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Speed. The Life of a Test Pilot and Birth of an American Icon

Titolo: 

Speed. The Life of a Test Pilot and Birth of an American Icon

Autori: 
Bob Gilliland, Keith Dunnavant
Casa editrice: 
Potomac Books. University of Nebraska Press, 2021, pp. XII+254 $ 34.95 (Hardback)

In questi tempi di una guerra scatenata da Vladimir Putin contro l’Ucraina, tra i tanti argomenti emergenti ve ne è uno che torna costantemente alla ribalta e cioè il controllo degli spazi aerei e la supremazia delle aviazioni militari sia in ottica difensiva, sia in ottica offensiva. Capita quindi a proposito un testo come questo dal titolo-flash Speed in cui si narrano situazioni di volo, formazione, operazione e addestramento: un testo basato peraltro su documentazione di recente declassificata, nel quale risalta costantemente la componente umana (il famoso fattore umano) e l’aspetto della psicologia nelle declinazioni della psicologia individuale e di team. Si può dunque dire che in filigrana, in queste pagine, si possono trarre numerosi e importanti spunti afferenti al campo complesso della Aviation Psychology

Con la Prefazione di un pilota molto famoso – Chesley ‘Sully’ Sullenberger, pilota di caccia della U.S. Air Force ma noto per aver comandato l’Airbus A-320 gravemente danneggiato dall’impatto con uno stormo di oche del Canada che ammarò nel fiume Hudson il 15 gennaio 2009 evitando una catastrofe – questo volume ripercorre alcuni momenti salienti della vita professionale del capo pilota collaudatore della Lockheed Bob Gilliland.

Il resoconto prende le mosse dal giorno 22 dicembre 1964 quando il pilota, all’epoca trentottenne, collaudò un aereo sviluppato in una base segreta (la Skunk Works); l’aereo era l’SR-71 Blackbird, un velivolo dalla tecnologia sofisticata che è rimasto nella storia dell’aviazione militare ed ancora oggi rappresenta un punto di riferimento sia per quanto riguarda la progettazione e i materiali utilizzati per la sua costruzione, sia per le prestazioni che può raggiungere.

In queste pagine Bob Gilliland (scomparso il 4 luglio 2019 all’età di 93 anni) ripercorre la propria storia fin dagli inizi del confronto con la figura paterna e la spinta da lui ricevuta ad eccellere in qualunque attività avesse potuto intraprendere. Dalla formazione presso la United States Naval Academy, fino al comando dei caccia F84 nella guerra di Corea, Robert J. Gilliland, attirò ben presto l’attenzione su di sé, venendo scelto come pilota collaudatore nel team che si occupava di ricerca & sviluppo dell’aeronautica militare, addestrando numerosi giovani piloti ai comandi del Lockheed F-104 Starfighter.

Noto per una serie di operazioni assai complesse, come diversi atterraggi con l’F-104 dead stick, (cioè a motore fuori uso) ha lavorato nell’area segreta 51 nel deserto del Nevada al fine di testare un velivolo capace di raggiungere elevate velocità, superiori a Mach 3, cosa che condusse alla realizzazione di un primo modello che fu anche utilizzato dalla CIA in alcuni programmi segreti, in specie il programma Oxcart.

L’SR-71 svolse un ruolo centrale soprattutto negli anni della Guerra Fredda consentendo di raccogliere dati ed informazioni, volando a 85.000 piedi e rimanendo quindi praticamente invisibile ai radar. Come è stato detto, in quei tempi le frontiere dell’aeronautica militare sono state estese con il contributo di una persona che ha saputo equilibrare doti come coraggio, responsabilità, senso del rischio e desiderio di spingersi oltre i limiti, venendo inserito nella National Aviation Hall of Fame nel 2017 proprio per la sua attività pionieristica.

Oggi l’importanza della componente aeronautica nel contesto delle forze armate è evidente, ma non sempre è stato così come è percepibile consultando l’interessante libro a firma di James K. Libbey Alexander P. de Seversky and the Quest for Air Power in cui si mostra come l’opera di un pilota russo, naturalizzato americano, abbia contribuito a dare spazio all’aviazione, essendo egli stesso riconosciuto come profeta e sostenitore dell’aeronautica, e venendo nominato consigliere del Capo di Stato Maggiore della U.S. Air Force: nel 1970, l'Aviation Hall of Fame lo definì come “ingegnere aeronautico, inventore, industriale, autore, stratega, consulente e iniziatore di importanti progressi scientifici nella progettazione di aeromobili e nella tecnologia aerospaziale”.

Andrea Castiello d’Antonio

 

Questa recensione è stata pubblicata sul magazine online Qi – QUESTIONI E IDEE IN PSICOLOGIA, numero 106, Settembre 2023

https://qi.hogrefe.it/rivista/cat/recensioni/