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Sulla selezione degli psicoanalisti

La tesi qui esposta è relativa alle difficoltà e, in ultimo, all’impossibilità di effettuare un’affidabile scelta del candidato al training delle scuole e degli istituti di psicoanalisi: la restrizione del campo d’indagine concerne la banca dati di esperienza ed informazioni su cui poggiano le riflessioni esposte, ma è plausibile l’ipotesi di poter applicare tali riflessioni anche a training diversi da quelli qui considerati (Borsci, 2005; Castiello d’Antonio, 1983b). Sono indicate diverse decine di motivazioni raggruppate in insiemi omogenei a supporto di tale tesi; alcune di tipo globale, altre specifiche e settoriali. Per rendere scorrevole la lettura del contributo si è scelto di eludere un passaggio certamente interessante, vale a dire l’indagine storica del problema.
Un compito difficile, dal momento che la tematica è stata ed è generalmente dibattuta al chiuso dei precongressi dell’International Psychoanalytic Association (IPA), dei comitati di training, degli esecutivi e direttivi degli istituti e non sempre in pubblicazioni; sembra ancor oggi più che appropriata la constatazione di Cremerius (1981) in proposito: «Non c’è un autore che descriva esattamente quello che fa, ma invece molto più quello che pensa» (p. 10).

 

Questa è l'introduzione dell'articolo del Prof. Andrea Castiello D'Antonio sulla selezione degli psicoanalisti.

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