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RORSCHACH E I TEST PROIETTIVI. IL FASCINO DELLE “MACCHIE DI INCHIOSTRO”

Le MACCHIE DI INCHIOSTRO!

Chi non le ha viste almeno una sola volta rappresentate in una scena di un film in cui lo psichiatra, lo psicologo sottopongono a test il loro paziente?

Chi non le ha viste pessimamente riprodotte o in similitudine nelle riviste e nei rotocalchi in rubrichette del tipo “fate il vostro test?”.

Lo PSICODIAGNOSTICO di HERMANN RORSCHACH è la tecnica di valutazione delle qualità mentali più discussa, contestata, difesa, amata o odiata, di tutti i tempi.

Ma chi è stato Hermann Rorschach?

Nato a Zurigo nel settembre 1884, Hermann Rorschach studiò medicina e si orientò verso la PSICHIATRIA, incontrando sul suo cammino la PSICOANALISI SVIZZERA ed entrando in contatto con l'ambiente psichiatrico europeo dell'epoca.

Dopo un periodo in cui fu attratto da altri interessi, riprese gli studi sulle macchie di inchiostro potendosi avvalere di colleghi-collaboratori di grande spessore quali Hans Zulliger, Hans Behn-Eschenburg e Georg Römer.

Ciò che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo come IL TEST DELLE MACCHIE DI INCHIOSTRO - o “Tecnica Rorschach” - si sviluppò attraverso un'ampia sperimentazione condotta sui pazienti dell'ospedale di Herisau, dove lavorò dal 1915 fino alla morte.

Il test, originariamente composto da 15 tavole ma poi ridotto a 10, fu stampato nell’estate del 1921 insieme al volume Psychodiagnostik (casa editrice Bircher) e successivamente fu prodotto dall’editore Hans Huber di Berna.

In quegli stessi anni, Rorschach insieme ad Hans Behn-Eschenburg, elaborò altre dieci macchie di inchiostro, sperimentandole e validandole e così nacque la prima “serie parallela”, il BEHN-RORSCHACH TEST - o BE-RO.

Su questa seconda serie di 10 tavole si impegnò a lungo e con passione Hans Zulliger il quale riuscì a portare il test BE-RO alla pubblicazione (ancora oggi se ne trovano alcune serie da acquistare cercando in internet). 

Rorschach scomparve prematuramente nell'aprile del 1922 a soli trentasette anni, lasciando incompiuta un'opera che lui stesso considerava come un inizio e in fase ancora sperimentale.

Hermann Rorschach è stato descritto come un UOMO POLIEDRICO, ESPRESSIVO E VIVACE, con un modo di fare allegro ed equilibrato; curioso ed aperto al mondo, era appassionato di arte e lui stesso amava dipingere. Parlava diverse lingue, tra cui il francese e l'italiano, e aveva appreso il russo in occasione dei suoi viaggi in Russia. Il suo INTERESSE VERSO LA PSICOANALISI è testimoniato dalla pubblicazione di diversi suoi articoli nella rivista internazionale di psicoanalisi - lo “Zentralblatt für Psychoanalyse” - dalla sua partecipazione attiva nella SOCIETÀ SVIZZERA DI PSICOANALISI (di cui fu anche vicepresidente) e dal suo ultimo contributo all'interpretazione del test, pubblicato postumo, nel quale sottolinea l'importanza dell'INTERPRETAZIONE DINAMICA E QUALITATIVA. Nonostante la sua vicinanza alla psicoanalisi, proprio dagli psicoanalisti è perlopiù stato ignorato, o considerato un lontanissimo cugino…

Il Test di Rorschach è il capostipite delle cosiddette TECNICHE PROIETTIVE.

Alla tipica domanda che accompagna la presentazione delle tavole del test “COSA POTREBBE ESSERE QUESTO?” si suppone che la persona che risponde ponga dentro la propria risposta degli ELEMENTI PERSONALI che, debitamente codificati ed interpretati dallo psicologo o dallo psichiatra testista, consentano di giungere ad una valutazione psicologica.

L'OBIETTIVO DEL TEST PSICOLOGICO è offrire un sostegno, uno strumento in più a coloro che sono impegnati nella difficile SCIENZA ED ARTE DELLA VALUTAZIONE PSICOLOGICA DELLA PERSONALITÀ.

Ben altro è il versante del test - meglio sarebbe dire degli PSEUDO-TEST - divulgati sulle riviste e presentati in televisione, impiegati benevolmente come intrattenimento e divertimento, o presentati subdolamente come qualcosa che può aiutare a… “capire come sei!”

VOLGARIZZAZIONE e DIFFUSIONE MEDIATICA INCONTROLLATA, più DEMONIZZAZIONE IDEOLOGICAMENTE MOTIVATA hanno indebolito uno strumento di conoscenza dell'essere umano che - con tutti i suoi limiti, come qualunque altra tecnica - ha finito con l'essere poco considerato.

È oggi frequente, parlando di test, incontrare persone che hanno un atteggiamento fideistico del tipo “IO CI CREDO / IO NON CI CREDO” o che riferiscono una sorta di favole metropolitane del tipo “In America i test non li usano più”, o “Non si possono usare i test se si vuole difendere la privacy del soggetto”.

La ricchezza intrinseca alla Tecnica Rorschach ha prodotto nel mondo diversi sistemi di siglatura (codifica) ed interpretazione dei protocolli: ciò ha reso il dibattito scientifico intenso e sempre attuale, ma ha anche generato il sospetto di una limitata scientificità della tecnica, dato che una medesima risposta poteva dare adito a diverse codifiche.

Una tradizionale ANTINOMIA DELLA PSICOLOGIA - quella che vede da sempre contrapporsi i sostenitori dell'indirizzo QUANTITATIVO ai sostenitori dell'approccio QUALITATIVO - si è ben presto riverberata sul Rorschach: oggi esistono scuole che tendono a comporre il quadro finale del soggetto in valutazione soprattutto sulla base di INDICI STATISTICI O FORMALI, mentre altre assegnano maggiore importanza al CONTENUTO DELLE RISPOSTE e alla loro DECLINAZIONE QUALITATIVA.

Di fronte a tale contestazione, mentre alcuni esperti del Rorschach ritengono che lo strumento funzioni e che sia utile nella pratica professionale, altri hanno cercato di sviluppare un sistema di codifica OBIETTIVO al fine di far rientrare a pieno diritto il Rorschach nella famiglia delle prove testologiche. Com'era prevedibile, entrambe queste soluzioni sono state criticate da coloro che vedono nel Rorschach - e in tutti i metodi proiettivi e semi-proiettivi, come il T.A.T, i reattivi delle frasi da completare e di disegno, e le tecniche espressive - uno strumento non valido, concedendo che esso sia di qualche utilità soltanto nelle mani di pochi super-esperti (e che, quindi, sia troppo legato alle abilità soggettive del testista).

Ancora oggi, accademici, sperimentalisti, ricercatori e diversi professionisti, ripetono IL MANTRA DEL RORSCHACH COME STRUMENTO “NON SCIENTIFICO”…

Ma nonostante le critiche che sono state mosse, GLI AMBITI DI APPLICAZIONE DELLA TECNICA RORSCHACH sono molteplici.

Le prova è nata nel CONTESTO PSICHIATRICO ed è quindi stata inizialmente applicata ai fini della diagnosi della personalità e della sua psicopatologia: l'ambito clinico rimane naturalmente lo spazio di elezione del Rorschach ed è in tale contesto che sono state pubblicate la maggior parte delle ricerche.

Un secondo spazio in cui il Rorschach è da sempre molto presente è quello della PSICOLOGIA GIURIDICA: il test viene estesamente impiegato sia presso i tribunali civili, sia presso i tribunali penali, al fine di giungere ad una valutazione approfondita della personalità del soggetto in esame.

La PSICOLOGIA MILITARE è da sempre stata molto sensibile all'impiego di prove, come il Rorschach, che consentono di superare le difese psicologiche della persona in assessment e di fornire così un quadro globale maggiormente rispondente alla realtà. Non casualmente la TECNICA DI ZULLIGER - composta da tre tavole e applicabile anche in gruppo - è stata sviluppata da Hans Zulliger per rispondere alle esigenze militari di valutare in tempi brevi e collettivamente un ampio numero di soggetti in ambito militare nel corso della II Guerra Mondiale.

Da tempo il Test di Rorschach è applicato non solo in ambito militare ma nell'area della PSICOLOGIA DELLE ORGANIZZAZIONI a fini selettivi e principalmente su candidature esterne. Soprattutto quando è necessario scegliere persone da collocare in ruoli di elevata responsabilità, o che prevedono la gestione di materiali, situazioni e condizioni connaturate da rischi per le persone e per le cose, il Rorschach (e le altre tecniche proiettive) risultano molto utili.

Infine, il Rorschach può essere impiegato nei contesti di ORIENTAMENTO SCOLASTICO, UNIVERSITARIO E PROFESSIONALE, ma tale impiego è raro in confronto alle potenzialità che esso potrebbe sviluppare: in numerose realtà nazionali l'orientamento è tuttora sottostimato e, nei casi in cui si attua, è realizzato attraverso approcci superficiali e parziali che non apportano un reale valore aggiunto alla persona che richiede un consiglio al fine di individuare le più adeguate strade di vita.

A meno che non si voglia pensare che psichiatri, giudici, militari, e qualificati psicologi clinico-organizzativi che si dedicano alla valutazione del potenziale di manager di alto livello siano tutti degli… “amanti dell’astrologia”, credo che si dovrebbe dare maggior credito alle tecniche proiettive nel loro complesso e alla loro validità reale!

 

Andrea Castiello d'Antonio