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Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia.

Titolo: 

Sigmund Freud. Il medico dell’inconscio. Una biografia.

Autori: 
Peter-André Alt
Casa editrice: 
Hoepli, 2022. Pp. XXIX+848, € 34,90

A una prima vista può apparire davvero incredibile che a distanza di tanti decenni dalla nascita della psicoanalisi, e dopo la pubblicazione di diversi, importanti saggi sulla vita e l’opera del fondatore della psicoanalisi, sia pubblicata una ulteriore (imponente) biografia di Sigmund Freud.

Questo lavoro, certamente di grande interesse e firmato non da uno psicoanalista bensì da un illustre docente di letteratura tedesca (Freie Universität di Berino) studioso di Franz Kafka e Friedrich Schiller, prende posto nel panorama delle biografie freudiane ove troviamo opera magistrali come quelle di  Ronald W. Clark, Freud (Milano: Rizzoli, 1983), e quella del 1988 di Peter Gay, Freud. Una vita per i nostri tempi (Milano: Bompiani, 1988; nuova edizione 2021), per non dire del classico lavoro di Ernest Jones in tre volumi, Vita e opere di Sigmund Freud, pubblicata tra il 1953 e il 1957, tradotto in italiano nel 1962 per merito dello psicoanalista Arnaldo Novelletto e di sua moglie Margherita Cerletti Novelletto (secondogenita del famoso psichiatra Ugo Cerletti).

Questa biografia freudiana si avvale delle più recenti “scoperte” che derivano dalla progressiva declassificazione dei documenti di Freud e di molti altri psicoanalisti custoditi nei Freud Archives (collocati nella famosa Library of Congress di Washington) che – come documenti bellici o dei servizi segreti – sono, appunto, lentamente resi pubblici allo scadere delle date che sono state imposte per la loro conservazione segreta. Ma il testo si avvale anche della grande massa di tutto ciò che è stato pubblicato in direzione storico-critica nel corso degli ultimi decenni: per fare un solo esempio, nel 2006 sono state pubblicate le lettere tra Anna e suo padre dapprima in tedesco, Sigmund Freud - Anna Freud Briefwechsel 1904-1938 (Frankfurt am-Main: Fisher Verlag, 2006), e successivamente in inglese, nel 2014: Sigmund Freud and Anna Freud Correspondence 1904 -1938 (Cambridge, UK & Malden, MA, USA: Polity Press).

Il lavoro minuzioso e encomiabile condotto da Peter-André Alt si può leggere come un romanzo, un resoconto storico, un’avventura intellettuale, una pagina di storia della psicologia (psicologia del profondo, come si diceva una volta, giustamente!), come una riflessione di un uomo di cultura che ha dedicato una parte della sua vita a ripercorrere la vita e le opere di Sigmund Freud. La psicoanalisi è così attentamente inserita nel contesto delle vicende storiche, sociali, politiche e culturali del tempo.

I quattordici capitoli recano titoli suggestivi (così come i paragrafi che li compongono), iniziando con il primo capitolo, Romanzo familiare (1856-1873) e proseguendo con La camera oscura del sogno (1895-1900)Espansione e tradimento (1907-1914) e La scienza sul palco del mondo (1923-1930), per citarne solo alcuni.

Come insegna proprio la psicoanalisi, è nella storia che si possono reperire le tracce e i segni di ciò che noi siamo; seguire, quindi, la vita e l’opera di Freud significa non solo apprendere (intellettualmente) la psicoanalisi dalla vita vera del suo fondatore, ma anche riflettere su ciò che la psicoanalisi ha offerto al mondo e su ciò che ancora oggi offre, senza soluzione di continuità, a noi tutti.

Il testo, come si è accennato, è facilmente godibile anche dai non addetti ai lavori (e non è per nulla noioso, come qualcuno potrebbe temere di fronte alla mole del volume), mentre per gli appassionati saranno certo affascinanti i richiami delle bibliografie, delle fonti e delle note, opportunatamente suddivise al fine di agevolarne la consultazione. Perché, come ogni biografia tematica che rifugge dalla semplice cronologia, il volume di Peter-André Alt si presta alla consultazione “verticale” e finalizzata, cosa che sarà di certo apprezzata da coloro che sono interessati a specifici aspetti della psicoanalisi e/o della vita /opera di Sigmund Freud.

Certo, si possono riscontrare taluni punti, per così dire, discutibili, come, ad esempio, quando si definisce sinteticamente zoologo Jean Piaget (p. 547), oppure il totale silenzio rispetto a una figura interessante di quel tempo come fu Hermann Rorschach. Mentre, tra i miti sfatati, ecco le considerazioni sulle analiste “che avevano comunque conquistato la sua attenzione, sfidandolo intellettualmente. Questo dimostra come considerasse le analiste donne assolutamente alla pari da un punto di vista scientifico” (p. 649). E, proseguendo nelle notazioni, relativamente al titolo dell’opera, Sigmund Freud: Der Arzt der Moderne. Eine Biographie, nella presentazione-traduzione italiana si è evidentemente scelto di optare per un titolo di maggiore impatto emotivo, richiamando la dimensione dell’inconscio al posto della dimensione della modernità.

Opre di questo livello contribuiscono a bilanciare nel panorama internazionale quei testi volutamente indirizzati a infangare Freud e la psicoanalisi, a ridicolizzare le scoperte freudiane e a evidenziarne – spesso creando dal nulla falsi allarmi – gli aspetti meno brillanti. Ma al di là delle denigrazioni dei Freud bashers sarebbe interessante leggere un domani uno studio critico di comparazione tra le maggiori, recenti biografie freudiane; un’opera che forse non sarà mai realizzata (e che potrebbe esserlo, credo, soltanto da un team di appassionati ed esperti, non da una singola persona) che potrebbe offrire nuovi spunti di riflessione.

Da menzionare, infine, il bel saggio introduttivo a firma di Silvia Vegetti Finzi Il futuro della memoria, mentre è da ricordare che alla traduzione italiana dell’originale tedesco (uscito per i tipi dell’editore C. H. Beck di Monaco nel 2016) a cura di Aglae Pizzone e Lorenzo Marinucci ha contribuito Michele Lualdi in qualità di curatore redazionale.

 

Andrea Castiello d’Antonio

 

Questa recensione è stata pubblicata nel numero 103, anno 2023 della rivista

Qi – Questioni e Idee in Psicologia

https://qi.hogrefe.it/rivista/cat/recensioni/