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Una mente in frammenti. Origini e cause del disturbo da deficit di attenzione
Questo libro tratta di un argomento di grande attualità e cioè il Disturbo da Deficit di Attenzione, codificato come ADHD. Infatti, la denominazione esatta è la seguente: Attention Deficit Hyperactivity Disorder, vale a dire che ciò che si osserva è rappresentato da un insieme costituito dalla difficoltà a rivolgere e mantenere l’attenzione su un oggetto, oltre ad un substrato di eccitabilità ed iperattività.
Si tratta di una problematica psicologica che è emersa gradatamente nella popolazione adulta ed è ormai dilagata anche nel mondo del lavoro, in tutte le sue dimensioni.
Come è intuibile, lavorare insieme a persone che hanno questa caratteristica non è semplice dato che diventa complicato ottenere da loro il minimo di concentrazione e di attenzione necessarie per dialogare sugli argomenti, per risolvere i problemi o, ancor più in generale, per ragionare con un minimo di tranquillità al fine di giungere a conclusioni che abbiano un senso.
Un manager con ADHD, o con una problematica simile, è una persona con cui il rapporto di lavoro può diventare molto complicato, o del tutto inesistente, ma anche se il soggetto non fosse un responsabile gerarchico sarebbe, comunque, assai difficile entrare in relazione con lui/lei e mantenere stabilmente una relazione produttiva.
Si è detto che l’Attention Deficit Hyperactivity Disorder si è manifestato progressivamente nella popolazione adulta; infatti, esso ha costituito già da qualche tempo un problema notevole soprattutto per i genitori che avevano da gestire figli con tale genere di manifestazioni, ma anche docenti ed insegnanti che dovevano gestire gruppi di discenti con, all’interno, persone con tali limitazioni.
Ora è proprio di questo complesso problema che parla il libro di Gabor Maté, medico, esperto di dipendenze, stress e trauma evolutivo, autore di trenta libri tradotti in numerose lingue, fra cui Il mito della normalità. Trauma, malattia e guarigione in una cultura tossica (tradotto dall’editore Astrolabio, 2023).
Gabor Maté non è soltanto un grande esperto della materia, ma è anche una persona diagnosticata ADD (Disturbo da deficit di attenzione) e con lui sono stati così diagnosticati i suoi tre figli!
In questo lavoro Gabor Maté propone una sintesi delle scoperte finora effettuate sull’argomento, prendendo in esame i contributi di più discipline ed illustrando l’esposizione con numerosi resoconti di casi. Il racconto di episodi della propria vita familiare e di lavoro si interseca con le riflessioni teoriche e con l’analisi delle più recenti scoperte – tenendo conto che questa speciale problematica psicologica è emersa fin dagli inizi del Novecento in Nordamerica.
Disattenzione, scarso controllo degli impulsi ed iperattività contraddistinguono l’ADHD e l’insieme di questi tre elementi dà luogo ad una fenomenologia complessa che Gabor Maté illustra e discute fin nei particolari, collocata in diverse classi di soggetti, dai bambini all’età adulta.
“L’ADD è stato definito il disturbo per eccellenza degli anni novanta” (p. 29), una delle tante manifestazioni della difficoltà che le persone incontrano a adattarsi alla cosiddetta civiltà (richiamando le osservazioni di Sigmund Freud nel saggio Das Unbehagen in der Kultur, in italiano Il disagio della civiltà) e Gabor Maté non manca di segnalare le dimensioni sociali che fanno da sfondo a questa problematica, così come la difficoltà delle persone ad accettare la diagnosi.
Sono molte, infatti, le compromissioni della sfera dell’azione: dal dimenticarsi al non saper pianificare o programmare, dal senso di caos interno all’inadeguato sviluppo dell’intelligenza emotiva, dalla mancata capacità di sintonizzarsi con il mondo esterno alla drastica diminuzione del senso di autostima.
Distraibilità, pensieri interrotti, momenti di assenza mentale intervallati con un parlare a valanga, questi sono alcuni dei tratti che caratterizzano il soggetto con disturbi dell’attenzione e con impulsività, oscillando tra un modo di vivere iperattivo ed un altro caratterizzato da uno stato quasi letargico. I numerosi riferimenti alla neurofisiologia aiutano a capire questi eventi e, soprattutto, a mantenere unite le dimensioni psichiche e biologiche, senza dare la prevalenza dell’una sull’altra, bensì vedendo giustamente l’essere umano integrato nella prospettiva biopsicosociale.
Molte pagine sono dedicate a come uscir fuori da questi stati esistenziali e come aiutare le persone a venirne fuori, richiamando la necessità di sviluppare una migliore autoregolazione emotiva. Autoregolazione che “non implica l’assenza d’ansia, per lo meno al principio, ma si riferisce alla capacità dell’individuo di tollerare la propria ansietà” (p. 156).
Trattando nello specifico il soggetto adulto con ADD Gabor Maté si sofferma sul senso di colpa, sulla vergogna e sulle autocritiche che minano il senso di autostima, provvedendo a distinguere l’autostima autentica, basata sul senso di sé stessi, da quella che proviene dall’aver fatto qualcosa, dall’aver conseguito risultati eccezionali – quindi dalla prestazione. Emergono i problemi nel relazionarsi con le figure di autorità e la tendenza a compiacere gli altri che conducono la persona a seppellire sé stessa “sotto a una montagna di ‘si’, molti dei quali sono in realtà dei ‘no’ che non ha il coraggio di pronunciare” (p. 222).
Molti altri temi sono presi in esame, ad esempio l’ossessione per il lavoro e il rischio di diventare dipendenti dal lavoro, ma ciò che si legge in queste pagine è il senso di profonda compassione verso la persona che presenta tali problematiche, unito alla speranza e alle indicazioni sul come fare per limitare i danni.
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nel sito “PANORAMA RISORSE UMANE”
ISPER, Giugno 2024