “Pensieri lenti e veloci”.

Ad alcuni basta un input per andare avanti. Per altri c’è bisogno di un lavoro lungo.

 

Circa i tempi, le psicoterapie si possono dividere in DUE AMPIE CLASSI.

I tanti percorsi a tempo indefinito, e le terapie cosiddette “brevi”.

Storicamente, le terapie brevi sono nate proprio per rispondere alle esigenze di rendere più agevole, circoscritto e focalizzato il trattamento, andando incontro alle esigenze di persone che hanno necessità di un SUPPORTO RAPIDO E DELIMITATO.

Ad esempio, voler risolvere un singolo, unico e ben localizzato problema, non eccessivamente complesso, potrebbe dare giustamente adito ad un percorso di “terapia breve”.

 

È interessante notare che lo stesso Sigmund Freud si pronunciò a favore della possibilità di abbreviare la terapia psicoanalitica.

E le prime “terapie brevi” nacquero, appunto, in ambito psicoanalitico, circa un secolo fa (Anni Venti del Novecento) aprendo così la strada ad un importante flusso di ricerca e di teorizzazione, portato avanti da diversi psicoanalisti.

 

Alle terapie brevi si contrappongono le terapie a tempo non definito o PSICOTERAPIE A MEDIO-LUNGO TERMINE il cui capostipite è la psicoanalisi freudiana.

Vi sono persone che intraprendono una psicoterapia con obiettivi ampi come, ad esempio, CONOSCERSI MEGLIO, SVILUPPARE LE PROPRIE CAPACITÀ, VIVERE MEGLIO LA VITA: queste persone, generalmente, non hanno alcuna fretta di concludere la terapia.

Altre entrano in terapia perché… non possono farne a meno, a causa della pressione del disagio che provano, della sofferenza mentale o altro.

 

Dunque, alla domanda general-generica posta dal paziente nel primo colloquio “QUANTO TEMPO DURA LA PSICOTERAPIA?” non è possibile rispondere.

La dimensione del tempo, in psicoterapia, è una variabile dipendente: dipendente da un’infinità di fattori, alcuni visibili ed esplicitabili, altri di difficile decifrazione.

Alcuni sono FATTORI STRUTTURALI, cioè attengono al setting e alle personalità di base di terapeuta e paziente, altri sono DINAMICI e seguono il flusso del percorso; alcuni fattori sono SITUAZIONALI, legati al variare delle situazioni di vita, concrete e operative del paziente, mentre altri sono AMBIENTALI.

 

Alcuni terapeuti lavorano solo con terapie brevi, mentre altri mai.

Ma la maggior parte dei professionisti si posiziona, probabilmente, sul versante di coloro che iniziano la terapia e, di volta in volta, lungo il percorso, ne modulano l’iter parlandone con il paziente.

E vi è chi ha detto che non esistono le “terapie brevi”, ma solo… TERAPEUTI BRAVI!

Condivisibile. Aggiungerei: psicoterapeuti “bravi & onesti”, che non tengono il paziente più del necessario!

 

All’interno della questione del tempo di una psicoterapia vi è da tenere presente LA FREQUENZA con la quale si organizzano i colloqui, le sessioni, le sedute.

L’ideale sarebbero 2 sedute a settimana, ma di fatto ci si deve adeguare alle mille variabili della “vita reale”. E, come si è detto, molto spesso ci si accorda per 1 incontro settimanale.

Un altro aspetto da considerare è LA DURATA di ogni singolo incontro. Ma su questo torneremo in un’altra occasione…

 

Andrea Castiello d’Antonio

 

Articolo tratto dal mio libro “SCEGLIERE LO PSICOTERAPEUTA. UNA GUIDA PER PAZIENTI E TERAPEUTI” (Hogrefe, Firenze, 2022) in cui ho scritto diffusamente di psicoterapie e terapeuti, e dell’incontro con il paziente:

https://www.hogrefe.it/catalogo/volumi/saggi/scegliere-lo-psicoterapeuta-una-guida-pazienti-e-terapeuti/

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Segnalo anche i mie 3 articoli pubblicati in riviste scientifiche:

 

Castiello d’Antonio A. (1983), Osservazioni sulle “Nuove Scuole” di psicoterapia in Italia. Giornale Italiano di Psicologia, X, 2, pp. 381-394.

Castiello d’Antonio A. (1991), Vocazione terapeutica e formazione alla psicoterapia dinamica. Dall’esperienza di Bruno Bettelheim alla situazione italiana. Bollettino di Psicologia Applicata, 199, pp. 33-40.

Castiello d'Antonio A. (2009), Psicoterapia per manager. Mente & Cervello, 56, VII, pp. 88-93.

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