CONTATTAMI

Per appuntamento

La seduta può essere svolta presso il mio studio oppure online tramite videochiamata.

* campo obbligatorio

CAPTCHA
Questa domanda è un test per verificare che tu sia un visitatore umano e per impedire inserimenti di spam automatici.

STUPIDI SI NASCE O SI DIVENTA?

Titolo: 

STUPIDI SI NASCE O SI DIVENTA?

Autori: 
Ferrando Mantovani
Casa editrice: 
Edizioni ETS, 2015, Pp. 370, Euro 26,00

Questo Compendio di stupidologia (citando il sottotitolo) è una piccola perla nel panorama sempre assai affollato delle nuove pubblicazioni. E’ incredibile quante considerazioni si possono proporre sul tema della stupidità umana ma si deve notare che l’autore – professore emerito di Diritto Penale presso l’Università di Firenze - non solo pone una sopraffina intelligenza nell’elaborazione del tema, ma tratta quest’ultimo secondo una miriade di declinazioni, compresi quelli che sono definiti “gli ubertosi pascoli” della stupidità in campo politico, televisivo ed intellettuale. Ma prima di altre considerazioni, vediamo subito come è strutturato il libro.

Il testo è suddiviso in quattro, ampie parti che sono introdotte dalla Presentazione e dalle Considerazioni introduttive. Quest’ultimo settore indica immediatamente al lettore i quattro argomenti problematici centrali, che sono: la definizione della stupidità, le cause della stupidità, la sua classificazione e, in ultimo, ma non certo per minore importanza , come è possibile difendersi dalla stupidità (sicuramente molti saranno tentati di correre subito a consultare questa parte del testo – soprattutto coloro che hanno già fatto ampiamente le spese delle azioni delle persone stupide).

Riprendendo un commento di Musil sui rischi che si corrono nel parlare (o nello scrivere) della stupidità umana, Mantovani apre la prima parte affrontando il macro-argomento iniziale, la definizione della stupidità, la sua genesi, ciò che la differenzia dall’intelligenza, ma anche come riconoscere la pseudo-intelligenza e la pseudo-stupidità. Interessante il passaggio sul potere squalificante di coloro che cercano di demonizzare l’intelligenza altrui, e ancora più intrigante (nell’ottica del management e della leadership) appaiono le prime riflessioni sugli “stupidi carismatici”.

Sul tema delle cause della stupidità l’impegno dell’autore diviene evidente dato che spende quattro densi capitoli, intervallati da sezioni, e introdotti da una frase che suona problematica: “la ricerca delle radici della stupidità – assieme a quelle della criminalità e del male, sostanzialmente cosa unica – ha, da sempre, costituito il più tormentoso problema dell’uomo” (p. 43). Emergono così alcune tipologie – lo stupido-nato, lo stupido per aggressività, e così via – con un approfondimento sui contributi della psichiatria, della psicoanalisi e della psicologia sociale. Nel quarto capitolo il lettore potrebbe essere colto da sconforto: qui sono enumerate le tante “leggi della stupidità”, compresa una, quella della “maggiore stupidità di gruppo” nota in modo implicito a chiunque abbia da gestire un team e che abbia constatato fino a che punto il livello dello stesso si abbassi fino a posizionarsi sulla linea dei peggiori membri del gruppo stesso. A questo punto non ci sarebbe forse necessità di proseguire ma l’autore vuole portare a termine la propria opera ed ecco presentare la classificazione degli stupidi (Parte III): classificare si deve, e oltre alle classificazioni generali Mantovani presenta le classificazioni specifiche compresa la stupidità politica (categoria che ha l’onore di emergere di per sé agli occhi dei cittadini). Qui segnalerei il paragrafo sulla stupidità della burocrazia: “dicasi ‘burocrate’ il pubblico dipendente, che se ozia paralizza e se lavora danneggia” (p. 325). Poche, pochissime pagine finali sono dedicate alla difesa dalla stupidità, e il libro si chiude con alcune righe di commenti conclusivi.

Sembra che Albert Einstein abbia esclamato “Due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana, ma sull’universo ho ancora dei dubbi…”. Chi vive nel nostro mondo del lavoro (pubblico e privato), ed eventualmente ha responsabilità gestionali e direzionali, come Einstein non può avere dubbi!

 

Andrea Castiello d’Antonio