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Psychodynamic Coaching. Distinctive Features

Titolo: 

Psychodynamic Coaching. Distinctive Features

Autori: 
Claudia Nagel
Casa editrice: 
Routledge, 2020, Pp. XIII+162, £ 19.99 (Paperback)

L’uscita di un libro sul coaching scritto da una professionista accreditata è sempre una buona notizia. Ancor meglio se – come in questo caso – si tratta di un testo che dichiara in modo netto e immediato l’indirizzo teorico scelto, evitando così quell’imbarazzo che si vive nei confronti di testi che sono costruiti… per andar bene a tutti, e per essere di moda in tutte le stagioni!

Il coaching è una cosa seria e come tale va trattato.

Come nelle psicoterapie, anche nel coaching, nell’executive coaching, nel coaching psicologico-organizzativo vivono diversi orientamenti e differenti approcci teorici.

L’approccio psicodinamico è, a mio avviso, uno dei più interessanti e penetranti, anche a prescindere dalle convinzioni personali di ogni singolo professionista: ciò perché rappresenta l’unica modalità teorico-tecnica che va al di là del visibile, dell’esplicito, del comportamentale, e degli schemi di visione della realtà intesi come costruzione del reale, indagando ciò che è al di sotto della linea dell’immediatamente visibile.

Il testo si apre con una parte teorica, suddivisa in tre sezioni, a cui segue una seconda parte pratica, a sua volta scandita in altre tre sezioni.

Le basi, le radici dell’orientamento psicodinamico sono ripercorse nella prima sezione e da queste si passa a collegare il coaching psicodinamico – questa parte del testo è intitolata Basic Theory ed è utile per coloro che non sono sufficientemente addentro all’orientamento psicoanalitico e clinico-dinamico – all’articolazione del percorso di coaching.

Emerge subito un aspetto importante dell’orientamento psicodinamico applicato al coaching e cioè che non stiamo parlando di un approccio semplice e adatto a tutti, dato che si tratta di andare verso le dimensioni inconsapevoli dell’animo umano, verso le matrici che sono nascoste, ad esempio, sotto gli stili sociali e gli stili di leadership e di management: ecco emergere le dimensioni del conflitto psichico, delle resistenze, delle ambivalenze del vivere organizzativo, del mondo relazionale e delle matrici interiori che portano le persone ad agire in un dato modo nel grande teatro organizzativo.

Con il capitolo sesto, dedicato ai tratti e ai tipi di personalità, allo sviluppo del carattere e al processo di individuazione si entra nel vivo dei concetti psicodinamici che sono immediatamente applicati alle dinamiche della relazione di coaching. Dopo aver assegnato uno spazio significativo alle manifestazioni della tensione e dell’ansia, e quindi al conflitto interiore, sono passati in rassegna i meccanismi psicologici profondi di difesa, segnalando come tutto questo mondo emotivo incida sulle funzioni tipiche del manager e del leader e, più in generale, della persona-al-lavoro.

Dopo un passaggio sulle fondamenta neurofisiologiche dei meccanismi mentali si affronta l’ottica sistemica, un’ottica fondamentale, tipica dell’approccio del Tavistock Institute di Londra – e qui si richiamano alcuni dei maggiori autori che hanno contribuito, in anni ormai lontani (intorno alla Seconda guerra mondiale) all’edificazione di tanti concetti fondamentali per comprendere davvero le dinamiche di gruppo ed organizzative.

Un passaggio su quelle che possiamo definire le malattie del potere, cioè gli stili di leadership disfunzionali, conduce il lettore verso le pagine finali della prima parte del testo in cui sono pure richiamati i rischi che può vivere sia il coach, sia il coachee, nel contesto dei giochi e delle dinamiche profonde, individuali e organizzative, che si attivano con il coaching psicodinamico.

Giustamente è scritto che “il coaching psicodinamico dimostra la sua efficacia quando un senior leader desidera sviluppare ulteriormente la connessione con il suo mondo interno e crescere emozionalmente e come persona, e anche quando si vivono degli stati emotivi forti, quando tensioni e conflitti intra- o inter-personali non possono essere risolti, quando a livelli individuali, di team o di gruppo prevalgono problematiche di performance, o quando si manifestano comportamenti disfunzionali” (p. 16).

La parte pratica inizia con il delineare alcuni assunti di base che sono specifici del coaching psicodinamico, sottolineando le qualità che il coach dovrebbe possedere e iniziando a descrivere lo start-up delle sessioni di coaching (il contratto e i ruoli).

Con la sezione dal titolo Running the Coaching Sessions emergono alcuni aspetti interessanti che spaziano dal considerare (giustamente) il coach come strumento principale del percorso, all’impiego di test e questionari nella fasi di diagnosi, alla tecnica delle domande, fino alla gestione delle dinamiche emotive: “usare se stessi come strumento suona come qualcosa di parecchio arido e anche di molto complesso – come è. Creare consapevolezza, insight, e cambiamento nel cliente è difficile, e cambiare se stessi è l’obiettivo più difficile sia per il cliente sia per il coach” (p. 110). 

Infine, sono da segnalare due paragrafi, il primo dedicato al coaching rivolto a leader donne, e il secondo al team coaching.

Dunque, questo piccolo libro – piccolo come dimensioni – è, in realtà, un ottimo super-concentrato di idee e riflessioni sul coaching psicodinamico e si affianca molto bene a quei (pochi) altri testi che trattano nello specifico questo indirizzo.

Da ricordare che Claudia Nagel è autrice di un altro famoso lavoro, pubblicato nel 2023: Leading with Depth: The Impact of Emotions and Relationships on Leadership (Phoenix Publishing House).

 

Andrea Castiello d’Antonio

 

Questa recensione è stata pubblicata in “PANORAMA RISORSE UMANE”, Isper, nel mese di ottobre 2024.