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Nelle ultime ore riecheggia con insistenza l’ipotesi di una malattia di Vladimir Putin, una malattia fisica la cui cura potrebbe aver causato degli scompensi mentali i quali, a loro volta, sarebbero la causa della decisione criminale di intervenire militarmente in Ucraina scatenando una guerra che solo la manipolazione di chi pensa di poter designare le cose con il nome che lui stesso decide può dirsi “operazione militare speciale”.
Sia il volto, sia le mani (apparentemente gonfi) di Putin, sia il fatto che si è posizionato sempre molto distante dai suoi interlocutori in occasione degli ultimi incontri e riunioni, tendono ad avvalorare questa ipotesi. Ipotesi riportata da diverse fonti e variamente legata a possibili gravi malattie, come il cancro, oppure al morbo di Parkinson, se non più “semplicemente” a una forma di demenza senile.
Certamente l’immagine estetica del novello zar offre libero sfogo alle ipotesi che, tutte, tendono a dare un senso, a trovare una ragione minimamente “razionale” (…) al decision making aggressivo-distruttivo i cui esiti sono sotto gli occhi di tutti.
Una mossa altri potrebbero definire sinteticamente “stupida” per il fatto che un’azione stupida è quella che causa danni e problemi sia a chi ne è oggetto, sia a chi la compie. Ma, naturalmente, siamo in presenza di qualcosa che va ben al di là della semplice stupidità, anche se il fattore della “obnubilazione della coscienza e della consapevolezza” può certamente giocare un ruolo rilevante.
Tra le molte chiavi di lettura attraverso le quali si può leggere la psicopatologia della leadership di Vladimir Putin si può estrarre la Trilogia Nera, la Dark Triad, costituita da machiavellismo, narcisismo e psicopatia.
Nella versione tecnica, la Triade Oscura contempla la dimensione della psicopatia nella versione sub-clinica (che, cioè, non emerge eclatantemente), ma nel caso di Putin – e di molti altri dittatori folli – l’aggettivo subclinico si può anche omettere.
I soggetti che presentano questo inquietante quadro sono spesso persone affascinanti che raggiungono posizioni di potere nelle organizzazioni e nelle istituzioni, definiti psicopatici di successo che pongono il problema (a tutti gli altri) di come sopravvivergli, cercando di apprendere molto rapidamente le Lessons from Swimming with Sharks – intendendo l’organizzazione in cui si opera come un acquario e gli squali come i leader tossici.
Il problema della psicopatologia dei leader che hanno potere e che sono seduti su arsenali di armi in giro per il mondo è diventato da tempo un problema scottante – come affermo in questo video dal titolo "Leader malati, un pericolo per il mondo".
Dato che si può dare per scontato che soggetti mentalmente malati possano arrivare a governare intere nazioni, e che tali soggetti possano pure avere un seguito consistente, credo che si debba andare verso almeno una duplice strada.
Assicurarsi della sanità psicologica delle persone che sono indirizzate verso ruoli di comando – quindi valutare questa dimensione più volte e, comunque, molto prima che queste persone giungano in quelle posizioni! – e fare in modo che una sola persona non abbia nelle sue mani (senza alcun controllo esterno) il potere di scatenare disastri, mettendo in atto la propria aggressività distruttiva, fino a giungere a scatenare guerre.
Tornando alla Triade Oscura, e senza addentrarsi nel concetto, si può facilmente intuire come la miscela esplosiva di caratteristiche come quelle che la costituiscono possa divenire una vera e propria fonte di pericolo.
Per fare un esempio, si può immagine un leader, un capo di una nazione, che per avere il pretesto di agire in modo ostile contro altri, cosa fa? Costruisce il nemico, manipolando la realtà e le informazioni; lo dipinge nel modo peggiore possibile; ammanta la propria azione di idealità nobili e fondamentali, ritenendo che non agire possa costituire una grave minaccia a sé e alla nazione di cui è a capo. Nel fare ciò esegue una sorta di piano interiore gelido, chiudendosi e non accettando riscontri con l’esterno, vivendo sempre di più in isolamento sospettoso e sentendosi determinato e, direi, obbligato a… finire il lavoro. Cioè distruggere l’avversario.
Il mondo – che è l’unico che abbiamo – non può finire per mano di individui come questi!
Ai seguenti link si possono leggere alcune mie recensioni su libri in inglese che trattano la problematica della Triade Nera della personalità:
Per inciso, ad oggi esiste un solo test psicologico atto a valutare la triade oscura della personalità nel mondo del lavoro, il TOP - Dark Triad of Personality at Work, elaborato da Dominik Schwarzinger e Heinz Schuler.
Andrea Castiello d’Antonio