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Purpose and Meaning in the Workplace
Questo libro rappresenta il primo tentativo di mettere insieme una serie di contributi che provengono da diverse angolazioni professionali e di ricerca sul tema dell’attribuzione di significati e di scopi del lavoro da parte delle persone. Indagare il versante “soggettivo” di significati e di obiettivi professionali ed organizzativi (cioè come le persone vivono tali dimensioni) significa fare un passo in avanti rispetto agli studi che, in tempi recenti, si sono focalizzati sulla natura del lavoro, chiedendosi quali sono le modalità con cui le persone attribuiscono senso e finalità alla loro vita professionale e al loro impegno organizzativo. In diverse parti di questo volume emergono i temi della Servant Leadership e della matrice Leader-Follower, in questo caso spesso declinata nell’ottica del collaboratore, cioè di come il collaboratore vive la dimensione gerarchica e di scambio con il proprio responsabile diretto. Il tutto declinato secondo prospettive che vedono il lavoro da punti di vista diversi, come una carriera, un impegno, una passione, una incombenza da cui non si può prescindere, un’opportunità di realizzazione esistenziale, una sfida con se stessi, o un mezzo esclusivamente strumentale per vivere. Ma la domanda centrale rimane quella che apre il testo: Cosa rappresenta per te il tuo lavoro? Si tratta di una domanda che anche dal solo punto di vista lessicale apre un mondo di differenze, da coloro che rispondono con un “io sono…”, a quelli che dicono “io mi occupo di…”, fino al meno motivante “devo fare…”. Nei dieci capitoli di questo volume si tenta in realtà di rispondere alla domanda più ampia sintetizzabile in Cosa possono fare le persone e le organizzazioni per rendere il lavoro maggiormente significativo? Il sense making nel mondo delle organizzazioni rappresenta uno dei tanti aspetti cruciali perché impatta in modo diretto sulla motivazione delle persone e, pertanto, sulla produttività e sulla qualità del lavoro. Ciò che interessa è il significato “soggettivo” che è attribuito al lavoro, lo scopo che la singola persona attribuisce al suo “lavorare”, unito al mondo dei valori, degli interessi e delle modalità di vita del singolo soggetto. Oggi, l’idea di engagement ha sintetizzato una miriade di variabili che ciascuno di noi vive nel lavoro, indicando lo stato motivazionale di colui che investe se stesso nell’attività organizzativa ponendo in essere le proprie risorse fisiche, psicologiche e professionali.
Un complesso insieme di situazioni interiori che si collocano all’interno dei cambiamenti imprevedibili e non lineari del mondo delle organizzazioni, dando vita tra l’altro alle cosiddette carriere proteiformi, modalità di vivere il lavoro che erano assolutamente impensabili fino a pochi decenni fa. In questo contesto, il libro presenta tre sezioni articolate in dieci capitoli. La prima parte esplora il “come” le persone attribuiscono significati al lavoro attraverso la Career Construction Interview e sintetizzando i risultati delle ricerche in merito al Person-Environment Fit. A tali considerazioni si accompagnano diversi spunti operativi finalizzati a rendere il lavoro più significativo e coinvolgente. La seconda sezione accompagna il lettore nel passaggio dalla prospettiva individuale a quella organizzativa puntando l’attenzione sui fattori di contesto e su come persone e gruppi possono muoversi nell’evitare ciò che è definito il dirty work, cioè l’aspetto indesiderabile e distruttivo di situazioni organizzative che deprivano l’essere umano della propria personalità. Infine, la terza parte propone una serie di attività che i responsabili organizzativi possono porre in essere per rendere il lavoro rilevante e degno di attivare le migliori risorse delle persone. La leadership trasformazionale emerge come uno dei paradigmi più adatti allo scopo, nel contesto del rapporto gerarchico in cui il superiore offre segnali reali di valore e di rispetto verso il contributo dei suoi collaboratori, allineando le
prestazioni delle persone con la missione organizzativa e gli scopi realizzativi. Tutti gli autori notano alcuni elementi di fondo che caratterizzano la necessità di rendere significativo il lavoro. Tra questi, emergono la costruzione sociale del significato del lavoro (quindi l’importanza delle dinamiche di gruppo), l’allineamento tra valori individuali e valori organizzativi, la necessità di offrire al collaboratore spazi di autonoma realizzazione e la responsabilità dei leader nel disegnare e organizzare condizioni pratiche di lavoro che siano produttive di benessere. I tre curatori sono tutti professori associati presso la Colorado State University ed hanno organizzato un team di ventisette autori al fine di dare voce a questo argomento.
Si tratta di ventisette persone che operano soprattutto nella psicologia delle organizzazioni, nell’orientamento, nel counseling organizzativo e nel coaching, svolgendo attività di ricerca ed intervento nella gestione delle risorse umane e unendo, così, l’aspetto dell’operatività a quello dello studio.
Chi sono i tre curatori: Bryan J. Dik ha notevolmente contribuito allo sviluppo di riviste specialistiche ed è coautore di Psychology of Religion and Workplace Spirituality e di Make Your Job a Calling: How the Psychology of Vocation Can Change Your Life at Work. Zinta S. Byrne, si occupa in specie di questioni
che ruotano intorno alla relazione tra persona e organizzazione. Al momento sta lavorando a due libri:
Organizational Psychology and Behavior: An Integrated Approach to Understanding the Workplace, e Understanding What Employee Engagement Is and Is Not: Implications for Theory, Research, and Practice.
Michael F. Steger si occupa di Counseling Psychology e di Applied Social Psychology con forti interessi sul
miglioramento delle condizioni di lavoro e della salute nei luoghi di lavoro. Il suo libro più recente si intitola Designing Positive Psychology: Taking Stock and Moving Forward.
Andrea Castiello D'Antonio