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Work-life Balance, Employee Health and Wellbeing
Tra i numerosi lavori che hanno trattato il bilanciamento tra vita personale e vita di lavoro nel corso degli ultimi decenni, questo libro curato da Connie Zheng si distingue per diversi motivi.
Come osservazione generale credo che possa essere utile considerare – almeno dal mio personale punto di vista – che le denominazioni work e life nel bilanciamento dei molti aspetti della nostra vita non indicano, realmente, tutto ciò che esiste nella dinamica complessa e interagente delle situazioni esistenziali. Il lavoro è, in realtà, un concetto multiforme (anche al di là delle cosiddette carriere proteiformi) mentre dentro la vita personale, o vita privata, si agita un altro mondo sfaccettato e spesso assai complicato da tenere insieme.
Detto questo, e venendo a Work-life Balance, Employee Health and Wellbeing, è innegabile che questo tema sia stato, e continuerà ad essere, centrale e di sempre maggiore rilevanza nel mondo contemporaneo: è qui, del resto, che si giocano diverse dimensioni – forse le più importanti – della salute dell’essere umano, e non solo del cosiddetto benessere organizzativo!
Tra nuove tecnologie, spinte estreme alla produttività, lavori a distanza, gruppi multietnici, velocizzazione e automazione dei processi, mantenere un sano legame tra lavoro e vita è diventato un’impresa, soprattutto nel momento in cui si è sempre connessi. Come diceva un mio amico-collega psicologo del lavoro già molti anni fa, la differenza nel mondo è tra chi è connesso e chi non lo è.
È per questo che la consultazione di un testo come Work-life Balance, Employee Health and Wellbeing diviene importante per tutti coloro che si occupano di risorse umane, sia i professionisti interni alle organizzazioni (che, oggi, fortunatamente, sono sempre più competenti) sia per il variegato mondo della consulenza. L’aggiornamento professionale è centrale e avere a disposizione una panoramica esaustiva, con un taglio concreto, di aspetti così importanti della vita di lavoro, mi sembra un’opportunità da non lasciar cadere. E non a caso parlo di consultazione, dato che il testo si presenta come una raccolta di contributi di vario genere e diversa angolazione (risorse umane, psicologia occupazionale, sociologia, organizzazione, gestione operativa del capitale umano) che trovano posto in capitoli dedicati al fine di offrire al lettore una panoramica multidisciplinare, integrando il punto di vista della persona con le necessità delle organizzazioni (produttività, efficienza, qualità, costi-ricavi, in una parola: il successo dell’organizzazione).
L’input, e la speranza, è che tutte queste diverse ottiche possano infine convergere verso la coniugazione del famoso binomio: benessere della persona e efficacia-efficienza dell’organizzazione. In tale ottica sono suggerite alcune indicazioni operative e il testo è arricchito da numerosi casi ed esempi reali; infatti, in queste pagine si troveranno numerosi suggerimenti su come applicare modelli psicologici alla realtà lavorativa quotidiana, trasformando la ricerca accademica in azioni concrete: ciò che rende il libro utile a tutti coloro che si occupano di people management nelle organizzazioni o come studiosi-ricercatori.
Il libro è strutturato in tredici capitoli – il primo e l’ultimo a firma della curatrice – in cui i ventiquattro collaboratori, più Connie Zheng, trattano con una prospettiva internazionale e intersettoriale il concetto di Work-life Balance accuratamente illustrato proprio nel primo capitolo in cui si evidenzia la contiguità e l’interfacciamento dei tempi personali e di lavoro nell’era digitale.
Nel capitolo seguente si affronta l’importante argomento dell’allestimento degli spazi fisici di lavoro, prendendo in esame tutti gli aspetti più tradizionali come l’illuminazione e i colori delle superfici, ma anche l’interazione tra preferenze e disposizioni personali e organizzazione degli spazi.
L’analisi delle connessioni tra benessere fisico e psicologico e produttività-qualità del lavoro apre la porta alle considerazioni esposte nei capitoli centrali: dalle politiche aziendali (o filosofie di gestione delle risorse umane) a tutto ciò che può promuovere la salute e il benessere delle persone come i programmi di supporto psicologico e le impostazioni basate sul flex-time, fino alle personalizzazioni delle esperienze di lavoro. Ecco, quindi, i suggerimenti sulle diverse strategie per gestire l’uso della tecnologia in modo sano, evitare l’intossicazione digitale e la dipendenza da cellulari e pc, integrati con programmi di wellness, servizi sociali e supporto per le famiglie.
Infine, emergono due tematiche trasversali di grande importanza. L’onnipresente resistenza al cambiamento – ma anche la difficoltà nel monitorare l'efficacia delle decisioni assunte in area people management – e la qualità della leadership. Una leadership che dovrebbe promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e supportivo, flessibile, attento al riconoscimento delle qualità individuali e portato a mantenere alta l’attenzione sullo stato di salute complessivo dell’organizzazione.
Consiglio di integrare la lettura di questo libro con la consultazione di Wellbeing at Work in a Turbulent Era a cura di Paula Brough e Gail Kinman (Edward Elgar, 2024), un testo scritto in un contesto storico segnato da sfide globali come la pandemia, le trasformazioni del mercato del lavoro e l'incertezza economica. Un testo in cui si offre, tra l’altro, un ampio raffronto tra tre momenti: le condizioni di lavoro pre-Covid, nel corso della pandemia, e nei tempi di recupero post-pandemia. Un periodo, questo della post-pandemia, in cui – come si legge nel capitolo introduttivo firmato dai due curatori – “sono state recuperate alcune delle funzioni della nostra vita di lavoro dei tempi pre-Covid. In ogni modo, la turbolenza rimane in altre componenti delle nostre vite di lavoro, specialmente in riferimento alla percezione del valore fondamentale del lavoro e a come esso arricchisce o impoverisce la salute e il benessere di coloro che lavorano” (p. 8).
Andrea Castiello d’Antonio
Questa recensione è stata pubblicata nel NUMERO 114 - GENNAIO 2025
della rivista online Qi – QUESTIONI E IDEE IN PSICOLOGIA