CONTATTAMI

Per appuntamento

La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.

* campo obbligatorio

CAPTCHA
Questa domanda è un test per verificare che tu sia un visitatore umano e per impedire inserimenti di spam automatici.

Pur di non dire “Psicologia”… La banalizzazione della psicologia

la-banalizzazione-della-psicologia

Quanti modi ci sono per NON pronunciare la parola “psicologia”, e tutti i suoi correlati? Infiniti, e sono tutti presenti nel nostro mondo.

Nel campo della PSICOLOGIA DEL LAVORO E DELLE ORGANIZZAZIONI è invalso l’uso del termine “SOFT SKILLS” per indicare… esattamente le qualità interiori, le caratteristiche psicologiche delle persone.

Chi lo ha introdotto? Non saprei, ma è stato prontamente adottato da tutti i nostri concittadini che nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni ODIANO PARLARE DI PSICOLOGIA: molto meglio parlare di organizzazione, procedure, standard, sistemi, tecnologie, finanza e business, al limite si può parlare di “management” ma sempre nella declinazione operativa, concreta, fattiva.

Soft skills”, ma che senso ha? Che significa “ATTITUDINI SOFFICI”, oppure “ABILITA’ MORBIDE”, magari da contrapporre alle … “hard skills”?

(che, però, ha un altro senso…).

Ignoranza mista a stupidità ha pure accompagnato, sempre nel mondo del lavoro, la traduzione italiana del SISTEMA elaborato molti decenni fa da David McClelland prontamente tradotto con “SISTEMA DELLE COMPETENZE”.

Vedi il mio articolo QUI.

Senza pensare – o pensandoci molto bene! – che in italiano con “competenza” si intende intuitivamente la capacità e competenza TECNICA, PROFESSIONALE, OPERATIVA, il SAPERE e il SAPER-FARE, per riproporre un altro slogan che non si può più sentire (sapere, saper-fare, essere, saper-essere, e così via, si potrebbe continuare…).

Così, nel mondo del lavoro, tra soft skills e sistema delle competenze si è cancellata nominalmente, ma anche concettualmente, LA DIMENSIONE PSICOLOGICA DELL’ESSERE UMANO AL LAVORO!

In PSICOTERAPIA molte persone, a dire il vero soprattutto psichiatri, si dilettano a discettare sulla “TERAPIA DELLA PAROLA” – evidentemente scrivere e dire “psicoterapia” è uno sforzo eccessivo!

Con “terapia della parola” si attua una sottile banalizzazione nel senso che… BASTA PARLARE, FARE DUE CHIACCHIERE, CONVERSARE, e questa è “la terapia” – naturalmente da contrapporre alla meglio nota e più affermata terapia con i farmaci: la farmacoterapia o, meglio, LA PSICOFARMACOLOGIA!

Che senso ha, dopo oltre un secolo dai primi studi di Sigmund Freud (che ha usato un’espressione simile ma in ben altro contesto), parlare di “terapia della parola”?

Nessuno. Ma certamente nel campo delle psicoterapie anche molti “colleghi” ci hanno messo del loro, banalizzando a man bassa un’area che dovrebbe essere molto seria.

Il colpo finale lo ha dato il proliferare delle “SCUOLE DI PSICOTERAPIA” che possono dare l’impressione che esistano CENTINAIA di indirizzi diversi di “terapia psicologica” – ma, in realtà, esistono solo centinaia di modi diversi di cercare di… far soldi (sulla pelle dei giovani che si iscrivono a scuole fasulle).

Anche in un campo assai specialistico, e che conosco bene, cioè la PSICOLOGIA DELL’AVIAZIONE, non so chi ha avuto la splendida idea di utilizzare il termine NON-TECHNICAL SKILLS per indicare, ancora una volta, le qualità psicologiche dell’essere umano.

Come a dire: a noi interessano fondamentalmente LE ABILITÀ TECNICO-PROFESSIONALI e se proprio dobbiamo prendere in considerazione le abilità soggettive, allora chiamiamole “abilità non tecniche”, e basta!

Del resto, questo è il campo in cui ci si è inventato la terminologia di “FATTORE UMANO” per cui, ogni volta che si verifica un incidente aereo, subito ci si affretta a definire la questione: se si tratta di un problema derivante dal… “fattore umano”, oppure da guasti meccanici, situazioni atmosferiche, o altro.

E, per finire, in questo mondo contraddistinto dalle GUERRE, non poteva mancare anche nel comparto della PSICOLOGIA MILITARE e, soprattutto, delle discipline affini, l’emergere del termine “GUERRA COGNITIVA” invece del normale e usuale “GUERRA PSICOLOGICA” che, come si può ben intendere, comprende molto di più dell’aspetto “cognitivo”...

Insomma. Anche con il maldestro concorso di molti colleghi psicologi (o, semplicemente, “laureati in psicologia”) che hanno contribuito con la loro ignoranza ad abbassare il livello e a banalizzare tutto, la Psicologia nel nostro Paese non gode di una buona salute. Al di là dei “numeri” che indicano l’aumento del ricorso alle psicoterapie da parte di molti dei nostri concittadini.

Andrea Castiello d’Antonio